Latina Oggi, Martedì 30 Settembre
Firmata ieri a Latina, dal Commissario ad acta, la convenzione sui fondi per la bonifica. I Consorzi piegano l’Ato4
Acqualatina dovrà restituire 4,5 milioni di euro
all’ente di Corso Matteotti
IL BLITZ si è consumato ieri mattina nella sala conferenze del Consorzio di Bonifica di Corso Matteotti, dove il Commissario ad acta nominato dal governatore Marrazzo, l’architetto Luca Colosimo, ha sottoscritto con il presidente regionale dei Consorzi di bonifica del Lazio, Massimo Gargano, il contratto di convenzione che impegna l’Ato 4 a corrispondere al Consorzio di Bonifica dell’Agro Pontino (ma anche ai consorzi del Sud Pontino e di Pratica di Mare) le somme che Acqualatina non ha mai voluto versare nelle casse dell’ente di Corso Matteotti malgrado l’impegno assunto contestualmente all’aggiudicazione dell’appalto per la fornitura del servizio idrico nell’intero bacino dell’ambito territoriale ottimale. Somme calcolate nell’ordine del milione e mezzo di euro all’anno, e che nella convenzione stipulata ieri a Latina si intendono da restituire anche per gli anni pregressi dal 2006 al 2008, tre annualità che dovrebbero portare nelle casse dell’ente diretto da Riccardo Spagnolo circa 4,5 milioni di euro come riconoscimento dell’arretrato, oltre alla quota annua a partire dal 2009. Si tratta del denaro che i contribuenti hanno smesso di versare ai Consorzi di Bonifica all’indomani dell’entrata in scena degli Ato, cui compete la gestione idrica, anche in termini di manutenzione e sicurezza, nei centri abitati serviti. Gli accordi assunti con la Regione Lazio e fissati anche nel disciplinare di gara per la gestione del servizio idrico prevedono che siano le imprese vincitrici dell’appalto a riscuotere dai cittadini la tassa relativa al servizio effettuato dai Consorzi e a «girarla» subito dopo agli stessi enti consortili. Ma questo, a Latina come altrove, non è mai avvenuto. Con effetti nefasti sui consorzi. Quello dell’Agro Pontino, ad esempio, privato di oltre 4 milioni di euro è entrato in sofferenza già da un paio d’anni, con inevitabili conseguenze in termini di operatività e di gestione del personale. «Ci siamo resi conto subito delle difficoltà cui andavamo incontro a causa della mancata corresponsione delle somme da parte di Acqualatina - spiega Riccardo Spagnolo – Abbiamo immediatamente tentato l’approccio con Acqualatina, ma senza alcun risultato, fino a dover annunciare già nel 2007 la sospensione del servizio. Ci ha bloccato l’assessore Zaratti imponendo la piena operatività dei consorzi e poi, quando stavamo per fermarci di nuovo, è intervenuto Marrazzo nominando il Commissario ad acta ». Acqualatina ha cercato di resistere alle richieste del Consorzio e della Regione Lazio con un ricorso al Tar, ma i giudici lo avevano rigettato. Senza darsi per vinta, Acqualatina ha tentato la carta del Consiglio di Stato: l’udienza è fissata per oggi, ma comunque vadano le cose, il Commissario Colosimo e il Presidente Gargano hanno già firmato la convenzione .
LA PRASSI
Contratto ignorato e controlli inesistenti GIU’ la maschera per una volta: la società di gestione delle acque (tutte) non ha ottemperato ad una parte importante del contratto stipulato con gli enti pubblici del territorio Ato4. Non lo ha fatto con i Consorzi di Bonifica che, per questo, stavano quasi per fallire. E non lo ha fatto con i Comuni, solo che in quest’ultimo caso non tutti i sindaci lo dicono. Alcuni non possono farlo perché altrimenti dovrebbero contestare una gestione dell’acqua di cui essi stessi sono parte, direttamente o tramite prestanome. L’uso della forza della legalità da parte della Regione Lazio e dei Consorzi di Bonifica è la dimostrazione di quanto sia stato difficile, possiamo dire impossibile, instaurare un dialogo con la società e con i suoi controllori semplicemente per far rispettare un contratto esecutivo. Si può immaginare cosa comporta trattare su investimenti e tariffe con Acqualatina spa e i suoi fidi controllori, ossia la Conferenza dei sindaci e la Segreteria Tecnica Operativa. Fino ad oggi, anche nel caso dei Consorzi, l’unica risposta della società è stata di tipo giudiziario: ricorsi, appelli, intimazioni di pagamento. E le parcelle legali vengono, naturalmente, caricate sulle bollette degli utenti.
G. D. M.
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