Nell'assemblea dei sindaci della provincia di Latina
svoltasi ieri, una stretta maggioranza dei comuni presenti, 15 su 38, ha deciso
di dare mandato al presidente dell'assemblea e della provincia Armando Cusani,
per riacquistare le azioni di Acqualatina spa attualmente in mano ai privati.
Malgrado l'esito del referendum del 2011 la conferenza aveva
fino ad ora continuato ad applicare in tariffa il criterio della remunerazione
del capitale investito, quel fatidico 7% abolito attraverso un esplicito
quesito referendario. Questo è accaduto fino a qualche mese fa, quando il
presidente Cusani proponeva di abolire tale remunerazione e di tornare ad una
gestione interamente pubblica. La decisione prevede infatti il trasferimento di
tutti i poteri del gestore idrico in mano ai comuni, posto che a partire dal
2014 la provincia di Latina sarà soppressa.
Attualmente il 51% delle azioni di Acqualatina sono in mano
ai comuni, in proporzione alla popolazione residente, mentre il 49% è in mano a
privati, in particolare alla società Idrolatina spa, il cui capitale è quasi
interamente posseduto dalla multinazionale francese Veolia.
Dopo il rinvio della settimana scorsa, ieri è stato quindi
votato il riacquisto delle quote dei privati. I comuni dissenzienti, Aprilia,
Bassiano, Pontinia, Formia, , Cori, Roccagorga, , Amaseno, Giuliano di Roma,
Nettuno, Priverno e Lenola amministrati dal centrosinistra, hanno presentato un
documento alternativo, che però non è stato votato. Nel documento i comuni
chiedevano sempre un ritorno in mano pubblica di Acqualatina ma attraverso uno
studio di fattibilità che analizzasse la situazione finanziaria ed economica
del gestore. Il nodo appare dunque essere stato quello della situazione
finanziaria di Acqualatina, con un deficit di bilancio stimato di 80 milioni di
euro. I dissenzienti si incontreranno il 5 ottobre a Formia per decidere la
strategia da assumere. Questi ultimi contestano la mancanza di un reale
dibattito sulla decisone, oltre alla scelta di Cusani di esprimersi nel merito,
posto che per regolamento il presidente dell'assemblea non avrebbe diritto di
voto.
CM
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