domenica 15 gennaio 2012


 AQP, DALL’ATO VIA LIBERA AL RITOCCO DELLE 
TARIFFE: DA 1,31 A 1,36


Dodici milioni di euro in più nelle casse dell’Acquedotto Pugliese, pari a circa 8 euro l’anno per ciascuna famiglia pugliese. L’aumento delle tariffe idriche deciso nei giorni scorsi dall’Autorità d’ambito è, a livello politico, il primo segnale di distensione tra i sindaci e l’Aqp. Ma è anche il via agli aumenti progressivi del costo dell’acqua, che nei prossimi anni dovranno finanziare gli investimenti necessari al sistema idrico della Puglia. Il costo per metro cubo è passato da 1,31 a 1,36 euro.
Sul rapporto Ato - Aqp pesa la richiesta del primo al secondo di restituire i circa 83 milioni incassati con gli aumenti tariffari fino al 2005: Aqp avrebbe dovuto utilizzare quei soldi per gli investimenti e non lo ha fatto. La questione è approdata davanti al Tar di Bari, che potrebbe esprimersi a breve. Ed è evidente che l’eventuale condanna di Aqp avrebbe pesanti conseguenze sulla società.
Per questo tra le parti si è molto vicini a un’intesa, in termini che suonano più o meno così: l’Ato ha sbloccato gli aumenti tariffari, che consentiranno all’Aqp di dar corso agli investimenti programmati. Contemporaneamente, Aqp si impegnerà a far recuperare gli 83 milioni all’Ato su base decennale: la proposta di modifica del Piano d’ambito ha infatti spalmato la somma nell’arco di un decennio. Quest’aspetto non è secondario, ed ha a che fare con gli investimenti da realizzare in Puglia nei prossimi anni.
Ad oggi, infatti, non è ancora stato chiarito se e quanti finanziamenti arriveranno al settore idrico dal Por: meno soldi europei ci sono, più soldi dovranno versare i cittadini attraverso le tariffe. D’altro canto, i bilanci di Aqp vivono sul filo di un equilibrio molto sottile: l’Acquedotto ha subito un aumento importante dei costi di gestione (l’elettricità), e sta per affrontarne uno ancora maggiore. Oggi, infatti, l’acqua viene pagata all’ingrosso 25 lire al metro cubo, ma quando sarà operativa Acqua spa (la società bilaterale Puglia-Basilicata che sostituisce l’Ente irrigazione) questo costo sarà più che raddoppiato. È dunque evidente che non si può strozzare l’Acquedotto, congelando gli aumenti tariffari (in Puglia gli ultimi risalivano al 2005) e contemporaneamente obbligandolo a rimborsare di botto 83 milioni: quest’ultima minaccia aveva preoccupato molto il governo regionale, che infatti si è speso per trovare un punto d’intesa.
L’accordo con l’Ato chiude infatti una fase di rapporti burrascosi e ne apre u n’altra, totalmente nuova, che una fonte interna definisce come «il minimo di correttezza istituzionale». Ma l’Acquedotto resta osservato speciale, come ha fatto capire venerdì il sindaco di Bari, Michele Emiliano, che è anche segretario regionale del Pd: «È necessario - aveva detto Emiliano - che a fronte delle determinazioni dell’Ato corrisponda un altrettanto responsabile atteggiamento da parte di Aqp, nella direzione della effettiva attuazione degli investimenti previsti nel vigente Piano d’ambito». Parole che suonano come ultimative.

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