martedì 3 gennaio 2012

Inchiesta della procura di Catanzaro sul servizio idrico in Calabria

 RAFFICHE DI PERQUISIZIONI TRA LA CALABRIA E L’EMILIA ROMAGNA.
CATANZARO - Perquisizioni in uffici e abitazioni, sequestri di documenti e supporti informatici, imprenditori, dirigenti regionali, ex responsabili della Sorical e un notaio raggiunti da avvisi di garanzia. C’è un pentolone ancora tutto da scoperchiare secondo il pm Luigi De Magistris nell’attività svolta dalla Sorical, la società mista pubblico-privata costituita nel 2003 dalla Regione per la gestione del servizio idrico calabrese.
I decreti di perquisizione firmati dal sostituto procuratore di Catanzaro sono stati eseguiti ieri mattina dai finanzieri del nucleo provinciale di polizia tributaria. Undici gli indagati: Gianluca Zavagli, 37 anni, commercialista di Cesenatico;Rosalba Carone, 46, moglie dell’imprenditore Antonio Longo ucciso lo scorso 26 marzo nel corso di un agguato di tipico stampo mafioso sulla statale Catanzaro-Lamezia Terme; Antonio Andreacchio, 56 anni, notaio residente a Badolato, in provincia di Catanzaro; Felice Maria Filocamo, 80 anni, ex presidente della Sorical, residente a Roma; Raimondo Luigi Besson, 63 anni, ex amministratore delegato della Sorical, già coinvolto nell’inchiesta sulla gestione della società “Acqualatina”; Claudio Caruso, 51 anni, di Trenta (Cosenza), dirigente dell’assessorato regionale ai Lavori pubblici e responsabile dell’ufficio gare;Maria De Cicco, 52 anni, moglie di Caruso e componente del consiglio di amministrazione del consorzio “Giordano Grical”; Francesco Francavilla, 53 anni, componete di commissione nell’aggiudicazione di alcune gare d’appalto; Nicola Fiorentino, 43 anni, di Montepaone (Catanzaro); Tommaso Laporta, 55 anni, di Botricello (Catanzaro), dirigente regionale e responsabile della Sorical per la provincia di Catanzaro; Carmelo Salvino, dirigente regionale, 55 anni, di Rogliano (Cosenza). I reati contestati, a vario titolo, sono truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, turbata libertà degli incanti e abuso d’ufficio in concorso. Le perquisizioni hanno riguardato, nel dettaglio, le abitazioni e gli uffici di Felice Maria Filocamo e del notaio Andreacchio, davanti al quale sono stati sottoscritti nel 2003 la costituzione della Sorical, la convenzione con la Regione per l’affidamento del servizio acquedottistico regionale e ancor prima la costituzione del consorzio “Giordano Grical”, con sede a Cosenza. E ancora, le Fiamme gialle sono state tra la Calabria e l’Emilia Romagna nelle sedi dellesocietà “Tecnovese”, (Ravenna), “Tecnovie” (Montepaone), “Tallura” e “Ni.Gi. immobiliare“, negli uffici del consorzio “Giordano Grical” e della Sorical, nelle abitazioni e negli uffici di Maria De Cicco e Claudio Caruso (marito e moglie), Raimondo Besson e Francesco Francavilla. Le verifiche si sarebbero sviluppate da un’altra inchiesta, che vede tra gli indagati Tommaso Laporta. Nel mirino di De Magistris, che per formulare le accuse si è avvalso anche delle dichiarazioni di alcuni dirigenti regionali, c’è la constatazione che gran parte delle società partecipanti alle gare d’appalto espletate sia dalla Regione che dalla Sorical sarebbero ricollegabili tra loro e avrebbero interessi anche con persone preposte ad uffici pubblici. L’attenzione degli investigatori si è concentrata, in particolare, sulla costituzione del consorzio “Giordano Grical”, avvenuta due mesi prima della convenzione tra la Sorical e la Regione. Nella ragione sociale del consorzio, secondo l’accusa antecedente alla decisione di affidare alla Sorical la gestione del settore, sarebbe stata inserita la fornitura dei servizi alla stessa Sorical e agli Ato, anticipando, di fatto, quello che sarebbe avvenuto due mesi più tardi. Nel provvedimento di perquisizione e contestuale avviso di garanzia, si evidenzia che sono 23 le società che compongono il consorzio con sedi in diversi centri calabresi, tra i quali Reggio, Gioia Tauro, Montepaone, Portigliera, Melissa, Castrolibero, Fiumefreddo Bruzio, Dipignano, Rende, Soverato e Satriano. Di fatto, secondo le ipotesi sostenute dall’accusa, nella gran parte dei casi gli appalti venivano aggiudicati con ribassi non superiori al 3%, in quanto alle gare avrebbero partecipato solo aziende che componevano il consorzio. Il sistema avrebbe approfittato della compiacenza di settori pubblici. Una delle società perquisite dalla GdF è la” Tecnovese”, di cui era amministratore delegato Antonio Longo, l’imprenditore ucciso a colpi di fucile il 26 marzo scorso sulla statale 280. La “Tecnovese”, fra l’altro, era impegnata nei lavori di costruzione della nucva sede della stessa Sorical a Germaneto di Catanzaro.

Giuseppe Lo Re Gazzetta del Sud

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