I FRANCESI SI RIVOLTANO CONTRO LE MULTINAZIONALI DELL'ACQUA
Tolosa si accinge a divenire un modello d'irregolarità in materia di gestione del servizio idrico sul modello della capitale?
Grazie alla vigilanza e alla denuncia di utenti e associazioni, gli abusi relativi al mercato dell'acqua emergono finalmente nel 2003. Ricordiamo i fatti. Nel 1990, la città di Tolosa conferì alla CGE (così si chiama Veolia in territorio francese) la gestione della sua acqua e della sua depurazione. Nel rinnovo di questo contratto, la CGE versò alla municipalità 437,5 milioni di franchi di "diritti di accesso".
La somma in questione, definita dal sindaco come una regalia da parte della multinazionale, è stata inserita nel bilancio dell'amministrazione, più precisamente tra i rendimenti. Una benedizione per il sindaco Dominique Baudis ed il suo successore, che hanno fatto campagna, da allora e ad ogni elezione successiva, sul tema del "debito zero". Quello che i sindaci in questione non hanno però confessato ai loro elettori è che questo "dono" non è esattamente... tale.
Si tratta in effetti di un prestito. Come spiega infatti Anne Bouzinac, presidente dell'associazione Soccorso Acqua 31che raggruppa diversi utenti: "La CGE non ha regalato questa somma, ma la ha semplicemente concessa in prestito ad un tasso del 10%, che nel 2003 è poi salito al 13% ". Un prestito mai negoziato publicamente e che invece di essere rimborsato al contribuente, viene pagato dai consumatori attraverso la bolletta dell'acqua.
Quest' operazione, utilizzata anche in altri comuni per consentire ai sindaci e alle loro maggioranze di ottenere il rinnovo del mandato, corrisponde in realtà ad un'imposta mascherata, che inoltre, non tiene alcun conto del costo effettivo.
E soprattutto alla fine del contratto, nel 2020, gli abitanti di Tolosa avranno rimborsato in tutto 1.450 miliardi di franchi.
Un'altra operazione che ha dell'incredibile: nel 1996 il consiglio municipale decide di aumentare il prezzo dell'acqua al metro cubo di 0,48 franchi, in previsione di alcuni lavori di modernizzazione degli impianti di trattamento delle acque, lavori che avrebbero dovuto essere conclusi nel 2001.
Sentendosi presi in giro, gli abitanti Tolosa e le associazioni impegnate, Eau secours 31 e il collettivo Ginestous 2000, hanno inviato una lettera a Philippe Douste Blazy, il 15 maggio 2003, lettera in cui veniva criticato in particolare quest'aumento della tariffa preavvisando che, in mancanza di una risposta, essi si sarebbero rivolti al tribunale amministrativo. Ispirati dalle azioni dei cittadini di Tolosa, alcuni eletti dell'opposizione comunale depositarono delle istanze presso il tribunale amministrativo per domandare l'annullamento del budget previsionale del 2003.
A Castres, un caso simile ha condotto nel 2003 un gruppo di utenti inclusi dei militanti comunisti molto attivi, a richiedere al consiglio comunale, di fare annullare il contratto che assegnava un appalto trentennale alla Lyonnaise des Eaux.
La loro tesi si basava su di una sentenza del tribunale amministrativo di Tolosa che aveva ritenuto che il prezzo dell'acqua inclusivo della quota di rimborso di un diritto di entrata (96 milioni di franchi), fosse totalmente illegale.
In seguito Pascal Bugis, il sindaco dell'UMP di Castres, dopo un tentativo di opposizione alla procedura di all'annullamento, seguirà finalmente la volontà dei cittadini che avevano presentato il ricorso, che nel frattempo si erano mobilitati in massa, e farà ritornare il servizio idrico in regie comunale a partire dal 1° luglio 2004.
Molti altri esempi potrebbero essere citati per illustrare la rivolta dei sindaci sull'acqua e l'interesse a non pagare ciecamente le bollette che le società di gestione idrica presentano ai cittadini ignari. Nel corso degli anni 90 in numerose città della francia i cittadini si sono attivati vittoriosamente contro gli ingiustificati aumenti della tariffa richiesti dai vari gestori.
Le Tarn, Le Vaucluse, l'Ardechè, la Haute-Savoie, la Loire, solo per citare alcuni di questi dipartimenti; si contano oramai a decine i comuni dove gli utenti hanno fatto revocare la gestione dell'acqua fino ad allora in mano a società private. Naturalmente le multinazionali vedono molto negativamente queste forme di ribellione. Tuttavia esse non restano a guardare ma anzi moltiplicano i loro attacchi contro tutti coloro i quali osano denunciarle.
L'effetto di "dissuasione" si rivela alla lunga pagante, se non sulla persona portata in giudizio, almeno su eventuali imitatori. Ma questo non arresta le intenzioni degli utenti più agguerriti.
Così, Vivendi non ha esitato a portare in giudizio Jacques Michel, esperto di diritto amministrativo e specialista in materia di concessioni comunali, semplicemente perché questi aveva denunciato il pagamento annuale di somme non dovute per 5 milioni di franchi.
Facciamo menzione poi del caso che ha visto Saint-Dizier opporsi al suo gestore privato, che ha condotto ad una svolta decisiva nel 1998 con la condanna di quest'ultimo da parte del Consiglio di Stato. Da allora si è finalmente giunti ad una giurisprudenza che dà diritto alle camere regionali dei conti ed ai sindaci di prendere conoscenza di tutte le informazioni relative ai profitti delle società di distribuzione e di depurazione (vedere il sito www.seaus.org).
Di recente a Neufchateau, la CEO filiale della CGE, ha portato in giudizio davanti al tribunale amministrativo il sindaco Jacques Drapier e la sua giunta, chiedendo i danni per aver rotto unilateralmente e anticipatamente (dopo sette anni) il contratto trentennale di gestione del servizio idrico, chiedendo una indennità per inadempimento contrattuale di 7,5 milioni di euro. C'è da notare però che dal passaggio alla gestione in regie publique, avvenuto il primo febbraio 2001, il prezzo fatturato agli utenti è diminuito del 24%, ed i lavori realizzati da allora sono stati moltiplicati per tre. Ma le difficoltà per il sindaco non si sono fermate là: la sovvenzione di 720.000 euro attesa dal consiglio generale per la costruzione di una nuova stazione di depurazione gli è stata rifiutata da parte del suo presidente, Christian Poncelet (UMP), allora presidente del Senato.
Speriamo che il ritorno ad una gestione tramite regie da parte della comunità urbana di Cherbourg, avvenuto il primo gennaio 2005 dopo un lungo periodo di affidamento alla CGE, non diventi oggetto di un nuovo ricorso amministrativo. Non sarà questo il caso di Renne: qui gli eletti socialisti e comunisti, in opposizione alle richieste da parte dei Verdi, LCR e Attac e di diverse altre associazioni, hanno rinnovato per altri dieci anni il contratto di gestione a Veolia, nonostante un'audit avesse dimostrato che si poteva avere una gestione ad costo più basso attraverso una regie publique.
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