sabato 7 gennaio 2012


DOVE SONO FINITE LE SOMME VERSATE  DALLO STATO PER IL RINNOVO DELLA RETE IDRICA FRANCESE?

L'inquietudine  testimoniata offerta dai rapporti relativi alla realizzazione dei lavori di rinnovamento della rete idrica parigina è certamente stata  ispirata da  quello che è accaduto su una scala molto più vasta: la scomparsa dei fondi pubblici inizialmente destinati al rinnovo della rete di distribuzione idrica di innumerevoli comuni francesi,
denaro versato a Vivendi dagli utenti del servizio idrico, attraverso il pagamento delle bollette. Queste somme  dovevano andare ad alimentare un fondo di garanzia previsto dai contratti di gestione firmati con gli enti locali; questi ultimi, formalmente incaricati di gestire i fondi, sicuramente  non si aspettavano  che questo denaro potesse servire ad altro. Volatilizzazione? il termine non è  sicuramente il più adatto.   Forse sarebbe più esatto dire "messa in rete". Una messa in rete attraverso i mercati finanziari che ha  portato il denaro destinato al rinnovo virtuale delle reti idriche, verso dei conti miliardari in paesi a bassa tassazione come  l'Irlanda, al fine di costituire ingenti capitali,  Occorre innanzitutto sapere che metà degli 840000 km di rete idrica in Francia ha oltre 30 anni di età, ed il 30%, più di 50 anni ,mentre la durata di vita di una rete Idrica è in media di una trentina di anni.  Quest'invecchiamento produce un peggioramento della qualità dell'acqua sul piano batteriologico oltre che delle costose perdite di acqua. Di più. Riguardo alle norme che dovrebbero essere applicate in conformità alla normativa europea ed alla direttiva sulle acque che impone agli stati dell'UE un ritorno al buono stato delle acque entro il 2015, la situazione è diventata  inquietante. Alcuni osservatori giudicano fin d'ora che la Francia sarà incapace di rispettare questa scadenza relativamente alla messa a norma della sua rete idrica. Si cercherà forse di chiedere all'utente di pagare un'altra volta  per il rinnovo di tale rete ?  
E' quel che rischia di accadere in modo più o meno celato, nel tentativo  di nascondere questo scandalo.
Nel 1996 il fondo per il rinnovo della rete idrica nazionale, ottenuto attraverso il prelievo trentennale  di alcuni franchi su ciascuna bolletta dell'acqua, ammontava secondo la CGE alla cospicua somma di 27 miliardi di franchi. Un vero tesoretto che sarebbe dovuto servire a manutenere e rimettere a nuovo tutta la rete idrica dei  francesi. E che, se fosse stato custodito su dei conti destinati al miglioramento del servizio nei confronti dell'utenza,  avrebbe  permesso nel corso degli anni di ridurre l'importo delle bollette. Il capitale è stato effettivamente messo a profitto ed ha fruttato parecchio (circa 4 miliardi di franchi), ma non a vantaggio degli utenti. La direzione del gruppo ha deciso altrimenti: gli utili ed il capitale, raccolti a livello nazionale, sono stati inglobati da Veolia. Si capisce d'altra parte perchè tale sistema, che permette di realizzare degli utili considerevoli tramite immobilizzazioni a lungo termine, non spinga affatto ad intraprendere dei lavori di rinnovo. Parigi non è la sola città in cui gli esperti pubblici hanno dato l'allarme. Nel 1997, ad esempio, la camera regionale dei conti del Rodano si era già interessata  ai fondi di denaro pubblico incamerati  dalla CGE tra il 1985 ed il 1995, nell'ambito della convenzione di gestione stipulata con la comunità urbana di Lione (Courly). Essa aveva allora espresso un giudizio severo sia sul loro importo vertiginoso che sul loro utilizzo. Gli esperti della camera dei conti avevano notato infatti che  dei  575 milioni di franchi accumulati, solo 153 erano stati spesi per i lavori di rinnovo per cui erano stati stanziati.  In  realità, le direzioni di Vivendi e delle filiali della CGE si erano cimentate in uno strano gioco. 
Queste somme, che ammontavano allora,nel 1996,  a 27 miliardi di franchi, sono state semplicemente trasferite nell'ambito di una società, la General Re Financial Products, la cui sede è stranamente basata in Irlanda, un piccolo paese fiscalemente vantaggioso, di cui si parla poco. Ufficialmente, si tratta di una società di riassicurazione ( lo scopo sociale è di assicurare gli assicuratori).
Infatti,  essa riceverà gli importi delle somme versate  ogni anno dai comuni per il diritto d'accesso e per il rifacimento della rete idrica.
E' utile ricordare a tal proposito la vicenda che vide il Presidente di Vivendi, in assenza di una qualsiasi iniziativa da parte del sindaco e degli eletti  (eccetto qualche interrogazione da parte dell'opposizione), trasferire verso questi stessi conti le somme versate dalle città per garantire il rifacimento  della rete idrica per il riscaldamento pubblico. 
A questo punto scoperto l'arcano, il tesoretto Irlandese è sparito, cosa che si poteva legittimamente supporre. Jean Marie Messier, presidente di Veolia, ha copiosamente attinto a questi  fondi non soltanto per ripianare i debiti del gruppo, ma anche per sostenere i propri investimenti nel campo della comunicazione.

tratto da L'eau des multinationales di Langlet e Touly

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