domenica 15 gennaio 2012


CRISI IDRICA, ANCHE LA BASILICATA IN DIFFICOLTA’. 
LE MISURE DI PUGLIA E AQP


La Basilicata segue l’esempio della Puglia e chiede al governo il riconoscimento dello stato di emergenza idrica. La circostanza è emersa nei giorni scorsi a Potenza, a margine della riunione del Comitato di coordinamento sull’uso delle risorse idriche, che nella prima giornata delle nuove restrizioni sulla rete pugliese ha lanciato qualche segnale di ottimismo. Il taglio dell’erogazione, infatti, è sceso a 1.000 litri al secondo, dai 1.200 preventivati: il Sinni continuerà a fornire alla Puglia 2.800 litri al secondo.
Nel frattempo, i rappresentanti di Puglia e Basilicata hanno «approvato» le contromisure alla crisi contenute nella relazione che l’assessore Onofrio Introna ha presentato in giunta regionale la scorsa settimana: il Comitato ha così autorizzato l’Aqp a realizzare i 200 metri di condotta che permetteranno di prelevare acqua dalla diga di San Giuliano per trasferirla all’acquedotto del Sinni. Questa mini-opera permetterà di recuperare circa 20 milioni di metri cubi, pari a 1.200 litri al secondo per i prossimi due-tre mesi.
La strategia è questa: far durare i 12 milioni di metri cubi d’acqua rimasti nel Sinni fino a fine novembre, e nel frattempo realizzare la mini-condotta che collegherà San Giuliano al Sinni. Per completarla serviranno al massimo 30 giorni. Per guadagnare tempo poi, sia l’Arpa di Basilicata che l’Aqp hanno prelevato campioni d’acqua da San Giuliano per verificarne la qualità ai fini dell’uso potabile: i risultati delle analisi arriveranno nei prossimi giorni.
La riduzione del prelievo del Sinni resta dunque fissata a 1.000 litri al secondo, a tempo indeterminato. E questo - spiegano i tecnici - per ora non creerà troppe difficoltà ai pugliesi. «Al momento - conferma l’assessore Introna - non ci sono né grandi disagi né grandi proteste. A noi servono due cose: che si abbassi la temperatura, facendo diminuire consumi ed evaporazioni, e magari che cominci a piovere. In questo modo ci sarà più tempo e più tranquillità per affrontare e risolvere questioni che sono di carattere strategico. E in ogni caso andrà completata l’operazione dei dissalatori, ovunque collocati e comunque organizzati».
Quella che sta andando in scena, insomma, è una corsa contro il tempo. Se non dovesse piovere, infatti, entro 60 giorni la Puglia perderà l’acqua degli invasi che garantiscono il 30% del fabbisogno (oltre al Sinni, sono in via d’esaurimento anche il Locone e il Pertusillo). E il fatto che anche la Basilicata, il più grande bacino idrico meridionale, abbia dichiarato l’emergenza, non è un buon segnale.
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