domenica 8 gennaio 2012


 La bolletta che non ti aspetti - 
A Carrara Amia vuole i soldi di tre anni fa

Carrara, 15 settembre – Sono furibondi i cittadini di Carrara. Il motivo? Si sono visti recapitare una raccomandata dall’Amia, l’azienda municipalizzata dell’acqua, per chiedere il pagamento di arretrati di quasi cinque anni. “Un salasso inatteso piovuto dal cielo, proprio come l’acqua che reclama l’Amia”, scrive il sito web lanazione.ilsole24ore.com. Secondo il quotidiano on-line, l’Amia, per questioni di bilancio, ha rispolverato queste bollette definite “pazze” dagli utenti e reclama il saldo in tempi brevi. Sono partite oltre 2500 raccomandate con la richiesta di definire il pagamento nel giro di un mese per un totale di 600mila euro.
“Chi lo dice che devo pagare 200 euro d’acqua per un periodo così lontano nel tempo?”: è la domanda che ha rivolto al giornale un indiavolato utente che si era visto recapitare la raccomandata. “E se io avessi già pagato, sono costretto a custodire le bollette di cinque anni fa ?”. Comunque il presidente di Amia, Gianenrico Spediacci, tranquillizza: “Noi siamo disponibili e collaborativi. Nessuna imposizione, abbiamo semplicemente inviato a casa le bollette che a noi non risultano pagate. Se poi ci sono problemi, contestazioni, siamo qui pronti a discuterne. Gli utenti possono tranquillamente rivolgersi al sottoscritto o agli uffici dell’Amia per risolvere la questione bonariamente”.
Dall’azienda municipalizzata fanno sapere, inoltre, che spesso risulta difficile rintracciare i morosi perché cambiano indirizzo e non lo comunicano. “L’Amia ha inviato le raccomandate anche a persone decedute per cui sarà difficile recuperare il gettito previsto di 600mila euro - si legge nell’articolo - . Si annuncia ora una fase calda per mettere a regime le bollette che l’Amia dichiara essere insolute. Ma molti cittadini sono convinti di aver pagato a suo tempo, per cui non paiono assolutamente intenzionati a mettere mano al portafoglio”.
Le bollette insolute si prescrivono nel giro di cinque anni e per questo l’Amia ha inviato le raccomandate per interrompere la prescrizione. La raccomandata, però, non sarebbe considerata come un atto giudiziario: quindi, qualora il contenzioso con gli utenti, come probabile, finisse nelle aule del tribunale, tutto resta a discrezione del giudice.
    
 www.e-gazette.it

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