L'assenza di rischio finanziario per la CGE Veolia è anche fatta oggetto dell'ironia degli eletti.
Il sindaco di La Roche sur Yon la riassume con una battuta:
"I gestori sono schiavi dei mercati e non fanno alcun investimento".
La Filosofia che ne viene fuori è chiara e dovrebbe ispirare più dei grandi eletti:"Tenuto conto dei rischi finanziari inesistenti a loro carico, i margini di profitto dovrebbero essere ridotti al minimo. Non mi turba affatto che i gestori possano guadagnare del denaro, ma è necessario che il loro profitto sia proporzionale al rischio corso, come per tutte le società capitalistiche".
Per dirla in altro modo, le società private socializzano il rischioe privatizzano i profitti.
Altra accusa: le intese tra gli operatori e i loro feudi nei quali la concorrenza non si esercita. "Secondo gli eletti, i grandi operatori pongono in essere delle intese per non pestarsi i piedi nei rispettivi territori". In effetti i sindaci intervistati usano volentieri un eufemismo oppure lo ammettono candidamente, ma la loro prudenza non fa che sottolineare la loro lucidità:
"non sono sicuro che la concorrenza esista realmente, che essa sia sufficiente e che non ci siano intese tra tutti gli operatori per dividersi il territorio, commenta il sindaco di Massy (UDF).
Subito riprende: " Io penso che ci siano degli accordi taciti".
Queste intese paralizzano il libero gioco della concorrenza ed impediscono così alle collettività ed agli utenti di vedersi ridurre la fattura dell'acqua, impedendo inoltre a questi ultimi di poter scegliere tra i vari gestori quello migiore.
il presidente del consiglio generale di Deux Sevres,deputato UDF,constata con una punta di ridicolo:"La rinegoziazione dei contratti è sempre complicata perchè, su cinque società che gestiscono il servizio idrico in Francia spesso spesso alla gara se ne presentano solo due. Lascio a voi il compito di indovinare quali siano."
Il sindaco di Marly la Ville (PC),presidente del sindacato di des eaux de Bellefontaine, è più diretto:"La Lyonnaise e la CGE non si pestano i piedi nei loro rispettivi territori".
Simili sono le parole del sindaco di Cerizay: "C'è un'intesa tra i principali tre operatori, è evidente".
Tutti sono coscienti del fatto che la concentrazione degli operatori è uno dei mezzi più sicuri per limitare la concorrenza.
Come lo spiega, a modo suo, il presidente del sindacato dipartimentale dell'acqua e della potabilizzazione della Charente Maritime (UDF): " Un tempo c'erano molti più gestori del servizio. Quelli che sembrano indipendenti, come la SAUR, sono stati acquistati dalla Bouygues. Nel frattempo queste multinazionali sono diventate delle forze colossali, di fronte alle quali i comuni sono solo dei piccoli operatori.
E queste forze colossali possono dare luogo a delle intese tra loro, cioè a spartirsi il mercato. Questa attività è appannaggio dei grandi gruppi, troppo poco numerosi e troppo potenti.
Il sindaco di La Roche sur Yon la riassume con una battuta:
"I gestori sono schiavi dei mercati e non fanno alcun investimento".
La Filosofia che ne viene fuori è chiara e dovrebbe ispirare più dei grandi eletti:"Tenuto conto dei rischi finanziari inesistenti a loro carico, i margini di profitto dovrebbero essere ridotti al minimo. Non mi turba affatto che i gestori possano guadagnare del denaro, ma è necessario che il loro profitto sia proporzionale al rischio corso, come per tutte le società capitalistiche".
Per dirla in altro modo, le società private socializzano il rischioe privatizzano i profitti.
Altra accusa: le intese tra gli operatori e i loro feudi nei quali la concorrenza non si esercita. "Secondo gli eletti, i grandi operatori pongono in essere delle intese per non pestarsi i piedi nei rispettivi territori". In effetti i sindaci intervistati usano volentieri un eufemismo oppure lo ammettono candidamente, ma la loro prudenza non fa che sottolineare la loro lucidità:
"non sono sicuro che la concorrenza esista realmente, che essa sia sufficiente e che non ci siano intese tra tutti gli operatori per dividersi il territorio, commenta il sindaco di Massy (UDF).
Subito riprende: " Io penso che ci siano degli accordi taciti".
Queste intese paralizzano il libero gioco della concorrenza ed impediscono così alle collettività ed agli utenti di vedersi ridurre la fattura dell'acqua, impedendo inoltre a questi ultimi di poter scegliere tra i vari gestori quello migiore.
il presidente del consiglio generale di Deux Sevres,deputato UDF,constata con una punta di ridicolo:"La rinegoziazione dei contratti è sempre complicata perchè, su cinque società che gestiscono il servizio idrico in Francia spesso spesso alla gara se ne presentano solo due. Lascio a voi il compito di indovinare quali siano."
Il sindaco di Marly la Ville (PC),presidente del sindacato di des eaux de Bellefontaine, è più diretto:"La Lyonnaise e la CGE non si pestano i piedi nei loro rispettivi territori".
Simili sono le parole del sindaco di Cerizay: "C'è un'intesa tra i principali tre operatori, è evidente".
Tutti sono coscienti del fatto che la concentrazione degli operatori è uno dei mezzi più sicuri per limitare la concorrenza.
Come lo spiega, a modo suo, il presidente del sindacato dipartimentale dell'acqua e della potabilizzazione della Charente Maritime (UDF): " Un tempo c'erano molti più gestori del servizio. Quelli che sembrano indipendenti, come la SAUR, sono stati acquistati dalla Bouygues. Nel frattempo queste multinazionali sono diventate delle forze colossali, di fronte alle quali i comuni sono solo dei piccoli operatori.
E queste forze colossali possono dare luogo a delle intese tra loro, cioè a spartirsi il mercato. Questa attività è appannaggio dei grandi gruppi, troppo poco numerosi e troppo potenti.
Brano tratto da Les multinationales de l'eau di Roger Lenglet e Jean Luc Touly Edizioni Fayard
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