martedì 1 ottobre 2013

L'assemblea dei sindaci dell'Ato4 ripubblicizza Acqualatina







Nell'assemblea dei sindaci della provincia di Latina svoltasi ieri, una stretta maggioranza dei comuni presenti, 15 su 38, ha deciso di dare mandato al presidente dell'assemblea e della provincia Armando Cusani, per riacquistare le azioni di Acqualatina spa attualmente in mano ai privati.
Malgrado l'esito del referendum del 2011 la conferenza aveva fino ad ora continuato ad applicare in tariffa il criterio della remunerazione del capitale investito, quel fatidico 7% abolito attraverso un esplicito quesito referendario. Questo è accaduto fino a qualche mese fa, quando il presidente Cusani proponeva di abolire tale remunerazione e di tornare ad una gestione interamente pubblica. La decisione prevede infatti il trasferimento di tutti i poteri del gestore idrico in mano ai comuni, posto che a partire dal 2014 la provincia di Latina sarà soppressa.
Attualmente il 51% delle azioni di Acqualatina sono in mano ai comuni, in proporzione alla popolazione residente, mentre il 49% è in mano a privati, in particolare alla società Idrolatina spa, il cui capitale è quasi interamente posseduto dalla multinazionale  francese Veolia.
Dopo il rinvio della settimana scorsa, ieri è stato quindi votato il riacquisto delle quote dei privati. I comuni dissenzienti, Aprilia, Bassiano, Pontinia, Formia, , Cori, Roccagorga, , Amaseno, Giuliano di Roma, Nettuno, Priverno e Lenola amministrati dal centrosinistra, hanno presentato un documento alternativo, che però non è stato votato. Nel documento i comuni chiedevano sempre un ritorno in mano pubblica di Acqualatina ma attraverso uno studio di fattibilità che analizzasse la situazione finanziaria ed economica del gestore. Il nodo appare dunque essere stato quello della situazione finanziaria di Acqualatina, con un deficit di bilancio stimato di 80 milioni di euro. I dissenzienti si incontreranno il 5 ottobre a Formia per decidere la strategia da assumere. Questi ultimi contestano la mancanza di un reale dibattito sulla decisone, oltre alla scelta di Cusani di esprimersi nel merito, posto che per regolamento il presidente dell'assemblea non avrebbe diritto di voto.

CM

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