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domenica 16 agosto 2015

L'ipocrisia della Germania sulla privatizzazione dell'acqua in Grecia




La Germania è stata criticata per avere obbligato la Grecia a privatizzare i suoi servizi idrici, quando molte grandi città europee, inclusa Berlino, stano ripubblicizzando il servizio


Gli attivisti greci avvisano che la privatizzazione delle società idriche statali rappresenterebbe un passo indietro per il paese.

In base ai termini dell'accordo di salvataggio approvato dal Parlamento, la Grecia si è impegnata a sostenere un programma preesistente di privatizzazioni, che comprende anche i servizi idrici delle due principali città della Grecia - Atene e Salonicco.

E ' in corso, da alcuni anni, un importante dibattito sulla privatizzazione dell'acqua e sul ruolo delle imprese idriche. In tutta Europa un'ondata di proposte di privatizzazione, legate alle politiche di austerità, ha prodotto forti proteste in Irlanda, Italia, Grecia e Spagna. 

Allo stesso tempo, le amministrazioni di alcune delle principali città del nord d'Europa, tra cui Parigi e Berlino, hanno riacquistato le aziende idriche da quei privati ai quali le avevano vendute una decina di anni fa.

Il presidente del sindacato dei lavoratori della società idrica di Salonicco, George Argovtopoulos, ha dichiarato che il passaggio, da parte dell'azienda, ad un modello di gestione a scopo di lucro, produrrebbe un aumento dei prezzi per i consumatori oltre ad un peggioramento del servizio.
"Nell' Unione europea non ci sono più democrazia ed uguaglianza. E' diventata solo una forma di business ", ha detto, aggiungendo che il tipo di approccio adottato dalla Germania e che si basa su misure di austerità che richiedono la privatizzazione dell'acqua, rappresenta un modello basato sul principio "fa come dico, ma non seguire il mio esempio ".

"Sappiamo che a Berlino, solo due anni fa l'azienda idrica è tornata ad essere di proprietà dell'amministrazione, anche se hanno dovuto pagare poco meno di 600 milili di euro a Veolia [per riacquistare la sua quota]. E 'chiaro che il modello di privatizzazione dell'acqua ha fallito in tutto il mondo, " ha dichiarato Argovtopoulos.

Il ministro delle finanze tedesco si è rifiutato di rilasciare un commento, prima di una riunione dell' Eurogruppo svoltasi a Bruxelles, in cui il terzo accordo di salvataggio della Grecia sembrava pronto essere approvato. Ma il vice ministro delle finanze Jens Spahn ha dichiarato, la mattina seguente alla televisione  tedesca, che a beneficiare della vendita dei settori ferroviario e dell'energia elettrica dei greci, erano stati i tedeschi.

"La privatizzazione non rappresenta solo un modo per accumulare capitale, bensì una via per cambiare parti dell'economia", ha dichiarato. Il nuovo piano di salvataggio impone alla Grecia di svendere assets pubblici per un valore complessivo pari a 50 miliardi di euro.
Manuel Schiffler, un ex project manager della Banca Mondiale, autore del libro "Acqua, Politica e denaro", ha dichiarato che la privatizzazione ha un senso solo se vi sia la necessità di migliorare l'efficienza. In particolare nel caso di Salonicco, l'ex manager ha affermato che il sistema idrico è stato già abbastanza ben gestito. "Penso che - ha affermato l'ex manager  -  le ragioni per le quali venga fatta questa privatizzazione siano sbagliate. E' solo per motivi fiscali e non per migliorare i servizi forniti dall'azienda ".

Maude Barlow, presidente di Food & Water Watch, ha dichiarato che nei paesi in via di sviluppo anni di sperimentazione attraverso la privatizzazione hanno mostrato che : "La migliore risposta ad un cattiva gestione è una buona gestione. E non una privatizzazione. So che la Grecia non rappresenta un modello di perfezione ed ha i suoi problemi, ma privatizzare il sistema idrico non costituisce una buona risposta alla crisi ".

La denuncia di Argovtopoulos è stato sostenuta in Germania dagli attivisti per l'acqua pubblica.
"E' in corso in Germania un'ondata di riappropriazione pubblica di questa risorsa, dopo aver sperimentato il fallimento del privato nella gestione delle tariffe, si è verificato come il servizio idrico non possa essere lasciato in mano ai manager di un consiglio di amministrazione, assetati di profitto," ha dichiarato al giornale greco Kathimerini la leader dell'Alleanza Tedesca per una Gestione Pubblica delle Acque, Christa Hecht . "L'acqua è un bene pubblico essenziale ed i Greci hanno ragione a volerlo mantenere pubblico."



I ribelli della Germania
Secondo Schiffler, a Berlino, in 12 anni di gestione e proprietà privata le tariffe sono aumentate di quasi un quarto. Ma se sia stata o meno colpa della privatizzazione è argomento molto dibattuto.
Schiffler ha dichiarato che l'aumento è stato solo marginalmente superiore alla media degli aumenti registrata in Germania, e che la privatizzazione a Berlino, ha effettivamente portato risultati positivi per i consumatori, in termini di una maggiore efficienza e di un migliore servizio  .

Malgrado ciò, a Berlino, il consorzio di gestione composto da Veolia, RWE e Allianz è stato ritenuto responsabile dell' insoddisfazione generale dell'utenza. Tra il 2012 ed il 2013 la città ha riacquistato le azioni dell'azienda municipalizzata Berlinwasser, sebbene quest'ultima avesse un elevato livello di indebitamento. L'esempio è stato ripetuto in altre otto città tedesche, tra cui Stoccarda ed Amburgo.

Barlow ha dichiarato: "[Ora] Chiedono alla Grecia di fare esattamente il contrario di ciò che stanno facendo in Germania".

Se il governo greco decidesse di vendere le azioni delle sue più importanti società idriche, sia Suez che Veolia, le due aziende idriche francesi più importanti al mondo, saranno tra le imprese interessate ad acquistarle. Eppure in Francia - un altro dei creditori della Grecia, dopo la Germania - a partire dal 2000, ben 49 città hanno ripubblicizzato la loro acqua.

"Si tratta di una colonizzazione finanziaria", ha dichiarato Argovtopoulos. "Il tentativo da parte di aziende del nord Europa, provenienti dai paesi ricchi, di conquistare il monopolio in mercati come quello dei servizi idrici , dell' elettricità e del gas, nei paesi poveri del sud dell' Europa. 
E' solo un gioco di potere e denaro ".

I cambiamenti di gestione del servizio idrico imposti dalle politiche di austerità sono stati ferocemente combattuti in tutti i paesi più indebitati d'Europa. A Dublino, quest'anno, ci sono state forti proteste a seguito della proposta del governo di far pagare il consumo dell'acqua direttamente agli utenti, invece che attraverso le tasse. Questo tentativo è stato visto come un primo passo verso la svendita del servizio idrico irlandese.

Un tentativo di privatizzazione dell'acqua da parte dell'ex primo ministro italiano, Silvio Berlusconi, è stato sconfitto nel 2011 da un referendum che ha ottenuto il 95% dei consensi degli aventi diritto.
Lo scorso anno a Salonicco un referendum simile ha ottenuto il voto sfavorevole del 98% degli elettori.

Un rapporto del 2014 redatto da Satoko Kishimoto, del Transnational Institute, ha evidenziato come in tutto il mondo 180 città hanno riacquistato (o remunicicpalizzato) il loro servizio idrico. Nel rapporto la ricercatrice afferma come questa sia stata la risposta agli aumenti indiscriminati della tariffa ed alla perdita del controllo su di una risorsa fondamentale.

"Un'azienda di acqua pubblica - ha affermato Kishimoto - è molto più strettamente regolata ed obbligata a fornire servizi idrici per tutti".

Barlow ha dichiarato che la privatizzazione del servizio idrico dovuto a motivazioni legate all'austerità  ha rappresentato una sfida per il diritto all'acqua, recentemente sancito dalle Nazioni Unite.

"Fino a cinque anni fa - ha affermato Barlow - quando si parlava del diritto umano all'acqua, si intendeva fare riferimento al sud del mondo. Ora invece è al nord ".

In Grecia, dove la gente ha votato a grande maggioranza contro una serie di misure di salvataggio meno pesanti di quelle che il primo ministro Alexis Tsipras è stato obbligato a firmare, c'è grande preoccupazione sui servizi che verranno tagliati per primi.

Nel 2014, il tentativo del governo Samaras di svendere, a causa dei tagli imposti dalla politiche recessive, il servizio idrico di Atene, è stato ostacolato dall'alta Corte ellenica che ha giudicato la vendita come incostituzionale. Argovtopoulos ha dichiarato che qualsiasi azione di Tsipras tesa a  procedere contro la volontà dei cittadini e la sentenza dell'alta Corte ellenica verrebbe  interpretata molto mala dalla comunità frustrata.
"Ci aspettiamo che questo governo rispetti tale decisione [dalla Corte]. Si tratta di un punto di cruciale per questo governo. Se oltrepasserà questa linea rossa, verrà giudicato come il precedente governo" . 



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mercoledì 7 agosto 2013

Il rapporto di Cittadinanzattiva sugli aumenti delle tariffe dell'acqua per il 2012








 L'associazione di consumatori Cittadinanzattiva ha in questi giorni presentato un report relativo agli aumenti della tariffa dell'acqua riscontrati nelle varie province italiane.
In media negli ultimi 6 anni la tariffa dell'acqua è aumentata in tutta Italia del 33%. In 40 città l'aumento è stato pari al 40%. In particolare gli aumenti più elevati si sono registrati a Reggio Calabria +164,5%, a Lecco +126%, e a Benevento+100%.
La Toscana è la regione più cara, mentre Isernia, Milano, Trento sono le città più virtuose in cui l'acqua costa di meno.
L'indagine, svolta dall'Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva ha esaminato il consumo idrico per uso domestico in tutti i capoluoghi di provincia durante il 2012. Dall'indagine è possibile individuare un prezzo medio a metro cubo dell'acqua pari a 0,826 euro, con un +6% rispetto al 2011, ed un +27,7% rispetto al 2007. A questo viene associato un canone di depurazione e fognatura di 0,669 euro a metrocubo ( +9% rispetto al 2011 e +40% rispetto al 2007) oltre ad una quota fissa pari a 23,5 euro annui, con un +6,85 rispetto al 2011 ed un +38,2% rispetto al 2007.
Gli aumenti maggiori si sono registrati nelle regioni centrali, con un +9% dal 2011 ed un +47,1% rispetto al 2007. In media un residente in una regione centrale spende annualmente per l'acqua 412 euro, contro i 378 dell'anno precedente ed i 280 del 2007. I residenti al nord hanno pagato invece nel 2012 una bolletta dell'acqua annuale media di 284 euro, contro i 270 dell'anno precedente ed i 215 del 2007. Come già detto la regione più cara è la Toscana dove la bolletta annuale dell'acqua per il 2012 è stata di 470 euro. Seguono le Marche con 403 euro, l'Umbria 392 euro, l'Emila 388 euro e la Puglia 366 euro. Le prime cinque città in cui il servizio idrico è più caro sono tutte toscane: la prima è Firenze con 509 euro l'anno, seguono a pari merito Pistoia e Prato (509), Arezzo con 496, Grosseto e Siena con 493 euro, Livorno con 485, Pesaro e Urbino con 481 e infine Pisa, con 471 euro l'anno.
Nella gestione del servizio idrico la qualità e la quantità degi investimenti influiscono positivamente sulla qualità del servizio. Un indicatore importante circa la capacità di gestione è dato dal tasso di dispersione idrica, che misura la capacità del gestore del servizio di controllare e prevedere il grado di usura delle condutture oltre alla capacità di sostituirle per tempo. Un basso tasso di dispersione sta a sigificare un' elevata capacità di gestione della rete idrica. Secondo un'indagine svolta da Legambiente le regioni italiane con il più elevato tasso di dispersione sono l'Abruzzo con un 48%, la Sardegna con un 45%, Sicilia con 42%, Campagna e Calabria con un 40% , Lazio con 39%, Friuli venezia Giulia con 38%, Puglia con 35%. In media le perdite di acqua in Italia raggiungono il 33%, vale a dire circa un terzo dell' acqua immessa nelle tubature viene dispersa dalla rete.
Analizzando le singole città, i tassi di dispersione più elevati si riscontrano a Cosenza con un 68%, Campobasso 65%, Latina 62%, Trieste e Gorizia con 56, seguite da Avellino con 55%, Grosseto con 54%, Palermo 52%, Siracusa 50%.

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