domenica 8 gennaio 2012


 Latina Oggi, Mercoledì 3 Settembre

I motivi che hanno spinto la Regione Lazio ad intervenire
Prestito Depfa e disservizi, 
Acqualatina fuori controllo    

LA decisione non è stata improvvisa, ma calibrata e ponderata. In Regione Lazio da tempo seguono con estrema attenzione ( e preoccupazione) quanto avviene nella gestione del servizio idrico nell'ambito ottimale 4, quello in mano ad Acqualatina. I tecnici e i dirigenti della Regione hanno costantemente tenuto informato il titolare della delega all'Ambiente, Filiberto Zaratti, aggiornandolo su quanto stava accadendo in provincia di Latina. Nella Capitale hanno iniziato a chiedersi per quale ragione, tra le cinque province, solo in terra pontina ci fosse tutto questo astio e questo malcontento da parte dei cittadini rispetto alla gestione del servizio idrico. Eppure la legge Galli e la successiva legge 6 del 1996 sono state applicate in tutta la regione. Certo anche nelle altre province ci sono problemi, ma a Latina s'è troppo spesso superato il limite, da una parte e dall'altra. Così sul tavolo dell'assessore Zaratti pare sia arrivato un corposo dossier, con cinque punti davvero delicati. In primo luogo in Regione sono convinti che la segreteria tecnica non abbia mai fatto alcun rilievo alla società Acqualatina, apparendo di fatto un controllore morbido. A far storcere il naso a Roma ci sono poi i dati dichiarati dalla società sulla dispersione idrica: numeri che parlano del 60-70% di acqua dispersa. Una percentuale che in Regione considerano «improbabile». Questi dati sono stati usati da Acqualatina come presupposto per giustificare i lavori di manutenzione. Ma secondo la Regione essi non sono documentati e pertanto è impossibile anche effettuare qualsiasi verifica. Anche su questo aspetto, però, la segreteria tecnica presieduta dall'ingegner Sergio Giovannetti non ha mai mosso alcun rilievo.

In via Cristoforo Colombo, poi, sono rimasti sorpresi dall'apprendere che in provincia di Latina alcuni comuni restano senz'acqua per giorni o settimane. E questo non accade in sperduti paesini di montagna, ma anche in zone densamente popolate del capoluogo. Anche qui, a quanto pare, nessuno s'è mai chiesto il perché.

Ma a convincere definitivamente la Regione Lazio ad intervenire ci sono alcuni passaggi di natura prettamente politico-gestionale. Si tratta delle modifiche apportate dalla conferenza dei sindaci dell'Atti 4 alle convenzioni-tipo di gestione e cooperazione, approvate senza farle successivamente passare al vaglio dei singoli Consigli comunali. E infine c'è il grande «mistero» di questi mesi, ossia il famoso prestito da 114,5 milioni di euro di Acqualatina con Depfa Bank. In Regione Lazio s'aspettavano che almeno su questo tema la segreteria imponesse un monito alla società. E invece nulla. A non convincere Zaratti è il fatto che la segreteria tecnica nemmeno possiede copia del contratto di finanziamento. E nonostante questo alcuni comuni dell'Ato 4 sono stati chiamati a sottoscrivere un atto di pegno delle azioni preliminare al contratto stesso. Insomma, secondo la Regione un modo davvero poco chiaro di agire. Sul quale nessuno di competenza ha mosso un solo dito. E questo ha definitivamente convinto l'amministrazione Marrazzo ad intervenire.

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