lunedì 16 gennaio 2012



SALUTE. RAPPORTO ISPRA NELLE ACQUE ITALIANE
131 PESTICIDI. NEL 36% DEI CASI CONCENTRAZIONI
OLTRE I LIMITI
Nelle acque italiane sono stati rinvenuti 131 pesticidi diversi. Lo ha reso noto l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), che ha pubblicato i dati sul monitoraggio nazionale dei residui di prodotti fitosanitari nelle acque condotto nel 2006. I dati mostrano "una contaminazione diffusa nelle acque superficiali- segnala l'Ispra- dove e' stata riscontrata nel 57,3% dei 1.123 punti di monitoraggio, nel 36,6% dei casi con concentrazioni superiori ai limiti previsti dalla legge per le "acque potabili". Nelle acque sotterranee, invece,sono risultati contaminati a diverso grado il 31,5% dei 2.280 punti totali di rilevamento, con il superamento dei limiti di potabilita' nel 10,3% dei casi". I dati 2006 "confermano e rendono piu' evidente uno stato di contaminazione gia' rilevato negli anni precedenti- avverte l'istituto- per alcune delle sostanze la contaminazione e' molto diffusa e interessa sia le acque superficiali, sia quelle sotterranee di diverse regioni e prefigura la necessita' di interventi di mitigazione dell'impatto". Si ritrovano nelle acque "tutte le tipologie di sostanze- spiega sempre l'Ispra- ma gli erbicidi sono quelle piu' comunemente rinvenute", fatto spiegabile "sia con la loro modalita' di utilizzo, che puo' avvenire direttamente al suolo, sia con il periodo dei trattamenti, in genere concomitante con le precipitazioni meteoriche piu' intense, le quali, attraverso il ruscellamento e l'infiltrazione, ne determinano un trasporto piu' rapido nei corpi idrici superficiali e sotterranei. - I prodotti fitosanitari, spiega l'Ispra, "sono le sostanze utilizzate per la protezione delle piante". Essendo concepiti per combattere organismi nocivi per le produzioni agricole, "sono potenzialmente pericolosi anche per gli organismi viventi in generale e per l'uomo". In Italia si impiegano "circa 300 tipi di sostanze diverse", per un quantitativo complessivo di "circa 150.000 tonnellate all'anno". Tra le contaminazioni piu' diffuse "vi e' quella dovuta alla terbutilazina, utilizzata in particolare nella coltura del mais e del sorgo". La contaminazione "e' diffusa in tutta l'area padano-veneta ed evidenziata anche in alcune regioni del centro-sud: e' stata trovata nel 51% dei punti di campionamento delle acque superficiali e nel 15,8% di quelli delle acque sotterranee indagate".



Dire / Sanità Roma 19 dicembre

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