domenica 8 gennaio 2012



Coca Cola chiude un altro impianto di imbottigliamento 
in India.
Le comunità locali festeggiano per la chiusura; 
la compagnia adduce come motivazione   "insostenibili perdite finanziarie".

Nuova Deli 
14 agosto 2008

Il Centro Indiano di Ricerca può confermare che la multinazionale Coca Cola ha chiuso un altro impianto di imbottigliamento in India, in località Sinhachawar nel distretto di Ballia, regione  dell'Uttar Pradesh.

Una campagna di protesta condotta dalle comunità locali ha chiesto la chiusura dell'impianto della Coca Cola di Sinhachawar a causa dell'inquinamento indiscriminato prodotto dall'impianto stesso, oltre che per l'occupazione illegale di terre agricole.

Il Centro Indiano di Ricerca ha inviato un gruppo di esperti presso la sede dell'impianto ora chiuso, nel giugno del 2007, riscontrando gli effetti disastrosi dell'inquinamento prodotto dall'impianto stesso, in completa violazione delle leggi e dei regolamenti ambientali vigenti nell'ordinamento indiano ( visita il link: http://www.indiaresource.org/news/2007/1046.html ).

Sebbene la comunità fosse a conoscenza del fatto che l'impianto fosse inattivo a seguito delle denuncie scaturite dal primo sopralluogo, questa è la prima conferma ufficiale della chiusura dell'impianto di imbottigliamento.

L'impianto  di Sinhachawar era un franchising di proprietà della Brindavan Bottlers Limited, che a sua volta appartiene al più grande imbottigliatore indiano della Coca Cola,  il gruppo Ladhani.

In una lettera inviata dalla Brindavan Bottlers alla Commissione di controllo dell'inquinamento dell'Uttar Pradesh, datata 27 ottobre 2007, si informa che la chiusura dell'impianto è dovuto alle "enormi" e "insostenibili" perdite finanziarie. http://www.indiaresource.org/campaigns/coke/images/cokeletterbalia.jpg

La lettera recava la data del terzo giorno successivo alla più grande protesta  organizzata dalle comunità contro l'impianto. http://www.indiaresource.org/news/2007/1054.html

"Accogliamo con piacere la chisura ufficiale dell'impianto di imbottigliamento, a seguito delle nostre proteste. Noi riteniamo la Coca Cola responsabile per i danni da essa provocati in questa zona a causa della sua negligienza" ha affermato il sig. Chinta Dewi, capo del consiglio della comunità di Sinhachawar (sarpanch), e membro del comitato locale del movimento di protesta contro la Coca Cola, Krishi Bachao Sangharsh Samiti (Sbarazziamoci della Coca Cola, Salviamo il Comitato dei Contadini in Rivolta).

Un altro impianto di imbottigliamento della Coca Cola nella località di Plachimada, regione del Kerala, era stato chiuso nel marzo 2004 a causa delle proteste delle comunità locali.

"Le Campagne locali di protesta in India hanno provocato la chiusura di due impinti di imbottigliamento della Coca Cola, uno a Plachimada l'altro a Balia, e ora faremo in modo che anche gli impianti di Mehdiganj e di Kala Dera seguano la stessa sorte", ha detto  Nandlal
capo di Lok Samiti, un gruppo di comunità  che sta sfidando le attività della Coca Cola
a Mehdiganj, in prossimità di Varanasi. Lok Samiti ha collaborato molto attivamente  con la comunità di Sinhachawar per la chiusura dell'impianto.

La multinazionale americana rappresenta anche l'obbiettivo di intense campagne locali condotte a Mehdiganj e a Kala Dera in India, a causa delle sue gravi responsabilità in ordine alla carenza di acqua e all'inquinamento. Essa è stata costretta ad accettare un'inchiesta (multa) sulle sue attività di imbottigliamento in India, in conseguenza di 
di una campagna di protesta di livello internazionale.

L'inchiesta, effettuata nel gennaio 2008, è stata un pesante atto di accusa per la Coca Cola riguardo alle pratiche di consumo e di inquinamento dell'acqua in India.
L'esito dell'accertamento ha invitato la Coca Cola a chiudere il suo impianto  di imbottigliamento di Kala Dera, ritenuto responsabile della grave crisi idrica che ha colpito tutta l'area prossima all'impianto stesso.

"La Coca Cola ha scelto di intraprendere una ambiziosa attività di relazioni pubbliche tesa a rappresentare la sua immagine su scala globale, più  vicina all'ambiente.
Ma la traccia che la Compagnia ha lasciato dietro di se in India è quella di un triste minaccia sia per l'ambiente che e per i diritti civili, e nessun tipo attività di relazioni pubbliche è in grado di risolvere i problemi che essa continua a creare in questo paese", afferma Amit Srivastava, del Centro Indiano di Ricerca, una organizzazione di sensibilizzazione internazionale che collabora direttamente con le comunità locali indiane per contrastare la Coca Cola.

Il gruppo di esperti inviato dal Centro nel giugno 2007, ha scoperto diversi casi di inquinamento, tra i quali:
- L'impianto di imbottigliamento ha illegalmente smaltito i suoi fanghi, considerati rifiuti industriali pericolosi nei terreni dell'impianto, in completa violazione delle leggi  che riguardano 
lo smaltimento e il conferimento dei rifiuti industriali pericolosi in India.
- Il depuratore dei liquami di scarto dell'impianto non era in funzione, e i liquami venivano scaricati direttamente nei campi agricoli adiacenti e nel canale che sbocca nel fiume Gange.
- L'impianto non è in grado di fornire indicazione circa l'ammontare dei rifiuti pericolosi che sono stati usati e prodotti, come richiesto dalla Corte Suprema Indiana per tutte le unità di produzione che  hanno a che fare con rifiuti pericolosi.

Il report completo con le foto è visionabile al seguente link:
http://www.indiaresource.org/campaigns/coke/2007/cokebaliafact.html

per la sola Hindi invece 
http://www.indiaresource.org/campaigns/coke/2007/baliahindireport.pdf

Per maggiori informazioni visita il sito  www.IndiaResource.org

Contatti:
Chinta Dewi, Coca-Cola Bhagao, Krishi Bachao Sangharsh Samiti 
+9194507 79325 (Hindi)
Nandlal Master, Lok Samiti +91 94153 00520 (Hindi)
Amit Srivastava, India Resource Center +91 98103 46161 (India) 
+1 415336 7584 (US)

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