sabato 26 ottobre 2013

La Campania si svende l'acqua












In barba all'esito del referendum sull'acqua e sui servizi pubblici la regione Campania ha presentato una bozza di legge sul ciclo delle acque che offre ai privati, mettendola sul mercato, la gestione del servizio idrico integrato.
La bozza, approvata dalla giunta regionale, è ora passata all'esame della commissione regionale competente. 
La proposta di privatizzazione accoglie in pieno l'idea avanzata dal ministro Zanonato che prevede un allentamento del patto di stabilità, con la possibilità concreta di ricevere fondi da destinare alla spesa pubblica, per quei comuni che decidono di privatizzare i loro servizi.
I movimenti referendari hanno chiesto ai consiglieri regionali un confronto, che è stato fissato per il giorno 30 ottobre.
La bozza di legge prevede anche la riorganizzazione della gestione in tre ATO rispetto ai quattro attuali, con l'accorpamento dell' ATO 2 di Napoli con quello di Caserta ed una parte di quello salernitano. Si avrebbe così un ATO sovradimensionato come numero di utenti, si parla di circa quattro milioni, molto simile all' ATO 2 di Roma. Questo progetto appare tagliato su misura sulle esigenze di economie di scala da parte di un già ben delineato gestore privato. Riguardo all'indebitamento accumulato dalla Regione Campania nei confronti dell'attuale gestore, la Gori spa, pari a 282 milioni (il cui 37% è in mano ad ACEA spa), il commissario straordinario dell' ATO, Carlo Sarro, senatore del Pdl nonchè avvocato di Nick o' Americano, alias Nicola Cosentino, ha negoziato una parziale cancellazione del debito per 70 milioni, mentre la restante parte è stata dilazionata in un periodo di 20 anni, i primi dieci senza interessi. 
Questo piano di rientro ha inoltre disposto un aumento della tariffa idrica a carico della fascia media di utenze del 13,4%, con possibili ulteriori incrementi futuri. Per escludere dall'eventuale gara per l'affidamento l'attuale gestore dell' ATO  2 Napoli, l'azienda speciale ABC, la Regione ha inviato a quest'ultima un' ingiunzione di pagamento per 100 milioni di euro, relativa al mancato pagamento degli oneri di depurazione, atto impugnato da ABC attraverso l'amministrazione comunale. La nuova normativa in esame presso la commissione regionale prevede inoltre un meccanismo sanzionatorio che scatterebbe automaticamente qualora il Piano d'Ambito non venisse approvato dai comuni interessati nei termini previsti dalla legge. Le sanzioni andrebbero da un minimo di 10 centesimi ad un massimo di 50 per ciascun utente del servizio. 

CM

Nessun commento:

Posta un commento