LA RIPUBBLICIZZAZIONE DELL'ACQUA
A POTSDAM
Nel giugno 2000 l'Acquedotto di Potsdam recede senza preavviso
dalla partecipazione in Eurawasser GmbH, filiale tedesca di
Ondeo Services, ex Suez Lyonnaise des Eaux e Thyssen-Krupp
/RWE.
Per tappare i buchi di bilancio alla fine del 1997 il Consiglio
Comunale di Potsdam aveva approvato la privatizzazione parzia-
le dell'Acquedotto, cedendone il 49% a Eurawasser GmbH nella
speranza di far diminuire il prezzo dell'acqua per gli utenti e fare
in modo che i Comuni interessati dal servizio idrico potessero
risparmiare sulle spese complessive.
Ma anzichè diminuire le tariffe Eurawasser volle mettere le mani
nelle tasche dei cittadini.
Dopo due successivi aumenti della tariffa idrica, all'annuncio del
terzo il comune decide di recedere dal contratto.
"Poichè un'impresa privata come Eurawasser vuole soprattutto
realizzare profitti" - così l'amministrazione comunale in una dichiarazione
a proposito della disdetta del contratto - "sul calcolo dei costi sono state
espresse opinioni diverse".
Nel 1998 si era cominciato con 4,92 marchi e in giugno si era già
arrivati a 8,80 marchi.
Nei successivi 17 anni Eurawasser intendeva aumentare ancora
una terza volta il prezzo dell'acqua del 100% ( da 8,80 marchi a
16,40 marchi al metro cubo) e ciò nonostante il fabbisogno di
acqua stesse diminuendo.
Il 19 giugno 2000 la città di Potsdam recede dal contratto siglato
con la società privata franco-tedesca Eurawasser con sede a
Berlino.
La cessazione della cooperazione è costata alla città tedesca dai
5 ai 10 milioni di marchi.
L'esborso per il riacquisto della quota di partecipazione ammon-
tava a 4,9 milioni di marchi e a Eurawasser fu inoltre pagato un
indennizzo il cui ammontare non è mai stato rivelato.
Degno di nota è il fatto che la decisione del borgomastro Platzeck
abbia avuto il sostegno di tutte le rappresentanze politiche.
Tuttavia la PDS ha fatto notare che l'Acquedotto, una volta tornato
completamente pubblico, non si sarebbe sottratto ad aumenti
tariffari.
La disdetta senza preavviso del contratto fu preparata nell'arco
di 5 mesi.
Secondo Platzeck il dossier Eurawasser, costituito da 15 contrat-
ti, conteneva alcuni "paragrafi non propriamente felici" per
Potsdam.
Tra l'altro, la direzione dell'azienda, e quindi il potere decisionale,
era di competenza del socio di minoranza Eurawasser nella
persona del suo direttore Pierre Butz. Non c'era un consiglio di
amministrazione, soltanto un ufficio di coordinamento.
Evidentemente, ritenendo che la "povera" città di Potsdam non
sarebbe mai potuta tornare sui suoi passi, Eurawasser, secondo
quanto affermato da Christian Ernst, amministratore della quota
di partecipazione della città, aveva lasciato aperta la possibilità
di ricomprare la quota di Eurawasser per un importo pari a 4,9
milioni di marchi.
Inoltre Eurawasser avrebbe potuto pretendere da due a tre
milioni di marchi a titolo di onorari per la sua consulenza.
Il denaro necessario per il riscatto è stato prelevato dal capitale
dell'Ente acque di Potsdam, capitale che ammonta a 19 milioni di
marchi circa, a fronte di un debito di circa 240 milioni, debito che
avrebbe reso impossibile una vendita successiva dell'azienda.
La porzione più rilevante di tale debito è costituita dal mutuo di
167 milioni di marchi che l'Ente acque aveva acceso con la
Commerzbank e che avrebbe dovuto consentirgli di tappare i
buchi di bilancio.
In ogni caso tutto il debito complessivo graverà sui
cittadini di Potsdam, i quali saranno costretti in futuro a pagare una tariffa
elevata, ma che sarà comunque inferiore di quella stabilita da Eurawasser
di circa 4 marchi.
Per il momento i dipendenti dell'Ente acque di Potsdam, in totale
235, saranno stati tutti riassunti.
Tuttavia il capo del consiglio di fabbrica Klaus Lash nutre seri
dubbi sulla piena occupazione così come sulla capacità della
nuova direzione di amministrare l'azienda secondo criteri più
economici.
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