sabato 7 gennaio 2012


LA RIPUBBLICIZZAZIONE DELL'ACQUA
A POTSDAM


Nel giugno 2000 l'Acquedotto di Potsdam recede senza preavviso 
dalla partecipazione in Eurawasser GmbH, filiale tedesca di 
Ondeo Services, ex Suez Lyonnaise des Eaux e Thyssen-Krupp
/RWE.
Per tappare i buchi di bilancio alla fine del 1997 il Consiglio 
Comunale di Potsdam aveva approvato la privatizzazione parzia-
le dell'Acquedotto, cedendone il 49% a Eurawasser GmbH nella 
speranza di far diminuire il prezzo dell'acqua per gli utenti e fare 
in modo che i Comuni interessati dal servizio idrico potessero 
risparmiare sulle spese complessive.
Ma anzichè diminuire le tariffe Eurawasser volle mettere le mani 
nelle tasche dei cittadini. 
Dopo due successivi aumenti della tariffa idrica, all'annuncio del 
terzo il comune decide di recedere dal contratto. 
"Poichè un'impresa privata come Eurawasser vuole soprattutto 
realizzare profitti" - così l'amministrazione comunale in una dichiarazione 
a proposito della disdetta del contratto - "sul calcolo dei costi sono state 
espresse opinioni diverse".
Nel 1998 si era cominciato con 4,92 marchi e in giugno si era già 
arrivati a 8,80 marchi.
Nei successivi 17 anni Eurawasser intendeva aumentare ancora 
una terza volta il prezzo dell'acqua del 100% ( da 8,80 marchi a 
16,40 marchi al metro cubo) e ciò nonostante il fabbisogno di 
acqua stesse diminuendo.
Il 19 giugno 2000 la città di Potsdam recede dal contratto siglato 
con la società privata franco-tedesca Eurawasser con sede a 
Berlino. 
La cessazione della cooperazione è costata alla città tedesca dai 
5 ai 10 milioni di marchi.
L'esborso per il riacquisto della quota di partecipazione ammon-
tava a 4,9 milioni di marchi e a Eurawasser fu inoltre pagato un 
indennizzo il cui ammontare non è mai stato rivelato.
Degno di nota è il fatto che la decisione del borgomastro Platzeck 
abbia avuto il sostegno di tutte le rappresentanze politiche. 
Tuttavia la PDS ha fatto notare che l'Acquedotto, una volta tornato 
completamente pubblico, non si sarebbe sottratto ad aumenti 
tariffari.
La disdetta senza preavviso del contratto fu preparata nell'arco 
di 5 mesi. 
Secondo Platzeck il dossier Eurawasser, costituito da 15 contrat-
ti, conteneva alcuni "paragrafi non propriamente felici" per 
Potsdam.
Tra l'altro, la direzione dell'azienda, e quindi il potere decisionale, 
era di competenza del socio di minoranza Eurawasser nella 
persona del suo direttore Pierre Butz. Non c'era un consiglio di 
amministrazione, soltanto un ufficio di coordinamento.
Evidentemente, ritenendo che la "povera" città di Potsdam non 
sarebbe mai potuta tornare sui suoi passi, Eurawasser, secondo 
quanto affermato da Christian Ernst, amministratore della quota 
di partecipazione della città, aveva lasciato aperta la possibilità 
di ricomprare la quota di Eurawasser  per un importo pari a 4,9 
milioni di marchi.
Inoltre Eurawasser avrebbe potuto pretendere da due a tre 
milioni di marchi a titolo di onorari per la sua consulenza.
Il denaro necessario per il riscatto è stato prelevato dal capitale 
dell'Ente acque di Potsdam, capitale che ammonta a 19 milioni di 
marchi circa, a fronte di un debito di circa 240 milioni, debito che 
avrebbe reso impossibile una vendita successiva dell'azienda. 
La porzione più rilevante di tale  debito è costituita dal mutuo di 
167 milioni di marchi che l'Ente acque  aveva acceso con la 
Commerzbank e che avrebbe dovuto consentirgli di tappare i 
buchi di bilancio.
In ogni caso tutto il debito complessivo graverà sui 
cittadini di Potsdam, i quali saranno costretti in futuro a  pagare una tariffa 
elevata, ma che sarà comunque inferiore di quella stabilita da Eurawasser 
di circa 4 marchi.
Per il momento i dipendenti dell'Ente acque di Potsdam, in totale 
235, saranno stati tutti riassunti. 
Tuttavia il capo del consiglio di fabbrica Klaus Lash nutre seri 
dubbi sulla piena occupazione così come sulla capacità della 
nuova direzione di amministrare l'azienda secondo criteri più 
economici.   

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