domenica 8 gennaio 2012



AUMENTA IL CONFLITTO PER L’ACQUA
di Érica Montenegro della redazione del Correio Braziliense 27.06.2008

La Relazione della Comissione Pastorale della Terra rivela che sono quasi raddoppiati i conflitti tra il 2006 e 2007. La CPT attacca il sistema di irrigazione dell'agrobusiness, come gli usi che se ne fanno nelle piantagioni di soia


La crescita disordinata delle città, l’uso intensivo di acqua per le irrigazioni e la costruzione di centrali idroelettriche hanno già creato situazioni di conflitto idrico in Brasile.

I casi più critici si sono verificati in Minas Gerais e nel Nordest brasiliano, dove l’utilizzo della terra è intenso e la disponibilità di risorse idriche è minore.
Secondo la relazione della Comissione Pastorale della terra (CPT), il contrasto per l’utilizzo dell’acqua è stato responsabile di 87 conflitti nell’interno del paese, che hanno colpito circa 32 mila persone l’anno passato. La CPT monitorizza i conflitti per l’acqua dal 2003.
In rapporto all’anno passato i conflitti sono aumentati del 93%.

I contrasti per l’acqua sono aumentati in tutto i paese.
Il controllo delle risorse idriche sarà uno dei principali problemi delle campagne nei prossimi 10 anni”, prevede Roberto Malvezzi, consulente della Pastorale della terra sul tema acqua.
Egli allerta sul rapporto di questo problema con le questioni di giustizia sociale.
I contrasti coinvogono interessi economici. Grandi latifondisti o gruppi imprenditoriali riusciranno a imporre il proprio volere tramite il denaro o la forza politica”, afferma.

All'ìnizio dell’anno passato, la piccola Jéssia, di appena 12 anni, è morta in una situazione che la CPT caratterizza come il risultato di un tipico conflitto per l’acqua.
Abitante di un assentamento a Petrolina (PE), Jéssia era andata a cercare l’acqua per la famiglia in un acquedotto localizzato a 1 km da casa. Nel gettare il secchio, la bambina è caduta da una altezza di circa 15m.
Per la CPT non è stato un semplice incidente: l’assentamento non ha una fornitura di acqua, mentre l’acquedotto sottrae l’acqua del Rio São Francisco per l’irrigazione di coltivazioni di frutta.
É una situazione di disumanità eclatante. Una bambina per un secchio di acqua, mentre milioni di litro di acqua sono canalizzati per l’irrigazione”, afferma Malvezzi, che ha denunciato il caso ai movimenti dei diritti umani nazionali e internazionali.

Minas Gerais
Il Minas Gerais è lo stato brasiliano in cui la CPT ha registrato il maggior numero di conflitti
Oltre ai nuclei urbani, il territorio del Minas ha una intensa attività agrícola e mineraria.

Nella regione del municipio di Rio Pardo de Minas, le piantagioni di eucalipto danneggiano i piccoli agricoltori. “Esistono famiglie che sono senza acqua per la propria produzione, perchè sono state circondate da foreste di eucalipti. Avendo bisogno di molta acqua, gli eucalipti esauriscono il lenzuolo freatico”, riferisce Antonio Maria Fortini il coordinatore della CPT in Minas Gerais.
Il legno degli eucalipti viene usato dalle industrie della regione per l’attività mineraria.

Nelle aree dove l’estrattivismo é intenso, le risorse idriche diventano sempre più scarse. “Le sorgenti vengono interrate dai minatori. Scavando per estrarre la bauxite, i minatori danneggiano le sorgenti “, riferisce Fortini.
Nello stato, non c’è ancora mancanza di acqua per il consumo umano, ma i piccoli agricoltori non ne hanno più a sufficienza per la produzione di alimenti.

La costruzione di dighe e centrali idroelettriche é l’altra causa di conflitto per l’acqua nella regione. Inaugurata nel 2005, la centrale idroelettrica di Irapé ha dislocato almeno 1.500 famiglie che vivevano ai margini del Rio Jequitinhonha. Trasferite in altre aree, le famiglie reclamano perchè si stanno impoverendo.
Erano persone che avevano acqua a pochi metri da casa, ora devono pagare per l’acqua incanalata che consumano”, informa Joceli Andrioli, uno dei coordinatori del Movimento dei Colpiti dalle Dighe (MAB).
Secondo Andrioli, la diga di Irapé ha anche provocato la contaminazione dell’acqua del Rio Jequitinhonha.per un tratto di almeno 100 km

Sistema aggredito
L’aumento dell’uso di pivò centrali per l’irrigazione é l’altro fattore che genera tensioni (i pivò centrali sono un metodo meccanico di irrigazione molto usato nelle colture estensive come, ad esempio, quelle della soia. Composti da bracci di metallo che variano dai 200 ai 600 m., essi riescono a far “piovere” sulla piantagione. Il metodo ha provocato la crescita delle aree coltivabili in tutto il paese, ma è molto criticato per la dispesione di acqua).

Nell’ovest di Bahia, dove si trovano i municípi di Barreiras e Luís Eduardo Magalhães, i pivô centrali stanno prelevando acqua anche dal sottosuolo.
Un ettaro irrigato dal pivô centrale corrisponde all’uso giornaliero di acqua di 200 persone. Un pivô é capace di irrigare 50 ettari, usando una quantità di acqua che corrisponde al bisogno di acqua di una città di 10 mila abitanti. “L’uso dei pivô può seccare i fiumi e ridurre le riserve del sottosuolo”, spiega il professor della Università di Brasília (UnB) e specialista in risorse idriche Sérgio Koide.
Con l’aumento delle coltivazioni per produrre biocombustíbili, i pivô aumenteranno.

Nel Distretto Federale (DF), gli stessi conflitti per l’acqua, provocati dalle irrigazioni, si sono verificati nel Bacino del Rio Preto. “Il potere pubblico dovrà intervenire per disinnescare il conflitto tra i vari utenti”, afferma il professore Sérgio Koide.
L’acqua del Rio Preto é usata per coltivare la soia, per il bisogno delle famiglie e dai piccoli agricoltori.
Nel Rio Grande del Sud, dove l’anno scorso sono stati registrati quattro conflitti per l’acqua, l’irrigazione viene usata per coltivare riso. “Esistono leggi. Ma, nella pratica, é il grande fazendeiro che decide la quantità di acqua che vuole usare o, perfino, dove deve passare un fiume”, afferma Roberto Malvezzi, della CPT.

Roberto Malvezzi, consulente della Comissione Pastorale della Terra

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