lunedì 16 gennaio 2012



QUALI PROGETTI PER L'ILE DE FRANCE?



A Parigi, l'attuale giunta municipale si è impegnata a rimunicipalizzare interamente la produzione e la distribuzione dell'acqua, affidate dal 1985 a Veolia (riva nord) e a Suez (riva sud), nel quadro di una società ad economia mista di cui erano azionisti.

Anne Le Strat, assessore incaricato dell'acqua e della depurazione, confermava il 9 giugno 2008 la volontà politica di riprendere in gestione il servizio dell'acqua: "I contratti di distribuzione di Veolia e Suez scadono nel 2009. A partire da quella data, la società ad economia mista Eau de Paris, che assicura la produzione dell'acqua potabile, sarà trasformata in Entre Pubblico a carattere industriale e commerciale (Epic) per assorbire l'attività di distribuzione. Esso assumerà la forma di un ente autonomo, uno statuto che permette di impiegare personale proveniente dal settore pubblico e privato.

I distributori dichiarano 380 lavoratori. Un tavolo sociale stabilirà in autunno il numero dei lavoratori realmente destinati a Parigi. Il loro contratto di lavoro sarà ripreso dall'Epic alle stesse condizioni salariali. (1)

Al contrario il sindacato intercomunale dell'acqua dell'Ile de France (Sedif), che serve quattro milioni di abitanti della regione, sembra disposto a perpetuare la rendita di Veolia.

Mentre il contratto che li lega dal 1923 all'impresa (all'epoca Compagnie Genèrale des Eaux) scade il 31 dicembre 2010, il presidente del Sedif, Andrè Santini, sindaco d'Issy Les Moulineaux e Segretario di Stato alla funzione pubblica, dichiarava che una "gestione diretta autonoma non è ragionevole. E' comunque più facile quando si ha un concessionario".(2)

Ma, per la prima volta in 85 anni di esistenza, il consenso felpato che presiede alla gestione "non di parte" dei grandi sindacati tecnici della regione parigina è andato in frantumi. I partiti di sinistra (partito socialista, partito comunista e verdi), spinti fortemente da una "base" esasperata, hanno contestato la rendita di Veolia, che due analisti dello studio Cheuvreux, filiale del Crèdit Agricole, valutavano al 20 maggio 2008 in 100-150 milioni di euro all'anno, che rappresenterebbe un profitto di circa il 30% su questo unico contratto. (3)

Marc Laimè

(1) La Gazette des comunes, n°1937 Parigi 9 giugno 2008

(2) 20 Minutes Parigi 21 maggio 2008

(3) www.eauxglacesss.com/IMG/pdf/Cheuvreux_20-05-08.pdf

Le Monde Diplomatique novembre 2008

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