lunedì 9 gennaio 2012





In Mali l'acqua è un diritto per pochi



La Repubblica del Mali è uno dei principali paesi dell'Africa continentale che si estende su di una superficie di circa 1.241.238 km quadrati.
Lo stato confina con  l'Algeria, il Niger, il Burkina Faso, la Costa d'Avorio, la Guinea, il Senegal e la Mauritania, ma è privo di uno sbocco al mare.
Il Mali è attraversato da due grandi fiumi, che nascono  in Guinea, dalle pendici del monte Fouta Djalon, e sono il Sènègal lungo 1.700 km, e il Niger 4.200 
Pur essendo uno dei più poveri nel mondo, il paese è dotato di importanti risorse idriche, che fanno dell'agricoltura la principale attività economica.
La regione del Mopti è, con i suoi 1.735.340 abitanti, una delle più densamente popolate del Mali; essa è interessata dall'attraversamento del delta interno del fiume Niger, così da essere una delle zone più fertili di tutto il Sahel. Il delta, lungo 300 km e largo 100 assolve all'importante ruolo di regolatore del clima di tutta la regione. 
La zona del delta occupa complessivamente  una superficie di 30.000 km quadrati di suolo irrigabili, in cui vengono coltivati prevalentemente riso, sorgo e mais, e in cui vengono esercitate anche attività di allevamento e di pesca.
I principali problemi della regione, sono tutti legati all'acqua, e sono l'irregolarità delle piogge e delle piene del Niger, la degradazione dei suoli, l'erosione idrica,  le difficoltà di accesso, la disoccupazione e il conseguente allontanamento delle popolazione in età attiva.
Il deficit pluviometrico ha subito incrementi notevoli nel corso degli ultimi anni, tanto da ridurre i  corsi dei fiumi Niger e Bani, con la conseguenza di far crescere le superfici agricole degradate prive ormai del carattere della fertilità.
La regione dl Mopti ha un tasso di povertà molto elevato, in un paese in cui il 60% della popolazione è destinata a morire di fame. Essa è potenzialmente una delle più ricche di acqua di tutto il Mali, grazie al fiume Niger e ai suoi affluenti Bani e Yamè, e grazie anche alla presenza di diversi laghi , tra cui il principale è senza dubbio il Lac Dèbo, che vanta una superficie di 250 km quadrati.
Il fiume Niger gode nei periodi di massima affluenza idrica di una superficie di 12.593 km quadrati, che nella stagione di secca  si riduce a soli 6.002 .
Malgrado ciò il Moptì è considerata una regione a carenza idrica, e ciò in virtù del fatto che i corsi d'acqua non sono per lo più permanenti, e che le precipitazioni sono molto scarse: basti pensare che queste  variano nel corso dell'anno da 150 a 550 mm e che comunque si concentrano  principalmente nel sud della regione.
Questo quadro nel complesso denso di contraddizioni, arriva a sfiorare il paradosso proprio nella zona del delta, ovvero nella valle del Niger e del Bani: qui infatti, se in certi periodi dell'anno  l'area assume l'aspetto di un vero e proprio mare (da agosto a dicembre), nel periodo più caldo essa è caratterizzata da una gravissima mancanza di acqua.
Basti pensare che gli abitanti di questa zona sono soprannominati "domdube yooliibe" ovvero coloro che muoiono di sete. I dati parlano chiaro: solamente il 14,65% della popolazione di questa zona ha accesso all'acqua potabile, ed il tasso di mortalità infantile è del 142,4 per mille. Questo discorso è strettamente legato al particolare degrado ambientale che interessa la regione, con una grande quantità di alberi morti e di vaste porzioni di territorio secche; ciò è in parte dovuto alla riduzione delle precipitazioni, ma buona parte a causa dell'erosione del territorio connessa all'estensione di una attività agricola monocultura e a carattere intensivo. Questa ha reso necessario un ingente disboscamento, con un imponente prelievo di legname in particolare nelle zone più boscose.
Tutte queste attività costituiscono le cause principali del degrado ambientale in cui è precipitata la zona, aggravata dall'erosione idrica e dei venti che soffiano abbondantemente da queste parti.
L'amministrazione Bush ha stanziato per il Mali un imponente piano di "aiuti allo sviluppo" diretto da USAID l'agenzia per la cooperazione statunitense che riveste un ruolo "civile" all'interno del comando militare congiunto Africom.
Oltre a finanziare una serie di infrastrutture gestite da privati, in un ottica essenzialmente neoliberista, tra cui scuole, centri sanitari ed emittenti radio, sul piano economico gli aiuti, ottenuti al pesante costo di un massiccio smantellamento di molte grandi imprese statali, investono prevalentemente il settore agricolo, con l'introduzione  di nuove varietà commerciali di riso e più recentemente di grano e sorgo.
Tali aiuti prevedono il coinvolgimento di piccoli imprenditori locali e sono diretti allo sviluppo di nuove aree in cui la coltivazione viene destinata all'esportazione, come ad esempio la coltivazione del mango, destinato principalmente all'Europa, e la cui produzione è negli ultimi anni raddoppiata.
Il Mali è uno dei paesi africani prescelti dall'amministrazione statunitense per il Millennium Challange Corporation, il piano per "l'affermazione della liberà economica in Africa", che sta ricevendo 461 milioni di dollari per un folle programma di irrigazione di circa 15.000 ettari di terreno convertiti alla produzione intensiva del riso, parallelamente all'ammodernamento dello scalo aereo di Bamako, così da agevolare il trasferimento della produzione verso i mercati internazionali, in pratica consentendo l'esportazione di acqua in favore dei paesi sviluppati, nelle cui tavole verrà mangiato il riso che qui viene prodotto.

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