Il Presidente dell'Assemblea delle Nazioni Unite
in campo per il diritto all'acqua
Nel 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei diritti Umani sono forti le pressioni per la creazione del diritto all'acqua.
ll Presidente dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Miguel d'Escoto Brockmann, si è rivolto ai vari stati membri per il riconoscimento del diritto all'acqua in favore delle loro poplazioni, nel 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo. Questa storica decisione è stata accolta con onore da Maude Barlow, esperta e rappresentante dei movimenti per il diritto all'acqua."Dobbiamo riconoscere che il diritto all'acqua è un diritto umano fondamentale, e che quindi l'acqua non può essere trattata come una merce che può essere acquistata e venduta", ha affermato il Presidente d'Escoto Brockmann nel suo discorso. "Il diritto all'acqua deve essere il principio guida per la costruzione di un nuovo modello di sviluppo più sostenibile".
"Il sostegno del Presidente d'Escoto all'acqua come diritto umano è un appello alla mobilitazione", ha affermato Maude Barlow, presidente dell'osservatorio nazionale sull'acqua e il cibo, recentemente delegata come Consigliere sulle questioni idriche dal Presidente.
"Questa è una fantastica opportunità per promuovere un nuovo modo di fare politica, più democratico e trasparente, riguardo all'acqua e ai suoi problemi di scarsità.
Senza acqua non c'è vita, l'acqua è un bene pubblico, ed un diritto umano".
Ma il diritto all'acqua viene violato ogni giorno. Ogni 8 secondi un bambino muore per aver bevuto acqua non potabile. Il diritto all'acqua deve voler dire che ogni stato ha tre obblighi per proteggere il diritto all'acqua dei suoi cittadini:
- deve astenersi dal compiere qualsiasi azione o politica che possa interferire con il suo pieno godimento di tale diritto.
- impedire a terzi di interferire nel godimento di questo diritto.
- adottare tutte le misure necessarie ad assicurare la realizzazione e la protezione di tale diritto.
Per proteggere il diritto all'acqua i governi devono adottare quelle misure necessarie a rimuovere quelle pratiche che negano o impediscono un uguale accesso all'acqua, come l'inquinamento della risorsa idrica, o la sua estrazione non sostenibile.
"Non ci potrà essere nessun diritto umano all'acqua senza che ci sia prima un'acqua pura accessibile a tutti, e noi stiamo correndo un grave rischio come pianeta, ossia quello di esaurire questa risorsa indispensabile alla vita", ha affermato Barlow.
Un accordo per il diritto all'acqua renderebbe più visibile ai cittadini qualsiasi obbligo statale o violazione. A un anno dalla sua ratifica, gli stati aderenti dovranno mettere in campo un piano d'azione, con obiettivi, politiche, indicatori e tempistiche al fine di ottenere una effettiva realizzazione del diritto all'acqua. Inoltre i singoli stati dovranno modificare le loro leggi affinchè esse siano compatibili con i nuovi diritti. In molti casi, ciò comporterà modifiche alle singole costituzioni.
Saranno inoltre istituiti sistemi di monitoraggio sulla effettiva realizzazione del nuovo diritto, con particolare riferimento alle categorie emarginate quali le donne e i popoli indigeni.
In un discorso tenuto prima della riunione dell'Assemblea Generale delle N.U., Barlow ha contattato i vari membri dell'assemblea per coinvolgerli nei lavori per il riconoscimento del diritto all'acqua,
"In ricordo di tutti coloro i quali hanno lottato duramente per la creazione nel 1948 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, per un futuro in cui sia garantito a tutti l'accesso all'acqua, sulla base dei principi della salvaguardia della risorsa, del rinnovo dei bacini idrici, dell'equità e della giustizia, e per un diritto universale all'acqua per tutti gli esseri viventi".
www.alternet.org
11 dicembre 2008
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