sabato 14 gennaio 2012


La Repubblica , Giovedì 6 Novembre 2008

In molte città i cittadini hanno tariffe più alte per depuratori mai 
realizzati.
La sentenza della Corte Costituzionale, gli obblighi Ue
Acqua, un italiano su tre paga bolletta irregolare
di ANTONIO CIANCIULLO



Un italiano su tre paga una bolletta che non dovrebbe pagare. Lo dice la 
Corte Costituzionale (sentenza numero 335 del 10 ottobre scorso) 
precisando che il canone di depurazione delle acque si deve versare solo 
in presenza di questo servizio. Ovvio? Mica tanto. Un italiano su tre - 
nonostante una direttiva europea approvata nel 2000 che entrerà in 
vigore nel 2015, cioè ieri in termini di realizzazione di impianti di 
questa portata - ha scarichi non collegati a un depuratore e li paga. Li 
paga perché le aziende hanno deciso di usare la politica dei due tempi: 
prima la tariffa, poi il depuratore. Una scelta ritenuta incostituzionale.

La denuncia viene dal Gruppo 183, un think tank sulla questione acqua, 
che denuncia il ritardo con cui viaggia l'Italia a causa di una lunga 
serie di rinvii che mette tutti in difficoltà. E' un problema per il 
paese, che va incontro a sanzioni da un minimo di 22 mila a un massimo 
di 700 mila euro al giorno (la procedura di infrazione è già a uno 
stadio avanzato). E' un problema per le aziende, che si trovano di 
fronte a seri problemi di liquidità. E' un problema per milioni di 
cittadini che si trovano a pagare, e ad aver pagato per anni, somme non 
dovute.

Parliamo di cifre significative. Gli investimenti necessari a costruire 
le infrastrutture mancanti vanno dai 30 euro per abitante l'anno 
previsti in Liguria agli 87 previsti a Pavia: una torta che 
complessivamente vale parecchie centinaia di milioni di euro. Fondi che 
si cercava di ottenere con una forma di prestito gratuito prelevandoli 
anticipatamente dalle bollette. Vediamo come.

Le bollette per la fornitura dei servizi idrici comprendono varie voci: 
fornitura, scarichi, depurazione. Per un totale che oscilla tra un euro 
e un euro e mezzo a metro cubo. Ma non sempre a tutte le voci 
corrispondono servizi. Ecco un elenco di città in cui la depurazione è 
assicurata al 100 per cento e quindi la bolletta è in regola: Bergamo, 
Bolzano, Cagliari, Campobasso, Caserta, Cosenza, Foggia, Lecco, Modena, 
Torino, Vercelli. Ma altre città viaggiano a scartamento ridotto: 34 per 
cento di depurazione a Palermo, 33 per cento a Catania, 29 per cento a 
Trieste, 38 per cento a Treviso.

Nei casi in cui il servizio non è coperto al cento per cento il 
cittadino può, dopo aver chiesto l'indice di depurazione al Comune che è 
tenuto a darlo, rivolgersi al giudice di pace per ottenere la 
restituzione della quota parte della bolletta relativa al servizio non 
prestato.
(6 novembre 2008)

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