Malgrado l'esperienza
internazionale abbia dimostrato come la privatizzazione del servizio idrico sia
dannosa per gli interessi dei cittadini, il governo greco sta portando avanti
la privatizzazione delle risorse idriche e del sistema fognario del paese. In
questo report realizzato per la rivista UNFOLLOW, Christos Avramidis e Antonis Galanopoulos mettono in luce
diversi aspetti di questa vicenda, incluso il tentativo molto discusso di
acquisizione da parte dei cittadini, della società di gestione del servizio
idrico EYATh
di Augustine Zenakos
"L'idea che l'acqua rappresenti un diritto umano
proviene da alcune NGO 'estremiste' ". Nel 2005 il presidente della Nestlè
ha affermato che l'acqua è un alimento come gli altri, e quindi come tale deve
avere un prezzo di mercato.
Si tratta dell'unica persona ad avere definito l'ONU, che
nel 2010 con il voto favorevole di 122 membri contro 41 astensioni ha
dichiarato l'acqua diritto umano fondamentale, 'un' organizzazione estremista',
sebbene uno di quei 41 stati sia
stato proprio la Grecia. Tuttavia quest' astensione appare meno sorprendente se
si considerano i diversi tentativi di privatizzare sia il servizio idrico che
quello fognario, verificatisi negli ultimi decenni. Attualmente il processo di
vendita del 51% del capitale della EYATh, la società che gestisce il servizio
idrico e quello fognario a Salonicco (Thessaloniki Water Supply and Sewerage
SA) è già in corso, mentre EYDAP, l'omologa che gestisce acqua e fognature ad Atene
(Athens Water Supply and Sewerage company) è in procinto di seguire la stessa
sorte. Guardando gli altri paesi, anche la società di distribuzione del
servizio idrico portoghese è in corso di privatizzazione. David Hall, direttore
del PSIRU (Public Services International Research Unit) ritiene che la spinta
dei nuovi processi di privatizzazione "venga offerta da quei gruppi che
sostengono le politiche di austerità e di ristrettezza dei bilanci pubblici,
apportando pesanti tagli ai servizi essenziali: si tratta di politiche imposte
in modo stringente a quei paesi con un elevato livello di indebitamento, i
quali hanno invocato il salvataggio del FMI e dell'Unione Europea."
Un business molto florido
malgrado la crisi
La società EYATh è stata costituita nel1998, a seguito della
fusione tra l'azienda di distribuzione dell'acqua di Salonicco e quella delle
fognature. Nel 2001 la società è
stata quotata in borsa, dopo essere stata scorporata nella società di
infrastrutture EYATh e in quella di gestione dei servizi EYATh SA. Oltre a ciò,
il 25% del capitale di quest'ultima è stato ceduto ad azionisti privati. EYATh
SA serve la regione allargata di Salonicco, che conta oltre un milione e mezzo
di abitanti. Il prezzo al metro cubo di acqua erogata è stato per molto tempo
il più basso d'Europa.
Nonostante la crisi le
società greche di gestione del servizio idrico producono ingenti profitti
Sfruttando il servizio idrico che rappresenta un monopolio
naturale, EYATh SA garantisce livelli elevati di profitto. In particolare nel
periodo 2007-2011 essa ha conseguito un livello di profitti pari a 75,2 milioni
di euro: solo nel 2012 i profitti
sono stati 17,8 milioni. Oltre a ciò la società ha un ammontare di
riserva pari a 35 milioni. Il signor Archontopoulos, presidente del sindacato
dei lavoratori della EYATh, afferma:" Le municipalità ed altri grandi
debitori hanno accumulato un debito complessivo nei nostri confronti di oltre 50
milioni di euro, cosa che lascia supporre che gli investitori effettueranno i
loro pagamenti in un lasso di tempo molto breve". Sicuramente i profitti
della EYATh sono associati ai tagli salariali ed a quelli del personale che si
sono susseguiti negli anni passati, posto che le assunzioni sono state bloccate
nel 2003, anno in cui si è tenuto l'ultimo concorso. Così se nel 1998 la EYATh
aveva 650 dipendenti per un'area servita più piccola rispetto a quella attuale,
il numero dei dipendenti attuale è pari a 250, con solo 11 tecnici idraulici
per tutta la città. Ma nonostante tutto le società che gestiscono il servizio
idrico in Grecia hanno un' elevata redditività a dispetto della crisi. Si pensi
che l'amministrazione centrale e le municipalità hanno un accumulato nei
confronti di tutte le società idriche greche un debito complessivo pari a 356 milioni di euro, elemento questo che pone sotto
una luce particolare il paradosso della privatizzazione: il governo greco, per
rimborsare i debiti accumulati nei confronti dei nuovi proprietari, dovrà
rinunciare oltre alla sua quota di dividendi azionari, anche ad una parte dei
ricavi della vendita della società idrica EYATh.
Il parlamentare europeo Kriton Arseni ci ha
confessato:" Gli unici beneficiari di questa vendita saranno i nuovi
proprietari, mentre a perdere saranno i cittadini".
I gruppi interessati a
rilevare la EYATh
Il 30 marzo del 2013 il TAIPED, un fondo di investimento per
lo sviluppo della repubblica ellenica, creato dal governo per implementare il
processo di privatizzazione, ha
approvato due schemi di investimento che daranno luogo alla seconda fase della
gara per la privatizzazione della EYATh SA. I consorzi che prenderanno parte alla gara sono attualmente
due: il primo è guidato dalla multinazionale francese SUEZ Environnement SA (il
cui nome è legato a molte delle proteste circa le conseguenze nefaste di una
privatizzazione) e dall'operatore AKTOR Concessioni SA, di proprietà di George
Bobolas. Il secondo è invece
guidato dalla società israeliana Mekorot Development and Enterprise Ltd, dalla
società greca di costruzioni G. Apostolopulos Partecipazioni SA, dalla società
olandese di progettazione MIYA Water Projects BV, dalla società TERNA Energy SA
di G.Peristeris. Mekerot viene indicata dai siti specializzati come uno degli
strumenti principali attraverso cui il governo israeliano compie violazioni dei
diritti umani fondamentali nei territori palestinesi occupati.
Secondo alcune informazioni, il consorzio guidato da Suez
sta portando a termine una serie di colloqui per cercare di convincere le parti
sociali che la sua acquisizione del 51% del capitale della EYATh SA non
rappresenterebbe una privatizzazione, ma la costituzione di una società mista
pubblico-privata. I rappresentanti della EYATh SA da parte loro si sono
dimostrati fino ad ora disponibili al dialogo ed alla collaborazione. Alcuni
osservatori parlano di una cauta fiducia. Altri due consorzi di imprese sono
stati esclusi dalla seconda fase della gara: si tratta dell'imprenditore Ivan
Savvides e del gruppo "Sindacato dei Cittadini per l'Acqua". Il primo
era già stato escluso a partire dalle fasi iniziali, a causa dell'impossibilità
di individuare un partner tecnico, vale a dire un'impresa operante nel settore
dei servizi idrici, e quindi di rispettare i requisiti previsti dalla gara
stessa. L'altro consorzio, il Sindacato dei Cittadini per l'Acqua, scaturito
dall'iniziativa K136, ha proposto
una gestione sociale del servizio idrico, attraverso una serie di
cooperative tra comuni limitrofi. Il suo rappresentante, Lazaros Angelou ha
dichiarato:"Nel caso in cui partecipassero tutti i fruitori dei 510 mila
metri cubi di acqua consumata, servirebbero 136 euro a metro cubo a testa per
rilevare la società. In base al programma stabilito i contributi verranno
sottoscritti in favore del Sindacato dei Cittadini, e verranno convertiti in azioni.
Ogni singolo sottoscrittore, a prescindere dalla quota versata, avrà diritto ad
un solo voto all'interno dell'Assemblea Generale. Le decisioni verranno assunte
all'interno dell'Assemblea in modo democratico. L'Assemblea sarà convocata ogni
trimestre, e per revocare un membro dell'Assemblea sarà necessaria una
maggioranza qualificata. La società di gestione del servizio idrico e di quello
fognario EYATh cesserà di avere una natura privatistica orientata al profitto.
I ricavi che supereranno i costi saranno reinvestiti nel servizio, o saranno
destinati alle necessità delle comunità locali".
Alcuni giorni successivi alla sua esclusione dalla gara, il
Sindacato dei Cittadini ha ricevuto
una lettera dal Presidente della TAIPED, in cui veniva giustificata l'esclusione
con l'assenza delle condizioni necessarie per poter partecipare alla fase
successiva. Il Sindacato ha risposto al TAIPED che non avrebbe accettato una
giustificazione così vaga e insufficiente, ed ha presentato un ricorso contro
la decisione di esclusione in cui viene chiesto l'annullamento dell'esclusione
alla gara, o in alternativa la cancellazione della gara stessa.
K136 e gli Investitori
Socialmente Responsabili
Secondo i rappresentanti del Sindacato dei Cittadini, la
loro partecipazione al secondo livello della gara era dato quasi per certo,
grazie al parere di un esperto che
aveva verificato il soddisfacimento di tutte le condizioni previste. Il
Sindacato avrebbe depositato la somma necessaria per partecipare alla gara,
fissata dal TAIPED, con una percentuale di capitale preso a prestito non
superiore al 5,5% della somma totale, così come richiesto. Il signor Angelou ci
ha spiegato più dettagliatamente dove il Sindacato dei Cittadini avrebbe
trovato il denaro necessario ad acquistare la EYATh:"Abbiamo coinvolto 22
investitori socialmente responsabili (Social Responsible Investors) nella
proposta di acquisto da noi sottoscritta, dopo avere verificato la loro
corrispondenza ai criteri di contribuzione sociale che avevamo in precedenza
fissato". Una volta constatato che l'adesione dei semplici cittadini
all'operazione di acquisto era stata molto scarsa, solo 600 persone, per
riuscire a raggiungere la somma necessaria si è resa indispensabile la
soluzione degli investitori socialmente responsabili. "E' stato stimato che
il loro peso economico superi i 30 miliardi di euro", afferma Angelou, e
così la capacità di raggiungere la cifra richiesta per l'acquisto della EYATh è
stata documentata". A questo punto non riveste molta importanza il fatto
che la proposta del Sindacato dei Cittadini, a dispetto dei propositi e degli
obiettivi, presentasse molte lacune e contraddizioni.
Inizialmente sembrava che questi investitori socialmente
responsabili non avessero molta voglia di essere coinvolti, mentre alcuni di
essi non conoscevano nessuno dei dettagli relativi alla EYATh o al Sindacato
dei Cittadini. La stessa partecipazione degli Investitori presentava dei dubbi.
Mentre la versione del Sindacato sostiene che gli Investitori Responsabili si
sarebbero fatti carico del versamento della somma per l'acquisto della EYATh il
giorno stesso della transazione, un'altra versione sosteneva invece che la
somma necessaria a concludere la transazione, sarebbe stata messa a
disposizione del Sindacato, attraverso dei prestiti di piccolo importo. Resta da capire
se gli investitori avrebbero accettato di finanziare migliaia di cittadini con
il denaro necessario, e se il denaro sarebbe stato accreditato direttamente ai
cittadini e in quali termini. Date queste zone grigie all'interno della
proposta del Sindacato dei Cittadini, l'unica credibilità del gruppo K136 era
data dalla presenza di Robert Apfel, responsabile per la comunicazione con gli
investitori. La fiducia riposta in Apfel si è basata - racconta Kostas
Marioglou uno degli esponenti del Sindacato - sul fatto di "essere stato incaricato anche dal
governo greco di progettare il ruolo del settore privato (Private Sector
Involvement)". Secondo quanto afferma il gruppo K136, Apfel ha preso parte
al PSI come capo del Bondholder Communications Group. L'iniziativa è stata
anche sostenuta da John Redwood e da Citigate Dewe Rogerson. Redwood è stato il
consulente per la privatizzazione e in seguito nel 1983 primo consigliere
politico del governo di Margaret Thatcher, svolgendo un ruolo chiave nella
privatizzazione di British Telecom e in seguito di British Gas, ricoprendo
ancora oggi l'incarico di deputato tra le fila dei tories. Citigate Dewe
Rogerson è stato invece responsabile della comunicazione finanziaria e di
business per quasi tutte le privatizzazioni che sono state fatte in
Inghilterra. Tutto questo giustifica la seguente domanda: perchè società e
individui che conoscono le privatizzazioni meglio di chiunque altro, hanno
accettato di partecipare ad un' iniziativa che si oppone alla privatizzazione?
Robert Apfel: il capitalismo
dovrebbe essere instillato in ogni essere umano
Abbiamo rivolto questa domanda al sig. Apfel, il quale ha
risposto:" Credo che tutti abbiano da guadagnare con la privatizzazione.
Ritengo che il governo debba privatizzare la EYATh SA, in modo tale da rendere
l'azienda più vicina ai bisogni dei cittadini. Mi ricorda molto le
privatizzazioni fatte dalla Thatcher, quando il 62% delle azioni della British
Gas finirono nelle mani dei consumatori. Il governo concesse dei prestiti ad
interesse zero per consentire ai cittadini di poter acquistare le azioni della
società del gas. Sono consapevole del fatto che ancora oggi molti equiparano la
Thatcher a Satana, ma quella sua scelta consentì alla popolazione inglese di
entrare in possesso di buona parte del capitale della British Gas. Erano sufficienti 40 sterline per
acquisire una quota del capitale della società". Se dal nostro punto di
vista l'iniziativa intrapresa in Grecia dai K136 appare come qualche cosa di
nuovo e originale, il sig. Apfel la considera solo una nuova privatizzazione:
"La privatizzazione della EYATh eseguita in questo modo, può rappresentare
un esempio per tutta l'Europa. Un'altra iniziativa a cui sto lavorando è quella
che consentirà ai bambini di partecipare". Secondo la Banca Centrale Greca
gli abitanti della Macedonia centrale avrebbero nei loro portafogli e nei loro
conti bancari circa 2,8 miliardi di euro semplicemente risiedendo in quella
provincia. Questa è la ricchezza posseduta dalla regione della Macedonia
centrale, ed essa dovrà essere messa in circolazione. Credo che molti
all'interno del governo, incluso il sig. Samaras, saranno eccitati nel vedere
100 mila cittadini-capitalisti con i loro 136 euro a testa in mano, in attesa
di rilevare la loro quota della EYATh. Noi abbiamo bisogno di portare le grosse
aziende di stato più vicino ai cittadini. E per poter fare questo dobbiamo
andarle a prendere all'amministrazione centrale".
E' evidente come l'idea di capitalismo popolare illustrata
da Apfel sia in netta contraddizione con gli obiettivi promossi attraverso
l'iniziativa K136 di un'economia sociale solidaristica. Mentre L. Angelou
continua a sostenere come il progetto K136 differisca
profondamente da ciò che è accaduto in Inghilterra durante i governi della
Thatcher. Ciò principalmente a causa della sua natura "non profit",
oltre all'obiettivo di condividere conti e non azioni, Apfel nella sua risposta
alla nostra domanda se il progetto K136 sia simile o meno al progetto della
Thatcher, non lascia spazio a fraintendimenti: "Indubbiamente, si".
In ultima analisi l'iniziativa K136 si oppone ad un meccanismo consolidato,
mentre l'intenzione di Apfel è quella di riprodurre quel meccanismo in tutte le
sfere della vita sociale. Solamente se tutti quanti noi diventiamo dei
capitalisti convinti, e mettiamo in circolazione i nostri depositi all'interno
dell'economia reale, il sistema stesso sarà capace di rigenerarsi e di
sopravvivere alla sua attuale crisi. La diversità tra gli obiettivi perseguiti
da K136 e quelli di Apfel è dunque evidente. Tuttavia, saranno in grado di
condurre allo stesso risultato?
L'esperienza internazionale:
La privatizzazione dell'acqua produrrà effetti negativi per i
cittadini
Quello che sta accadendo in Grecia, oltre ad essere in
contrasto con un grossa esperienza accumulata negli anni passati circa gli
effetti negativi sulla popolazione della privatizzazione del servizio idrico,
si contrappone ad una tendenza molto attuale di servizi idrici che tornano ad
essere gestiti dal pubblico, dopo essere stati in precedenza privatizzati. Il
concetto che sta alla base della nazionalizzazione non è rappresentato solo dal
principio secondo il quale il servizio idrico deve esser gestito dal pubblico,
poichè rappresenta un bene essenziale, ma anche da motivazioni di ordine
economico, in quanto è stato ampiamente dimostrato come una gestione pubblica
sia in grado di soddisfare pienamente sia gli interessi dei cittadini che
quelli delle casse dello stato. Come ci ha raccontato il signor Kolokytha,
professore associato al dipartimento di Ingegneria Civile, presso l'Università
Aristotele: "Quando si tratta di portare l'acqua nelle case della
popolazione, l'acqua stessa deve essere considerata come un bene sociale, ed un
servizio idrico capace di portare nelle case della gente un'acqua di buona
qualità, in quantità adeguata e ad un costo sostenibile, rappresenta un obbligo per lo stato
centrale o per l'amministrazione locale. Qualsiasi impresa privata ha come
obiettivo principale quello di massimizzare il profitto, e questo lascia
intendere come essa non possa operare sul terreno dell'interesse sociale
generale".
"L'esperienza internazionale mostra come la
privatizzazione del servizio idrico metta a rischio il diritto di accesso ad
uno dei beni più importanti per la sopravvivenza umana. Il tipico esempio ci
viene dall'esperienza inglese. La privatizzazione del servizio idrico portata a
termine dalla Thatcher ha causato degli effetti drammatici sulla popolazione,
producendo un aumento del prezzo dell'acqua del 50% nei primi quattro anni
dall'ingresso dei privati, triplicando il numero delle famiglie insolventi,
abbassando il livello di qualità dell'acqua, aumentando i casi di dissenteria
dovuti alle pratiche di conservazione dell'acqua, e causando una
moltiplicazione esponenziale dei fenomeni di inquinamento della risorsa
idrica" afferma il parlamentare europeo Kriton Arsenis. Tra le dozzine di
casi di privatizzazioni fallimentari, quello esemplare è rappresentato sicuramente
dalla Bolivia, dove la privatizzazione è stata imposta come condizione
essenziale per la concessione del prestito da parte del Fondo Monetario
Internazionale. La privatizzazione in Bolivia ha causato un aumento
insostenibile del costo dell'acqua (200-300%). Le proteste della popolazione
sono in seguito sfociate in una tragedia, con sette manifestanti morti, ed il
governo è stato alla fine costretto a tornare sui suoi passi , rinazionalizzando il servizio idrico.
La ripubblicizzazione del
servizio idrico ed il referendum
Alcuni esempi di resistenza alla privatizzazione o di
ripubblicizzazione del servizio idrico si possono oggi vedere anche in Europa.
Il più importante è senza dubbio rappresentato da quello di Parigi, dove nel
2008 l'amministrazione comunale ha deciso di non rinnovare il contratto per la
gestione del servizio idrico alle due multinazionali francesi Suez e Veolia,
contratto datato 1985. L'amministrazione ha creato l'azienda municipalizzata
Eau de Paris affidandole nel 2010 la gestione del servizio idrico. Abbiamo
contattato Anne Le Strat, delegata dal sindaco di Parigi e presidente di Eau de
Paris, che ci ha detto :"La scelta di ripubblicizzare il servizio idrico è
stata dettata da una forte convinzione, quella secondo cui la gestione del
servizio idrico debba rispondere ad un interesse pubblico: l'acqua è un bene
comune, una risorsa vitale che deve essere controllata e gestita da un soggetto
che sia pienamente responsabile. Questa riforma della gestione del servizio
idrico si basa sull'impegno preciso da parte del comune di Parigi a considerare
l'acqua un servizio pubblico".
I risultati di questa riforma sono oggi apprezzabili in modo
evidente: 35 milioni di euro di profitti annuali, mentre il costo dell'acqua
potabile è stato per la prima volta ridotto nel 2011 dell'8%, dopo una crescita
a partire dal 1985 del 260%.
Nel 2011 in Italia si è tenuto un referendum, con il 95%
degli elettori italiani che si sono espressi contro la privatizzazione del
servizio idrico. Numerose pressioni esterne, poco democratiche, hanno tentato
di sovvertire questo enorme risultato, che tuttavia è stato ratificato nel
luglio 2012 dalla Corte Costituzionale.
A Vienna l'87% dei cittadini ha votato contro la
privatizzazione dei servizi pubblici locali, e tra questi anche il servizio
idrico.
David Hall ci ha raccontato che "Ogni volta che la
privatizzazione del servizio idrico è stata sottoposta a referendum popolare,
essa è stata puntualmente respinta in massa". Di conseguenza, la proposta
dell'amministrazione di Salonicco di sottoporre la privatizzazione del servizio
idrico ad un referendum viene vista molto positivamente, anche se l'esito non
viene ritenuto vincolante.
Il referendum è in grado di elevare il livello del
confronto, soprattutto a seguito dell'esclusione dell'iniziativa K136, che
alcuni consideravano come una soluzione di ripiego rispetto alla
privatizzazione pura e semplice.
In questo contesto un ruolo dominante viene svolto
dall'iniziativa SOSte to nero
(Salva l'acqua), che coordina attraverso un'assemblea, le
iniziative di una serie di agenzie e di organizzazioni che si oppongono alla
privatizzazione. Teoricamente la privatizzazione viene anche contrastata da
tutte le amministrazioni locali, le quali si sono espresse attraverso una
risoluzione unanime da parte dell'Unione Centrale delle Municipalità della
Grecia, contro la scelta del governo centrale di privatizzare il servizio
idrico locale e quello fognario. Il prossimo passo spetta al governo greco.
Accetterà di indire un referendum, con la possibilità di annullare la
privatizzazione, e quale sarà la posizione del Presidente della Repubblica, al
quale spetta l'ultima parola su questa materia? In ultimo, chi comanda in
questo Paese? La Suez ed il fondo TAIPED o la demos ossia la gente? L'etimologia della forma di governo
denominata democrazia, lascerebbe
presupporre che il potere sia detenuto dalla gente. Fino ad oggi la realtà ci
ha dimostrato il contrario. (traduzione di cm)