Le Monde 23 ottobre 2008
Vittima del suo indebitamento,
Veolia viene punita dal mercato
Veolia Environnement, numero uno mondiale dei servizi alle amministrazioni locali, sta attraversando un periodo difficile. Il suo valore di corso in Borsa ha perduto più del 25% da venerdì 17 ottobre, dopo che il suo presidente (PDG) Henry Proglio, ha reso noto, per la seconda volta in un anno, i suoi risultati economici.
Dal primo gennaio di quest'anno il crollo del valore del titolo è stato del 70%.
"E' chiaro che abbiamo perso il nostro status di bene di rifugio e di rendita certa", afferma Proglio in un'intervista rilasciata al giornale Echos, mercoledì 22 ottobre.
Gli analisti finanziari valutano oggi come degli handicap quelli che fino a ieri venivano considerati dei vantaggi esclusivi: una politica aggressiva di acquisizioni ed una politica di finanziamento attraverso l'indebitamento.
Dopo che le previsioni per il 2008 circa l'andamento del gruppo avevano previsto un incremento del risultato di gestione dell'ordine delle due cifre, la dirigenza è stata costretta a rivedere le sue previsioni su di un più modesto intervallo dal 6 all' 8% , ma soprattutto dichiara di voler rivedere il suo programma di investimenti che sarà di 4 miliardi di euro, contro i 6.1 miliardi del 2007, cosa che impedirà al gruppo di poter effettuare per tutto il 2009 nuove acquisizioni.
"Per un po di anni, è necessario ridurre il il fatturato, ma la struttura è solida ed il modello è resistente. Da qui al 2010 o al 2011 potremo tornare di nuovo ad investire" ha commentato M. Proglio concludendo l'assemblea degli investitori tenutasi mercoledì 22 ottobre. La, di fronte ad un centinaio di analisti e accanto ai direttori generali delle quattro divisioni del gruppo,
acqua, rifiuti, trasporti ed energia, il presidente di Veolia Environnement ha cercato di spiegare i motivi della revisione al ribasso delle performances del gruppo.
In primo luogo Proglio invoca la congiuntura economica negativa. Quindi , riguardo all' attività di gestione dei rifiuti, che rappresenta il 28% del fatturato del gruppo, si registra una riduzione del volume dei rifiuti raccolti, in particolare quelli industriali, ed una riduzione del prezzo delle materie prime riciclate (metallo, carta) vendute.
La riduzione fatta registrare nei profitti è dell'ordine di 50 milioni di euro. Per quanto riguarda la divisione acqua, il 33% del fatturato, le condizioni climatiche sfavorevoli con una estate particolarmente piovosa, hanno fatto cadere i consumi di acqua in Francia, Romania e Germania.
"D'altro canto, ripete nella sua analisi Patrice Lambert de Diesbach del gruppo CM - CIC, Suez Environnement, rivale di Veolia ha fatto registrare nello stesso periodo, una riduzione dei volumi dell'1%".
Questi pessimi risultati sono la conseguenza di diversi fattori, a partire dalle performances negative di alcuni gruppi acquisiti nel 2007.
In particolare un impianto di trattamento ed incenerimento dei rifiuti, appartenente al gruppo italiano Termomeccanica MTM, si è rivelato dopo l'acquisizione non conforme alle norme ambientali, ed ha privato il gruppo di un volume di ricavi di 30 milioni di euro oltre ad aver obbligato la dirigenza ad intraprendere una procedura di arbitraggio nei confronti del venditore per frode, al fine di ottenere una riduzione significativa sul prezzo di acquisto di 300 milioni di euro.
Altre delusioni sono giunte da un'altra impresa di gestione dei rifiuti, la Sulo, numero due nel mercato tedesco, acquisita nell'aprile del 2007 per un importo pari a 1.45 miliardi di euro.
"Una parte dei contratti di questa società si sono rivelati insufficienti. Ora abbiamo individuato i problemi, cambiato i responsabili della gestione della società e semplificato la sua organizzazione, prevedendo di tornare ad avere degli utili nel 2009", assicura Denis Gasquet, direttore generale di Veolia Propretè.
Infine, ciò che inquieta gli analisti finanziari è il livello di indebitamento del gruppo, poichè esso dovrà rimediare per la fine del 2008, circa 17 miliardi di euro.
Buona parte di questa cifra, circa 12 miliardi di euro, sono legati a Vivendi, che nel 2000 si è separata dal ramo ambientale, divenuto Veolia, per andare a costituire il colosso delle Comunicazioni che attualmente rappresenta (Vivendi Universal).
Non si può fare a meno di constatare che il livello di indebitamento del gruppo non ha fatto che peggiorare, impedendo a Veolia Environnement di poter acquistare nuove imprese ad un prezzo più basso. "Avremo di nuove delle buone opportunità tra diciotto mesi", afferma Proglio, che parla del 2008 come di un anno "di sofferenza ma di transizione".
Nonostante queste notizie negative, gli azionisti a cui si aggiunge la Holding Dassault, con una partecipazione del 2%, non saranno affatto sacrificati. Essi riceveranno, nel 2008 circa il 60% dei profitti (569,6 milioni di euro), vale a dire un aumento di dividendo pari al 10% a 1,33 euro per azione. Un piano di riduzione dei costi di 400 milioni di euro su due anni è già in programma.
Isabelle Rey-Lefebvre
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