venerdì 6 gennaio 2012

Comunicato stampa: l'Acqua di Parigi

  

A Parigi,  a partire dalla metà degli anni 80, la distribuzione e la produzione dell'acqua potabile servita ai parigini sono gestite nel quadro di convenzioni di gestione di servizio pubblico: queste arriveranno a scadenza rispettivamente  a fine 2009 e fine 2011. Il municipio parigino sarà dunque portato, da dopo le elezioni comunali del marzo 2008, a prendere le sue scelte sulla futura organizzazione di questo servizio pubblico essenziale, scelte che lo impegneranno durevolmente. L'esigenza di chiarezza che deve fondare il dibattito democratico dei prossimi mesi mi conduce a precisare d'ora in poi quale sarà la mia posizione su questa questione, se i parigini mi rinnoveranno la loro fiducia. L'acqua di Parigi è di una qualità eccellente, il suo approvvigionamento è assicurato da molte fonti, le sue reti sono state ben manutenute ed il suo prezzo resta inferiore alla media nazionale. Tuttavia, i prossimi anni si tradurranno a Parigi, come nel resto del paese, con nuove esigenze da rilevare, in particolare in termini di norme di qualità e di controllo in una tendenza generale di aumento dei prezzi. In questo contesto, come  ho sempre detto, desidero proporre parigini  un dispositivo che garantisca loro un'acqua di qualità, al migliore costo e con un alto livello di prestazione in quanto al servizio offerto. A questo scopo, occorre cogliere l'occasione storica che costituisce la prossimità delle fine dei contratti relativi alla produzione ed alla distribuzione per mettere un termine al rimpallo delle responsabilità che caratterizza il sistema attuale: infatti, la produzione, il trasporto ed il magazzinaggio sono gestiti da una SEM comunale, la distribuzione è condivisa tra due gestori privati (Suez e Veolia), le funzioni di controllo  essendo distribuite tra la città e la sua SEM. Dunque, una goccia d'acqua può cambiare operatore, e dunque di responsabile, fino ad una mezza dozzina di volta tra lo stabilimento dove è stata prodotta ed il rubinetto del consumatore finale. Questo schema ereditato da un'epoca già vecchia non permette all'utente di identificare chiaramente chi si prenda la responsabilità del servizio. Pesa anche sull'attività di controllo dei costi , e tutti gli studi economici  confermano che questa gestione divisa  tra più operatori limita i guadagni di produttività che permetterebbero, al contrario, una messa in coerenza della produzione e della distribuzione, su tutto il ciclo . Per rispondere a questa doppia sfida - migliore leggibilità delle responsabilità e prezzi più competitivi per l'utente - privilegio dunque una scelta d'efficacia che consiste nel affidare ad un operatore pubblico unico la responsabilità di tutta questa catena del ciclo dell'acqua, dalla produzione alla distribuzione. Quest'operatore assumerebbe la forma giuridica di una regie municipal ad autonomia finanziaria. Attraverso questa struttura, a statuto pubblico ma dotata di importanti elasticità di gestione, la città estenderebbe dunque alla distribuzione, il controllo che possiede già sulla produzione dell'acqua di Parigi. Questa migliore razionalità rafforzerà il ruolo della città nella sua missione di controllo e di gestione ed influirà direttamente sul livello dei prezzi proposti agli utenti parigini. Questo controllo infatti sarebbe sottoposto, riguardo alla città, ad obblighi contrattuali precisi, quanto alla qualità del servizio ed al controllo dei suoi costi, con l'obiettivo della stabilità del prezzo dell'acqua (per la parte che dipende dalla città), almeno nella durata del prossimo mandato. Si tratta di una condizione inevitabile per garantire la prestazione di questo servizio, per il quale preciso che sarà sottoposto a forti esigenze di gestione, pur sapendo mobilitare per quanto necessario le competenze delle imprese private. Concretamente, auspico che questo controllo possa sostenersi sul "know-how" tecnico che i gruppi industriali privati, specializzati in questo settore, hanno sviluppato in Francia: ciò potrebbe iscriversi nel quadro di impegni specifici, o anche sotto forma di appalti pubblici che riguardano ad esempio i lavori che non dipendono dal modello di gestione  corrente. Potrebbe così svilupparsi un nuovo approccio di partenariati pubblico-privato: l'autorità pubblica che conserva tutte le sue capacità di gestione e di controllo, il privato portando la sua reattività e la sua competenza su argomenti determinati. Auspico infine che quest'evoluzione verso un controllo comunale permetta di cominciare a medio termine a riflettere con gli altri enti territoriali d'Ile de France sull'interesse e le modalità di una più grande mutualizzazione di un certo numero di apparati produttivi dell'acqua.

www.bertranddelanoe.net

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