martedì 3 gennaio 2012

BOLLETTE SALATE IN TOSCANA E PUGLIA

 Dopo la Puglia, la regione con le tariffe più alte relative al consumo di acqua per uso domestico è la Toscana.Il 70% delle tariffe più alte si registrano nei capoluoghi; ad esempio tra Arezzo e Massa, la differenza nella spesa annua per il consumo di acqua è di ben 256 euro.Il primato tra le città più costose spetta ad Arezzo, dove la spesa annua è di 355 euro; al secondo posto Livorno, con 335.Quarta è Prato con 309.Seguono Firenze e Pistoia, anche loro con 309, mentre Siena e Grosseto sono rispettivamente al nono e decimo posto con 306 euro.Per ultima Massa con 99 euro. Questi dati sono il risultato di un lavoro sui prezzi e sulle tariffe svolto dall'associazione Cittadinanzattiva. Dopo la riforma dell'organizzazione del servizio idrico integrato, attuato nel 1994 attraverso la legge n 36 cd legge Galli, il calcolo della tariffa prevede l'inclusione oltre che del consumo, anche degli investimenti e della remunerazione del capitale investito.Lo studio di Cittadinanza attiva oltre ad evidenziare le disparità di tariffa tra le varie regioni italiane, pone in luce il fatto che tali disparità non sono affatto dovute agli investimenti effettuati, ma all'ingresso del privato nella gestione del servizio, attraverso il modello della parthnership pubblico-privato PPP.Tale aumento dei costi, è quindi strettamente connesso alle modalità di gestione di tipo industriale, previsto dalla riorganizzazione, che oltre a creare delle forti disparità, non consente di prevedere delle tariffe agevolate per le fasce più deboli della popolazione, anziani, disagiati, disoccupati, le quali spesso si vedono staccare l'utenza dopo trenta giorni di morosità, senza neanche avere i mezzi per poter protestare legalmente. Emblematico a questo proposito è il caso di Latina, dove l'ingresso del gestore privato Acqualatina ha prodotto aumenti che hanno portato in pochi anni al raddoppio delle bollette;a questo poi, si è aggiunta la consegna ritardata delle bollette stesse, con l'impossibilità per gli utenti di poter agire per vie legali senza dover prima versare l'importo della bolletta.A Frosinone sono stati registrati ugualmente aumenti molto elevati e ingiustificati, anche qui con consegna delle bollette in ritardo e in modo distante nel tempo tra comuni contigui, al fine di scoraggiare azioni collettive. Il legame tra aumenti e redditività dell'attività di gestione è stato recentemente evidenziato a Firenze, dove, a seguito di una campagna di comunicazione promossa dal gestore del servizio, Publiacqua, campagna tesa a indurre un minore spreco della risorsa in previsione del  periodo estivo  siccitoso, l'azienda ha pensato bene di aumentare la tariffa. In questo caso gli effetti della campagna sul risparmio di acqua sono stati così elevati e imprevisti, da ridurre in modo drammatico i margini di redditività dell'attività, costringendo l'impresa ad aumentare appunto la tariffa. In alcuni casi dietro gli aumenti si nasconde uno spreco di risorsa legato alle perdite in rete, a causa della vetustità della rete stessa: si calcola che la perdite di acqua da parte della rete idrica, sia mediamente   intorno al 30%, con picchi del 40 in alcune regioni (Puglia). Queste perdite, unite agli aumenti di consumo per usi domestici, sono la causa di una scelta di gestione che privilegia un modello industriale su grande scala: in effetti tale modello consente di spostare grandi quantità di acqua, portandola in quelle zone dove non c'è o è più carente. In questo modo però non si incentiva il risparmio della risorsa, ma al contrario si spinge per un suo uso maggiore.
claudio meloni Attac Italia

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