lunedì 17 marzo 2014

Regione Lazio: approvata la legge regionale di iniziativa popolare sull'acqua





Finalmente dopo la seconda seduta di Consiglio, è stata approvata oggi la proposta di legge di iniziativa popolare regionale n.31 sulla gestione pubblica e partecipata del servizio idrico del Lazio.

La proposta, consegnata negli uffici della regione il 28 settembre del 2012 aveva raccolto le firme di circa 30 mila cittadini della regione ed era stata presentata da ben 24 comuni, per un totale di 220 mila elettori.

Come previsto dallo statuto regionale, se il consiglio non avesse deliberato in merito entro il mese di marzo, si sarebbe andati a referendum con il testo redatto dai comitati e dai giuristi da essi scelti. 

Così la maggioranza che governa il Lazio ha deciso di passare all'esame del testo apportando alcune modifiche, non tutte per la verità condividisbili.

La discussione era iniziata il 12 marzo scorso, proseguendo tutto il giorno e raggiungendo anche momenti di forte contrasto. Ciò avveniva quando un consigliere della destra tentava di fare rientrare nel paragrafo del testo relativo al finanziamento della ripubblicizzazione, oltre alle aziende speciali ed ai consorzi di comuni, anche quei comuni singoli che si fossero "ravveduti" scegliendo di ripubblicizzare la gestione.

Dietro a questo emendamento apparentemente innocuo, si nascondeva il tentativo da parte di Acqualatina, il gestore privato del servizio idrico della provincia di Latina, di fare ripianare dai contibuenti l'enorme deficit di bilancio, un buco da 1,7 milioni, causato da anni di mala gestione.

Il tentativo da parte del consigliere lobbista della destra veniva prontamente sventato dai comitati locali presenti. La seduta era aggiornata al 17 marzo (oggi), lasciando l'amaro in bocca per quello che sarebbe potuto accadere come ulteriori tentativi di stravolgimento del testo originario.

Questa mattina la seduta è iniziata in modo concitato, in assenza del numero legale. L'arrivo a seduta avviata di altri consiglieri ha poi scongiurato un ulteriore rinvio. A metà mattina, dopo la bocciatura da parte della maggioranza di un emendamento dei cinque stelle a favore di una moratoria per quelle amministrazioni commissariate dalla regione per non avere affidato la gestione del servizio idrico al rispettivo gestore (tra gli altri Civitavecchia, Anguillara e Ladispoli ad Acea Ato2 spa, Colleferro ad Acea Ato5 spa, Rieti ad Acea Ato3 spa), e dopo una sospensione di circa mezz'ora, veniva approvato  all'unanimità il testo emendato, con la destra che votava incredibilmente a favore. Nonostante le pressioni dei lobbisti oramai arcinoti, romani e non.

Il testo, che riprende molti dei contenuti di quello su cui su scala nazionale erano state raccolte nel giugno del 2011 oltre un milione di firme, introduce dei principi totalmente innovativi, come il finanziamento della ripubblicizzazione  attraverso un fondo regionale finanziato attraverso le risorse iscritte in bilancio, circa 150 milioni, disponibili per il triennio 2014-16.

E' prevista poi la partecipazione alla gestione del servizio idrico dei cittadini, dei lavoratori e degli amministratori locali, attraverso le modalità stabilite dalla Carta regionale del servizio idrico integrato.

E' stato invece abolito il fondo finanziato attraverso un prelievo di un centesimo a metro cubo da destinare a progetti di solidarietà internazionale, da realizzare e gestire attraverso forme di cooperazione decentrata. (Claudio Meloni)