lunedì 9 gennaio 2012


Guerra in Iraq

Croce Rossa: Milioni di Iracheni a rischio 
per l'acqua inquinata

di Angela Balakrishnan, The Guardian 31 ottobre 2008

Dieci litri di acqua in bottiglia costano 50 centesimi, ma molti iracheni non possono permetterseli e bevono l'acqua inquinata dei fiumi .


La Croce Rossa ha affermato oggi che i maggiori livelli di sicurezza raggiunti non hanno impedito all'Iraq di diventare il teatro di una delle più gravi crisi umanitarie legate al servizio idrico ed agli scarichi fognari, sottoponendo milioni  di persone al rischio di contrarre  gravi malattie.
La dichiarazione rilasciata dal Comitato Internazionale della Croce Rossa prosegue con la costatazione che dal marzo di quest'anno, mese in cui l'organizzazione umanitaria ha presentato il suo rapporto sull'Iraq, la situazione non è affatto migliorata.
Nessun passo in avanti nella Crisi Umanitaria in cui versa il Paese.
Il report della Croce Rossa ha accertato che la situazione umanitaria in Iraq a seguito dell'invasione è la peggiore del mondo.
E' recente la scoperta che i servizi idrici del Paese distrutto dalla guerra sono ulteriormente peggiorati, anche per quel che riguarda la principale infrastruttura di base.
Oltre il 40% della popolazione irachena è costretta a fare uso di un'acqua di scarsa qualità e in scarsa quantità; milioni di persone, soprattutto bambini, sono sottoposte al grave rischio di contrarre malattie legate a un'acqua inquinata.
I casi di colera hanno raggiunto i livelli massimi in diverse province, durante i mesi di agosto e di settembre.
"Gli iracheni hanno urgentemente bisogno di accedere ad un' acqua pulita. Essi cercano di prenderla dai fiumi e dalle sorgenti, ma questi sono  tutti inquinati, e quindi molte persone si ammalano" afferma Patrick Yussef, capo della sub delegazione della Croce Rossa a Baghdad.
La maggior parte dell'acqua irachena proviene da due fiumi, il Tigri e l'Eufrate, che sono molto inquinati dagli scarichi delle abitazioni.
Nelle zone più povere di Baghdad, le strade sono invase dai liquami fognari, che vengono assorbiti dai muri  e dai pavimenti delle abitazioni, fino a che non crollano.
Anche se dieci litri di acqua in bottiglia costano solo 50 centesimi (US), molti ircheni non possono permetterseli, e sono costretti a bere l'acqua dei fiumi.
Gli ospedali fanno fatica a curare i sempre più numerosi casi di persone ammalate per via dell'acqua inquinata.
Le strutture e i medicinali scarseggiano e i black out energetici sono frequenti.
"Ci sono stati dei miglioramenti nei mesi scorsi, sia in termini di sicurezza che di servizi essenziali", sostiene Juan Pedro Schaerer, capo della delegazione della Croce Rossa in Iraq.
"Ma sono ancora molti gli iracheni che non possono scegliere e che sono costretti a bere acqua inquinata e a vivere in condizioni insalubri".
I più vulnerabili sono quelli che vivono al di fuori delle città e nei sobborghi, senza avere la possibilità di accedere alla rete idrica.
La Croce rossa sta cercando di penetrare nelle zone più interne del paese e pensa che ci vorranno degli anni per avere dei miglioramenti.
Ma Schaerer ritiene che la situazione di numerosi civili rimane ancora molto grave.
"Sicuramente il numero di civili morti è ora minore che nel corso del conflitto", sostiene.
"Tuttavia, uomini, donne e bambini continuano ad morire in attacchi terroristici tutti i giorni".
"La Croce Rossa ricorda alle parti del conflitto che esiste l'obbligo per loro derivante dalle convenzioni internazionali, di proteggere e rispettare i civili".





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