Finalmente dopo la seconda seduta di Consiglio, è stata
approvata oggi la proposta di legge di iniziativa popolare regionale n.31 sulla
gestione pubblica e partecipata del servizio idrico del Lazio.
La proposta, consegnata negli uffici della regione il 28
settembre del 2012 aveva raccolto le firme di circa 30 mila cittadini della regione
ed era stata presentata da ben 24 comuni, per un totale di 220 mila elettori.
Come previsto dallo statuto regionale, se il consiglio non
avesse deliberato in merito entro il mese di marzo, si sarebbe andati a
referendum con il testo redatto dai comitati e dai giuristi da essi scelti.
Così
la maggioranza che governa il Lazio ha deciso di passare all'esame del testo apportando
alcune modifiche, non tutte per la verità condividisbili.
La discussione era iniziata il 12 marzo scorso, proseguendo
tutto il giorno e raggiungendo anche momenti di forte contrasto. Ciò avveniva
quando un consigliere della destra tentava di fare rientrare nel paragrafo del
testo relativo al finanziamento della ripubblicizzazione, oltre alle aziende
speciali ed ai consorzi di comuni, anche quei comuni singoli che si fossero
"ravveduti" scegliendo di ripubblicizzare la gestione.
Dietro a questo emendamento apparentemente innocuo, si
nascondeva il tentativo da parte di Acqualatina, il gestore privato del servizio idrico
della provincia di Latina, di fare ripianare dai contibuenti l'enorme deficit
di bilancio, un buco da 1,7 milioni, causato da anni di mala gestione.
Il tentativo da parte del consigliere lobbista della destra
veniva prontamente sventato dai comitati locali presenti. La seduta era
aggiornata al 17 marzo (oggi), lasciando l'amaro in bocca per quello che sarebbe
potuto accadere come ulteriori tentativi di stravolgimento del testo
originario.
Questa mattina la seduta è iniziata in modo concitato, in
assenza del numero legale. L'arrivo a seduta avviata di altri consiglieri ha
poi scongiurato un ulteriore rinvio. A metà mattina, dopo la bocciatura da
parte della maggioranza di un emendamento dei cinque stelle a favore di una
moratoria per quelle amministrazioni commissariate dalla regione per non avere
affidato la gestione del servizio idrico al rispettivo gestore (tra gli altri
Civitavecchia, Anguillara e Ladispoli ad Acea Ato2 spa, Colleferro ad Acea Ato5
spa, Rieti ad Acea Ato3 spa), e dopo una sospensione di circa mezz'ora, veniva
approvato all'unanimità il testo
emendato, con la destra che votava incredibilmente a favore. Nonostante le
pressioni dei lobbisti oramai arcinoti, romani e non.
Il testo, che riprende molti dei contenuti di quello su cui
su scala nazionale erano state raccolte nel giugno del 2011 oltre un milione di
firme, introduce dei principi totalmente innovativi, come il finanziamento
della ripubblicizzazione attraverso un fondo regionale finanziato attraverso le
risorse iscritte in bilancio, circa 150 milioni, disponibili per il triennio
2014-16.
E' prevista poi la partecipazione alla gestione del servizio
idrico dei cittadini, dei lavoratori e degli amministratori locali, attraverso
le modalità stabilite dalla Carta regionale del servizio idrico integrato.
E' stato invece abolito il fondo finanziato attraverso un
prelievo di un centesimo a metro cubo da destinare a progetti di solidarietà
internazionale, da realizzare e gestire attraverso forme di cooperazione
decentrata. (Claudio Meloni)