lunedì 23 gennaio 2012


 Acqualatina, ancora sprechi.


Per cercare gli evasori si inviano migliaia di raccomandate agli utenti regolari a 5 € l’una.
Sono in arrivo agli utenti di Acqualatina della via Nascosa e traverse, che risultano allacciati alla sola rete idrica, delle intimidazioni a regolarizzare il contratto perché non pagano l’uso della fogna e della depurazione. Fin qui non ci sarebbe nulla di male. Il problema è che su via Nascosa le fogne non ci sono.
Anzi, tramite i vari comitati che si sono succeduti è stato più volte richiesto questo servizio, ottenendo sempre dinieghi, motivandoli con la scarsa densità abitativa, che non avrebbe ammortizzato il costo, e poi bla bla... Ci sono state persino alcune passerelle politiche che, approfittando delle solite elezioni, facevano promesse che, come al solito, non hanno mantenuto.
Possibile che una azienda come Acqualatina non conosca l’ubicazione dei propri collettori fognari?
Era proprio necessario spaventare tanta gente con diffide del tono come quella allegata, senza aver preso una piantina e verificato l’esistenza della rete?
Allegato: aqlt.pdf Oltretutto ogni raccomandata costa la bellezza di 5 €uro che moltiplicato per le circa 2500 famiglie residenti, fa la bellezza di 12500 €uro buttati al vento. Senza considerare il lavoro degli impiegati che dovranno gestire questa enorme mole di contestazioni legittime.
Tutti questi costi graveranno poi sulle bollette idriche, che già di per se sono tra le più esose della penisola.
La speranza è che il fenomeno sia circoscritto alla sola via Nascosa, altrimenti non oso immaginare il costo di questa scellerata operazione.
Per fare cosa, poi? Chiedere agli utenti di dichiararsi irregolari?
Ho chiesto espressamente cosa sarebbe successo se l’utente non avesse risposto. Acqualatina dice che c’è la possibilità che i tecnici facciano un sopralluogo.
Di bene in meglio!
Se la rete non c’è a cosa serve il sopralluogo? A sprecare altre risorse?
Stefano Bassetti


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mercoledì, 03 febbraio 2010; 15:38

FROSINONE, NEL CASSONETTO LE BOLLETTE DI ACEA ATO 5
Bollette dell’acqua buttate giù da un cavalcavia dell’autostrada e accantonate nei pressi di un cassonetti. Alquanto singolare l’indagine messa in piedi dalla Polizia Municipale di Ceccano (FR) in questi giorni, dopo il ritrovamento di quasi 200 bollette inviate da Acea Ato 5 ad altrettanti utenti residenti nelle contrade di Colle San Paolo, Cirello, Di Vittorio e Armando Diaz. Le bollette in questione, sono state trovate accatastate vicino ad un cassonetto di via Colle Leo Basso e poi, poco più avanti, lungo il dirupo che costeggia l’autostrada del Sole nei pressi del cavalcavia. L’operazione è stata messa a segno nei giorni di capodanno dagli agenti Giancarlo Chiappini e Quirino Giovanelli coordinati dal vicecomandante Angelo Moscato: proprio il 1° gennaio gli agenti si sono calcati con imbracature da alpinisti lungo il costone a raccogliere le missive, 179 per la precisione, che nel frattempo si erano bagnate dal maltempo di quei giorni.
Sono stati poi giorni dedicati ad indagini ed interrogatori sull’ipotesi di reato prevista dall’articolo 619 del codice penale e cioè violazione, sottrazione e soppressione di corrispondenza, punibile da 6 mesi a 6 anni di reclusione. Al momento i sospetti ricadono su una persona individuata risalendo, tramite Acea, alla ditta che per conto del gestore del servizio idrico in Ciociaria, si occupa della distribuzione delle bollette. Gli agenti della Municipale, intanto, hanno riconsegnato le bollette ad Acea che provvederà nei prossimi giorni a stampare una nuova copia .
www.federutility.it


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venerdì, 29 gennaio 2010; 18:17


Le mafie nella distribuzione idrica e nella raccolta dei rifiuti
Si va verso il commissariamento degli enti?

Il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, denuncia in commissione Antimafia: "La gestione dei rifiuti e dell'acqua in Sicilia è in mano alla mafia". Non era mai avvenuto che il capo del governo regionale rivelasse con tanta nettezza e determinazione la presenza della mafia in settori chiave della società siciliana. Non era mai avvenuto che ci si allontanasse dal cliché mafia e politica, che si uscisse dal seminato della denuncia generica e, tutto sommato, priva di conseguenze.
 Che la distribuzione dell’acqua fosse stata gestita dalle cosche in alcune realtà particolarmente colpite dal fenomeno, non è affatto tuttavia una novità; che sulla raccolta dei rifiuti – sia urbani che industriali – ci fossero attenzioni di Cosa nostra è provato da decine di indagini della magistratura.
 Da decenni le autobotti private distribuiscono acqua a pagamento in molte zone turistiche d’estate, favorite dalle condotte colabrodo. Un servizio spesso svolto senza controlli sanitari con costi alti per i cittadini costretti a pagare due volte il rifornimento idrico. È noto che alcuni pozzi privati hanno rimediato a croniche carenze idriche. È noto altresì che allacciamenti e le condotte alle reti idriche nell’attraversamento delle campagne vengono “depredate” da torme di abusivi. I furti d’acqua sono stati scoperti dalle forze dell’ordine in più occasioni. È bastato che le polizie eseguissero dei controlli perché si scoprissero allacciamenti abusivi.
 Il servizio di raccolta dei rifiuti affidato a privati o a municipalizzate - già prima della nascita degli ATO - subiva le volontà dei boss in molte realtà isolane. Ci sono stati episodi criminosi legati a questa attività ed alla distribuzione privata dell’acqua.
 La raccolta di rifiuti tossici e gli scarichi abusivi, spesso causa di disastri ambientali, sono stati “appaltati” a personaggi senza scrupoli che hanno agito grazie a coperture, favori, omissioni. Sia la distribuzione dell’acqua quanto la raccolta dei rifiuti sono diventati, insieme alla gestione delle strutture sanitarie, il nuovo business di alcuni imprenditori vicini alle cosche.
 Non è stata resa nota una mappa della Sicilia appaltata alle famiglie di Cosa nostra nei due settori, ma basterebbe mettere insieme i risultati delle inchieste fin qui condotte dalla magistratura e delle indagini delle polizie per farsi un’idea della penetrazione del fenomeno.
 La denuncia di Raffaele Lombardo, dunque, non rivela uno scenario nuovo o sconosciuto, ma appare di straordinario rilievo perché rappresenta una rottura netta con il passato. Se il Presidente della Regione è arrivato a queste conclusioni vuol dire che l’esperienza fin qui fatta al vertice della Regione siciliana gli ha fatto toccare con mano questa realtà, non parla per sentito dire. Il suo giudizio, dunque, avrà conseguenze importanti nei settori “inquinati”. Non può essere altrimenti. Alla denuncia in Commissione antimafia potrebbero seguire una indagine sul fenomeno da parte della stessa Commissione e provvedimenti di natura amministrativa.
 L’acqua e la raccolta dei rifiuti non possono essere gestiti dalle mafie. Se c’è la certezza che siano i boss a fare da padroni, ma basterebbe il solo sospetto, la Regione non può che smantellare ogni connivenza, collusione, favoreggiamento.
 In che modo? Presumibilmente commissariando gli enti che finora si sono occupati di questi settori. Cambiare uomini non basterà se il fenomeno è radicato, ma costituisce un passo obbligato che pretende una oculata scelta dei nuovi dirigenti.
Nella sua audizione, Lombardo ha ricordato che al fine di sottrarre questi settori tradizionalmente legati al vecchio "sistema" politico-mafioso, ha messo in piedi un apposito assessorato.
 La mafia ha avuto una parte nel mancato sviluppo del Mezzogiorno, ha sostenuto Lombardo in Commissione, rappresentando la necessità di colpire "alla radice" il fenomeno mafioso.
http://www.siciliainformazioni.com



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venerdì, 29 gennaio 2010; 18:15


Lombardo denuncia la gestione mafiosa di acqua e rifiuti. Ed ecco come la stampa regionale reagisce…
Questa non può passare inosservata, perché ci ha costretto a interrogarci sulla qualità del nostro lavoro e delle nostre scelte. Troppo distante la valutazione della notizia. A che cosa ci riferiamo? Alle dichiarazioni del Presidente della Regione, Raffaele Lombardo, davanti alla commissione nazionale antimafia presieduta dal senatore Pisanu a Roma.


 In due ore e mezzo circa, Lombardo ha raccontato la Sicilia che subisce le vessazioni delle mafie; in particolare ha affermato – è quel che abbiamo letto in un virgolettato riferito dalle agenzie di stampa – che nella raccolta dei rifiuti e nella distribuzione dell’acqua la mano di Cosa nostra è pesante.

La denuncia non ha precedenti. Non è un cittadino qualsiasi a denunciare, né un giornalista che si sveglia la mattina e vuole fare uno scoop senza avere niente per le mani. E’ il governatore della Regione passata alla storia come culla della mafia. Sostenere che i principali servizi pubblici, come la distribuzione idrica e la pulizia delle città, siano gestiti dalle cosche avrebbe dovuto provocare un putiferio. Il Presidente della Regione è arrivato a queste conclusioni sulla base dell’esperienza amministrativa e di governo fin qui fatta. Non può avere messo in campo accuse e denunce con leggerezza. Toccherà a lui, una volta fatto quelle dichiarazioni, proporre una pulizia “etnica” dei settori. Impossibile sottrarsi alle iniziativa di risanamento e salvaguardia.
Il governo nazionale non può non prendere atto della denuncia del governatore, mettendo a sua volta in campo le misure richieste, dalle indagini ai provvedimenti di competenza. Infine, i giornali, a cominciare da quelli siciliani.
Il Giornale di Sicilia pubblica la notizia a pagina 9, con un taglio basso su due colonne, meno dio venti righe, ed un titolo anodino: “Il governatore siciliano davanti all’Antimafia”. Chi sfoglia fino a pagina 16 potrebbe essere incuriosito da un titolo simile?
La risposta la lasciamo ai lettori. Di sicuro il titolo e l’occhio non lo avvertono delle dichiarazioni fatte da Lombardo.
Perché?
Ipotesi numero uno: non si trattava di notizia importante; ipotesi numero 2: era notizia importante ma il governatore non è credibile; ipotesi numero 3, l’acqua e i rifiuti non hanno niente a che vedere con le cosche; ipotesi numero 4, la notizia è stata sottovalutata a causa del gran daffare in redazione.
La Sicilia di Catania la ospita a pagina 3, taglio basso, cinque colonne. Valutazione diversa rispetto al Giornale di Sicilia, ma nessun richiamo in prima e soprattutto, un titolo che non coglie la denuncia del governatore sull’acqua e i rifiuti. “I beni confiscati servano allo sviluppo della Sicilia”. Se fosse stata questa la questione centrale dell’intervento del governatore durante l’audizione all’Antimafia, quelle cinque colonne di taglio basso, sarebbero perfino eccessive. Il titolo non riferisce al lettore alcunché sulle mafie gestori dell’acqua e dei rifiuti.
La Repubblica, per finire. Le dichiarazioni di Lombardo hanno un titolo nella prima pagina dell’inserto regionale: “La mafia è nel business dei rifiuti”. Non c’è l’acqua, ma indubbiamente il titolo coglie la notizia. Nella quarta pagina interna dell’inserto, la notizia è ospitata in modo accurato ed esaustivo. “Roma, j'accuse di Lombardo in commissione. In Sicilia acqua e rifiuti in mano alla mafia”.
Le nostre testate – SiciliaInformazioni e ItaliaInformazioni – hanno dato l’apertura alle dichiarazioni di Lombardo. Repubblica, invero, per molto meno sposta nelle pagine nazionali il governo regionale. Il quotidiano non ignora il peso della denuncia, ma non la promuove come notizia nazionale. Una scelta rispettabile.
Ciò che invece resta incomprensibile è la scelta del Giornale di Sicilia. Due colonne a pagina 16 e quel titolo: “Il governatore siciliano davanti all’Antimafia”.
http://www.siciliainformazioni.com




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giovedì, 28 gennaio 2010; 13:50


ACEA:  in cda discusso bond e GDF, si aggiorna a febbraio

(ANSA) - ROMA, 27 GEN - Si e' discusso della possibile emissione obbligazionaria fino a un massimo di 500 milioni di euro e dell'ipotesi di intesa con i soci di Gdf durante il consiglio di amministrazione di Acea di oggi. I consiglieri hanno deciso di aggiornarsi ad una prossima riunione, in programma con tutta probabilita' per il 12 febbraio. Dall'azienda nessuna comunicazione ufficiale, anche se emerge che il clima "non e' conflittuale" e che si sta continuando ad esaminare una bozza di intesa con i soci francesi che, come riferito in questi giorni da indiscrezioni di stampa, potrebbe riguardare anche un riequilibrio delle rispettive partecipazioni azionarie (verso un paritetico 50%) delle societa' di produzione, trading e vendita di energia elettrica. Rinviate anche le decisioni anche sull'emissione di un bond da circa 500 milioni di euro.(ANSA).

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mercoledì, 27 gennaio 2010; 13:55


ACEA: IN ORDINE DEL GIORNO CDA EMISSIONE BOND FINO A 500 MLN.
BOCCHE CUCITE DA SOCIETA'; FORSE ESAME ANCHE BOZZA INTESA GDF (ANSA) - ROMA, 26 GEN - Acea chiude la giornata di scambi in Borsa con un progresso dell'1,02%, alla vigilia di un consiglio di amministrazione che avra' al centro questioni nevralgiche per la societa'. All'ordine del giorno del cda in programma domani, infatti, c'e' l'ipotesi di un'emissione obbligazionaria, "su vari comparti e anche all'estero", per un importo totale che puo' raggiungere i 500 milioni di euro. Lo confermano fonti vicine alla materia, specificando pero' che gli eventuali dettagli sulle caratteristiche dell'emissione saranno discussi e stabiliti in seguito, una volta incassato l'ok del cda, rispettando le normali procedure stabilite dalla Consob. Quest'oggi indiscrezioni di stampa riferivano che il Comune di Roma, principale azionista della societa', avesse allo studio un progetto di bond convertibile per diluire la propria partecipazione in Acea. Indiscrezione smentita da una nota del Campidoglio, nella quale la notizia viene definita "priva di ogni fondamento" e viene specificato che "non risponde al vero neppure l'affermazione secondo cui il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, avrebbe dichiarato che il Comune cedera' entro l'anno il 21% di Acea". Nella nota il Campidoglio spiega, invece, che il sindaco ha affermato solo che verra' "avviato il processo di privatizzazione entro l'anno". A quanto risulta, in ogni caso, resta all'ordine del giorno la discussione piu' generale sull'emissione di un bond da 500 milioni. Bocche cucite dalla societa': nessun riferimento neppure all'ipotesi, avanzata da indiscrezioni di stampa, secondo cui domani sul tavolo del cda dovrebbe approdare anche un bozza dettagliata di intesa con Gdf, che prevedrebbe un riequilibrio delle partecipazioni dei due soci nelle societa' di produzione e di vendita. Anche se, sottolineano le stesse fonti, "lo scenario si sta delineando". L'ipotesi che potrebbe delinearsi dal cda di domani riguarderebbe, tra le altre cose, anche il riequilibrio - circa al 50% - delle partecipazioni azionarie dirette e indirette di Acea e GdF in Ae Produzione, Ae Trading e Ae Elettricita', le societa' attive nella produzione, nel trading e nella vendita di energia elettrica. (ANSA). 

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domenica, 24 gennaio 2010; 00:28



SABATO 23 GENNAIO
SCIOPERO GENERALE DEGLI STUDENTI CONTRO ACQUALATINA

SONO ORMAI 2 MESI CHE NELLE SCUOLE DI FORMIA, GAETA E MINTURNO MANCA L’ACQUA POTABILE. CHI DOVREBBE GARANTIRE UNA VIVIBILITA’ DIGNITOSA NELLE SCUOLE NON SI DEGNA NEANCHE DI PREDISPORRE AUTOBOTTI DI ACQUA POTABILE NEGLI ISTITUTI PUBBLICI E PER QUESTO SIAMO COSTRETTI A PORTARCI L’ ACQUA DA CASA. 
E’ NECESSARIA LA MASSIMA MOBILITAZIONE PERCHE’ SI SCIOPERI CONTRO ACQUALATINA CHE CI PRIVA DEL DIRITTO ALL’ ACQUA»

PER CONTATTI: FACEBOOK STUDENTI CONTRO ACQUALATINA

studenti contro Acqualatina

http://www.facebook.com/event.php?eid=261071741871&ref=mf 

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domenica, 24 gennaio 2010; 00:24

sabato 23 gennaio 2010


STUDENTI CONTRO ACQUALATINA
Sciopero generale Sabato 23 Gennaio 2010

Gli studenti delle scuole di Formia denunciano di essere stati per oltre due mesi senza acqua potabile, a causa di una serie di anomalie che si sono verificati presso le sorgenti di Capodacqua e di Mazzoccolo, guasti che hanno comportato per noi studenti seri disagi, per nulla aiutati dalla mancata attivazione di servizi sostituti e dal silenzio delle istituzioni. Questi disagi sono l’ulteriore dimostrazione del fallimento della gestione "Acqualatina. Proprio oggi abbiamo appreso da uno scarno comunicato apparso sul sito del comune di Formia che l’acqua è ritornata ad essere potabile, ma ci domandiamo fino a quando, visto che le interruzioni nell’ultimo anno sono state numerose. Per questo Sabato 23 Gennaio 2010 abbiamo deciso di indire uno sciopero, capace di dare un segnale forte a quanti, amministratori pubblici e/o privati, hanno deciso di fare dell’acqua una merce.



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sabato, 23 gennaio 2010; 23:53

Ato Idrico Ragusa. Il Tar respinge l’istanza cautelare dell’Acoset, via libera al consorzio tra i comuni

Il Tar di Catania (presidente Calogero Ferlisi, relatore Giovanni Milana) ha rigettato l’istanza cautelare dell’Acoset, una delle società che aveva partecipato alla gara per l’affidamento del servizio idrico nel territorio provinciale, che chiedeva l’annullamento del verbale della Conferenza dei sindaci e del presidente della Provincia di Ragusa che aveva deciso di revocare la determina di affidare il servizio ad una società mista. L’Acoset, pur a seguito della motivata revoca di tale procedura da parte della Conferenza dei Sindaci e del Presidente della Provincia di Ragusa aveva impugnato gli atti con cui si era deciso di procedere nella gestione del servizio pubblico a mezzo di consorzio tra enti pubblici.
Il Tar di Catania, pur non accogliendo la domanda cautelare, aveva rimesso il giudizio al parere della Corte di Giustizia Europea, aprendo una lunga fase di incertezza e di contenzioso in ambito europeo che si era di recente chiuso con un parere della Corte di Giustizia, di ammissibilità della gestione mediante società mista. Su questo presupposto l’Acoset aveva di recente chiesto al Tar di Catania di pronunciarsi sul ricorso proposto e sulla richiesta immediata di affidamento del servizio. Con l’ordinanza n. 75 del 2010 lo stesso Tar di Catania ha in maniera esplicita rigettato la domanda della società Acoset, assumendo la sussistenza della complessità delle questioni sottese alla controversia in esame e la pluralità degli interessi coinvolti e degli enti interessati. Inoltre ha dichiarato prevalente “l’essenziale esigenza di non interrompere il pubblico servizio di che trattasi”. Lo stesso Tar, ritornando sulla questione già sollevata dinanzi alla Corte di Giustizia Europea con propria ordinanza n. 164/08, ha indicato come “non fondata la questione pregiudiziale sollevata” e, quindi, che “non sussistono i presupposti per l’accoglimento della istanza cautelare”.
Invero, il legale della Conferenza dei Sindaci e del Presidente della Provincia, avvocato Nino Gentile, aveva da ultimo anche evidenziato il difetto di giurisdizione del Tar, concernendo la questione proposta materia di spettanza del Tribunale Superiore delle Acque.
“La conferenza dei sindaci e del presidente della Provincia di Ragusa – afferma Salvo Mallia, delegato del presidente della Provincia nella conferenza dei sindaci – a questo punto, può andare avanti nell’applicazione dei principi contrattuali già fissati con la convenzione di cooperazione del 10 luglio 2002 e con la propria deliberazione del 2 ottobre 2007. Con tale disposizione è stato deliberato, oltre all’annullamento della procedura concernente la scelta della gestione tramite società mista, la prosecuzione e lo svolgimento del servizio mediante la forma del consorzio, da costituirsi secondo le norme legislative previste per le aziende speciali”. http://www.radiortm.it



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sabato, 16 gennaio 2010; 08:15

venerdì 15 gennaio 2010


COMUNICATO STAMPA COMITATO SPONTANEO DI LOTTA CONTRO ACQUALATINA
Condannata Acqualatina

Formia: Un’importantissima vittoria legale è stata messa a segno nei giorni scorsi dal C.S.L.C.A. di Formia contro la nota società privata Acqualatina spa.
Sono infatti del 9 gennaio scorso le decisive sentenze emesse dal Giudice di Pace del tribunale di Latina, sez. dist. di Gaeta, l’avv. Alba D’Urso, in favore di alcuni cittadini di Formia, uno fra questi è Vincenzo Giuffrida attivo membro del comitato stesso, contro la società privata che gestisce l’acqua pubblica. I cittadini, coadiuvati dal C.S.L.C.A. hanno istituito una causa civile opponendosi contro le cartelle esattoriali emesse per tramite della soc. Gerit Equitalia dalla soc. Acqualatina spa, con le quali le due società richiedevano il pagamento immediato di fatture relative al consumo di acqua potabile.
Il giudice di pace del tribunale di Gaeta ha quindi accolto i ricorsi dei cittadini e le eccezioni preliminari, determinando:
 l’annullamento della cartella esattoriale emessa dalla soc. Acqualatina;
 che la soc. Acqualatina NON è assolutamente autorizzata da alcun ente giuridico alla riscossione di quelli che sono corrispettivi di prestazioni contrattuali e NON sono tributi;
 condannando la soc. al pagamento per intero delle spese processuali e generali;
 determinando di fatto che la soc. Acqualatina spa NON può emettere cartelle esattoriali.
Il C.S.L.C.A. denuncia ormai da anni le forme ingiuste e persecutorie utilizzate dalla soc. Acqualatina per la riscossione delle presunte somme dovute, e queste sentenze confermano a pieno le ragioni di questo Comitato Spontaneo di Cittadini.
Non è la prima volta che Acqualatina viene condannata per aver operato contro legge il recupero del presunto credito. Tanto è che queste importantissime ultime sentenze hanno portato il C.S.L.C.A. ha presentare un esposto alla Procura Generale della Repubblica e alla Corte dei Conti, affinché valutino gli estremi relativi al reato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dei consumatori.
Inoltre sempre il C.S.L.C.A. ha annunciato che chiederà al consiglio comunale di Formia di esprimersi su di un ordine del giorno che stigmatizza il reiterato comportamento della soc. partecipata del comune di Formia, in modo che almeno venga riconosciuto un minimo di dignità ai cittadini formiani continuamente vessati e tartassati da Acqualatina spa.
COMITATO SPONTANEO DI LOTTA CONTRO ACQUALATINA -FORMIA-

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