domenica 8 gennaio 2012


La ri-progettazione di una provincia inquinata in Italia


[International Herald Tribune 12.10.06]

Terracina, Italia - Prima di ritirare le sue reti dalla rive di un canale ricco di giunchi, Michele Assunto usa un’asta per spingere via l’immondizia. “Devono davvero pulire tutto qui” ha grugnito.

Nel punto in cui un altro canale si riversa nel mare nella piccola comunità di Porto Bodino, gli unici animali che possono sopravvivere sono ratti giganti, dicono i funzionari locali. Certo, il mare non è fatto per nuotare per 200 metri ad ogni lato dello scarico, aggiungono con una scrollata di spalle - eppure i bagnanti si tuffano nel Mediterraneo lí vicino.

In molte parti di questa ricca regione costiera a sud-est di Roma e nord-ovest di Napoli, i canali che riversano nel mediterraneo reflui da processi agricoli e industriali coesistono con i pescatori e i bagnanti. La zona avrebbe chiaramente bisogno di molto lavoro per essere riportata a uno stato piú naturale. Per posti cosí contaminati, una nuova generazione di architetti paesaggisti raccomanda una soluzione radicale: non tanto ristabilire l’ambiente, quanto riprogettarlo.

“E’ talmente ecologicamente sbilanciato che se proseguirà cosí, si autodistruggerà” ha detto Alan Berger, un architetto paesaggista al Massachusetts Institute of Technology (MIT), che recentemente stava curiosando con grande entusiasmo fra i canali puzzolenti, chiaccherando con i pescatori come Assunto. “Non si possono rimuovere l’economia e le persone” ha aggiunto. “Dal punto di vista ecologico, non si puó rigenerare. Bisogna andare avanti, mettere questo posto su un’altra strada.”

La progettazione della natura potrebbe sembrare un ossimoro o un atto di arroganza. Ma invece di raccomandare semplicemente la chiusura di fattorie e fabbriche inquinanti,Berger si è specializzato nella creazione di nuovi ecosistemi in ambienti gravemente danneggiati: ridirigere il corso dei fiumi, spostare colline, costruire isole e piantare nuove specie di piante che assorbano l’inquinamento per creare luoghi naturali, sebbene “artificiali”, che possano essenzialmente auto-mantenersi.

Berger, che è il fondatore di P-Rex (Progetto di Bonifica d’Eccellenza), basato a MIT, ha firmato un contratto con la provincia di Latina per progettare un piano ecologico per le zone piú inquinanti di questa regione. Vuole che il governo compri un tratto di 200 ettari, quasi 500 acri, in una valle posizionata strategicamente attraverso la quale oggi scorre l’acqua piú gravemente inquinata. Lí vorrebbe creare una palude che funzionerebbe da stazione di purificazione naturale prima che l’acqua raggiungesse il mare e le zone residenziali.

E’ ovvio che ci vogliono anche leggi migliori, principalmente per contenere lo scarico di sostanze inquinanti nel canale. Ma un’attenta miscela del giusto tipo di piante, terra, pietre e canali di scarico filtrerebbero l’acqua mentre scorre lentamente, dice Berger. Il terreno servirebbe anche da nuovo parco.

Berger ha ammesso senza esitazioni che il suo approccio è ampiamente diverso dal tipo tradizionale sostenuto dai gruppi ambientalisti come il World Wildlife Fund o il Nature Conservancy, che generalmente cercano di bonificare un sito o di preservarlo al suo stato naturale, spesso chiudendolo o rimuovendo gli inquinanti vicini. Nelle Everglades della Florida, per esempio, lo stato sta comprando e chiudendo una piantagione di canne da zucchero per conservare l’ambiente. Ma questo approccio potrebbe non funzionare in siti già gravemente degradati, dice Berger.

“La differenza che corre fra me e il WWF” dice, riferendosi al World Wildlife Fund, “è che quando guardo questo sito, non penso mai di riportarlo indietro nel tempo. La soluzione deve essere tanto artificiale quanto il luogo. Stiamo cercando di inventare un ecosistema all’interno di un paesaggio interamente costruito e inquinato.”

Ad un primo sguardo, Latina non sembra una zona di disastro ambientale. Al confine con le montagne ad est ed il mediterraneo a ovest, è un posto che offre spettacolari panorami rurali e anche alcuni luoghi di villeggiatura come Sabaudia. Ma sotto molti aspetti, dice Berger, è un’area tanto danneggiata e alterata quanto l’area attorno a una miniera abbandonata a Breckenridge, in Colorado, che sta riprogettando grazie a un super-fondo per il ripristino ambientale sottoscritto dalla Agenzia di Protezione dell’Ambiente americana. Senza dubbio, qui l’ambiente è già artificiale - ed anche un successo, perlomeno in termini economici.

Duemila anni di “gestione dell’acqua” hanno trasformato le Paludi Pontine infestate di malaria in una regione che è fra le piú prospere d’Italia. Latina ospita zone industriali, luoghi di villeggiatura e aziende agricole, alcune delle quali rendono l’Italia il produttore principale di kiwi nel mondo.

La prosperità di Latina è basata su territori paludosi bonificati, mantenuti abitabili da sei pompe grandi e rumorose quanto aeroplani, attivate da Mussolini nel 1934. Ogni giorno estraggono milioni di litri di acqua, fino a 36000 litri al secondo, dal terreno fradicio, dirigendola in un elaborato sistemi di canali di cemento che alla fine la scaricano nel mare. L’intera provincia si ritrasformerebbe in una palude in sette giorni se le pompe fossero spente, dice Carlo Cervellin del Consorzio della Paludi Pontine.

Berger venne all’Accademia Americana a Roma nel 2007 con una borsa di studio di un anno per studiare la storia delle paludi pontine. E’ stato solo dopo aver raccolto dati sul terreno e l’acqua che si è reso conto di quanto fosse danneggiata l’area. “Se ci fosse un posto di cui si deve conoscere esattamente dove il tuo cibo è prodotto, è questo” ha detto. “Mangerei solo quello che è prodotto sulle colline.” L’acqua pura raggiunge la pianura di Latina da ruscelli di alta montagna nella zona della Ninfa. Diventa sempre piú sporca mentre si dirige verso il mare, raccogliendo gli scarichi da un serie di fabbriche, aziende agricole e case.

Berger ha scoperto che metà dell’acqua nel sistema è gravemente contaminata, ha detto, con livelli di fosforo e azoto che aumentano via via che l’acqua scorre nei canali verso la costa. “Per quanto riguarda il fosforo, la maggior parte dell’acqua è come acqua di fogna non trattata e, in termini di nitrati, è ai livelli dei reflui da suini - come essere a valle di un allevamento di maiali” ha detto Berger.

Le foto aere di Berger mostrano che quando l’acqua raggiunge il mare in alcuni scarichi è ormai diventata un pennacchio di melma piena di sostanze inquinanti. Industrie farmaceutiche e grandi aziende agricole si trovano lungo i canali. Gli agricoltori usano l’acqua anche per l’irrigazione.

Quando sono stati messi di fronte a questa ricerca, persino i funzionari locali erano stupiti dallo stato di inquinamento che ne emergeva, ma sono stati impressionati abbastanza dalla soluzione che lui ha proposto al punto che continuano a collaborare con lui anche adesso che è tornato negli Stati Uniti.
“Ha studiato l’area da un punto di vista diverso dal nostro” ha detto Carlo Perotto, il direttore della pianificazione territoriale della provincia. “Ci sono state varie persone preoccupate per l’acqua, le industrie e l’agricoltura. Lui ha introdotto un nuovo modo di pensare”.

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