sabato 7 gennaio 2012


ACQUA PER PROFITTO

Ancor prima che l'acqua si colorasse di  marrone, Gordon Certain  ha  avuto molto di  che preoccuparsi. Con i suoi  vicini del nord della città di Atlanta e nel bel mezzo di  una crescita economica eccezionale, il presidente dell'associazione civica di North Buckhead era stato fino ad allora troppo tempo  occupato a preparare reclami sul traffico, o contro dei lavori  per la realizzazione di una fogna che è stato costruita  vicino ad una riserva  naturale, ed i suoi costruttori, i quali avevano abbattuto delle case modello rench del dopoguerra  per fare spazio a dei palazzi. Ma niente a confronto del volume di chiamate e di email che ha sommerso alcuni uffici degli affari' Interni  in maggio, quando l'ente per la salvaguardia dell'ambiente della Georgia aveva comunicato un allarme ai residenti della zona di North   Buckhead:  l'allarme diceva che l'acqua che sgorgava dai loro rubinetti, non era sicura  da bere a meno che non fosse stata prima bollita . Alcuni vicini,  che avevano ricevuto la chiamata da Certain, avevano  appena insegna al loro bambino questa regola, quando hanno sentito l'allarme. " Ho avuto  dei genitori che mi chiamavano tra le lacrime, " dice. " Le cose che sono accadute all'acqua qui sicuramente hanno spaventato  molta gente." Un mese più  tardi venne diffuso nuovamente l'avviso di bollire l'acqua; questa volta, dopo aver aperto il rubinetto, il liquido che era zampillato fuori era del colore della ruggine, con  grumi di residui che galleggiavano su di  esso. Ad Atlanta' il servizio idrico non era mai stato senza problemi: vi erano sempre stati  dei reclami circa le riparazioni lente e le fatture dell'acqua sbagliate. Ma i problemi si sono intensificati tre anni fa, dice sicuro, dopo che la United Water, una  delle più grandi aziende private  che gestiscono l'acqua,  ha assunto la direzione del servizio idrico comunale ed ha promesso di trasformarlo in uno  "showcase" internazionale per le imprese  miste pubbliche-private che gestiscono servizi pubblici. Ma invece di introdurre una nuova era di acqua potabile senza problemi, ad  Atlanta' l'esperimento della privatizzazione ha portato una miriade di nuovi problemi. Quest' anno ci sono già stati cinque allarmi con l'obbligo di bollire l'acqua, giustificandolo col fatto che alcuni agenti inquinanti molto pericolosi potevano essere presenti nell'acqua dei rubinetti. Gli idranti antincendio sono stati fuori servizio per  mesi. Le condutture dell' acqua con gravi perdite sono rimaste guaste per  settimane. Malgrado tutto  questo, il gestore del servizio idrico, United Water, una filiale della multinazionale Francese SUEZ, ha invitato il Consiglio municipale ad aumentare di alcuni milioni  il compenso relativo al contratto da 21-milioni di dollari l'anno.
Ad Atlanta' l'esperienza che doveva essere esemplare è invece diventata  un focolaio di polemiche fonte di odi, sotto la spinta  di  un'industria che gestisce globalmente il servizio idrico nel mondo,  dotata di un tesso di crescita molto rapido, come conseguenza delle miriadi di contratti di gestione assunti. Al cuore del dibattito ci sono due domande: a) deve l'acqua, che  
è una necessità di base per la sopravvivenza umana, essere controllata da privati i quali hanno come obiettivo la realizzazione di un profitto?  E b) possono le aziende multinazionali basarsi solo ed esclusivamente  sulle promesse  fatte di miglioramento del servizio,migliore qualità dell' acqua, prezzo dell'acqua più basso? Già, i due leaders mondiali di settore, i gruppi Francesi Suez e Vivendi Universal, gestiscono l'acqua per 230 milioni di persone, principalmente in Europa e nei Paesi in via di  sviluppo. Ora stanno cercando di accedere  ad un mercato più ampio e relativamente poco sfruttato: gli Stati Uniti, in cui l'85% della popolazione ancora ottiene l' acqua da imprese pubbliche. I gestori privati dell'acqua hanno guadagnato credibilità proponendosi come imprese in grado di risolvere i problemi dei Paesi in via di Sviluppo, nota Hugh Jackson, un analista di politica  del gruppo di pressione Public Citizen. " Ma è molto più dura per loro mostrarsi credibili quando qui, nella culla del capitalismo, le amministrazioni cittadine sono in grado di fornire alla gente grandissime quantità di acqua potabile di alta qualità, pulita e ad un basso costo". Tuttavia durante la decade passata, le centinaia di città e di contee degli Stati Uniti, compresa Indianapolis e Milwaukee, hanno affidato la gestione del loro acquedotto ad imprese private. Attualmente New Orleans, Stockton California e Laredo  nel Texas, hanno trattative in corso per affidare la gestione dell'acqua a privati, malgrado l'opposizione sia insorta in tutte e tre le città. Le imprese private di gestione  si incontrano  annualmente  a Washington DC, per cercare di dare attuazione alla loro agenda legislativa, che consiste in una legge per proteggere le aziende dalle cause contro la contaminazione dell'acqua (intentate nei loro confronti dalle amministrazioni) e in un provvedimento atto ad ostacolare i comuni dalla loro intenzione di riassumere la gestione del servizio idrico privatizzato. Recentemente, un gruppo bipartizan nel Congresso sta spingendo per la creazione di un fondo federale di finanziamento degli acquedotti, sostenuto dall'associazione nazionale delle aziende di gestione dell' acqua, che spingerebbe le città a  considerare l'opzione della  privatizzazione prima che queste possano utilizzare il Fondo Federale per la manutenzione e l'espansione delle opere pubbliche, prevedendo cospicue  sovvenzioni in caso di privatizzazione. Al livello comunale la pressione esercitata dai gruppi di potere è ugualmente intensa, con le imprese private di gestione dell'acqua che sollecitano attivamente gli amministratori locali (sul sito web dell'associazione dei sindaci degli Stati Uniti campeggia un grande avviso pubblicitario della filiale della Suez- Vivendi negli Stati Uniti, la US Filter) e che finanziano con centinaia  di migliaia di dollari i referendum locali indetti per la privatizzazione del servizio. "  E' duro per le popolazioni locali  respingere gli assalti di queste imprese ", afferma l'ex commissario del servizio idrico del Massachussets Douglas MacDonald che prosegue: "Essi sono dappertutto, con le braccia come i tentacoli di una piovra." La discussione che sta dietro all'argomento della privatizzazione è se soltanto l'efficienza industriale sia in grado di  salvare la rete idrica nazionale dal processo  di invecchiamento. 
Ma se il successo viene misurato in termini della capacità di distribuire  un bene essenziale  a tutto coloro i quali ne hanno bisogno, allora i risultati dell'industria idrica privata non sono sicuramente molto incoraggianti. In tutto il mondo, le città che hanno affidato la gestione del loro servizio idrico a imprese private sono state afflitte  da continui black out nella prestazione servizio, da aumenti dei costi e da una diffusa corruzione. A Manila -- dove il sistema idrico viene gestito dalla Suez,  dalla  Bechtel con sede a San Francisco e dalla potente famiglia locale degli Ayala -- l'acqua è  disponibile solamente per due ore al giorno ed i tassi di aumento del costo del servizio  sono così elevati che le famiglie più povere devono scegliere ogni mese fra il pagamento delle bollette dell'acqua o l'equivalente di una spesa  di due giorni in generi alimentari .   Nella città boliviana di Cochabamba, gli aumenti del prezzo dell'acqua che hanno  seguito la privatizzazione hanno causato nel 2000 una sollevazione popolare che ha causato sei morti. 
E ad Atlanta, gli amministratori municipali stanno studiando la possibilità di annullare il contratto con la United Water  fin da questo inverno. " Atlanta doveva essere l'esempio brillante  di quanto sono efficienti le privatizzazioni " dice  Jackson di Public Citizen. " Ed ora invece si è trasformata nel nostro esempio brillante di come le privatizzazione non sia dopo tutto  un'idea così brillante". In un giorno nuvoloso di agosto che ha accolto come benvenuta la leggera pioggia caduta sul suolo arido di Atlanta, il sindaco Shirley Franklin ha tirato fuori da uno scaffale un poderoso volume  rilegato, del peso di circa sette-libbre e lo ha posto su di  un tavolo nel suo ufficio. Il rapporto, realizzato da un comitato da lei nominato subito dopo il suo ingresso nell'ufficio avvenuto nel gennaio scorso, contiene il  caso della città contro la United Water. In esso vi sono raccolte dettagliatamente le violazioni compiute dalla multinazionale delle leggi federali sull'acqua potabile, compreso un caso in cui i livelli di cloro sono aumentati di sei volte il livello consentito all'azienda nello stesso contratto di gestione. Il rapporto inoltre ha elencato una serie di problemi di manutenzione che variano dalle videocamere di sicurezza ai cancelli rotti alle botole aperte ed alle principali perdite di acqua che sono rimaste per settimane senza alcun intervento. Alcuni residenti hanno dovuto aspettare per mesi le riparazioni di base, anche se  il contratto stipulato con la UW  specifica che alcune riparazioni devono essere effettuate entro 15 giorni. Infatti, la UW non è riuscita a completare più della metà di tutte le riparazioni richieste nel 2001 ed ha permesso alla ruggine ed ai residui di accumularsi, di modo che quando gli avvisi dati alla cittadinanza di 'bollire l'acqua  hanno spinto l'azienda a ripulire la rete, l'acqua marrone è sgorgata dai rubinetti. Per concludere, il rapporto ha registrato, invece di un aumento del numero di fatture di acqua non pagate come promesso, una riduzione del  tasso di raccolta sceso dal 98 al 94 per cento, comportamento questo che è stato valutato come un costo di milioni di dollari per la città. In una cosa la United Water è riuscita, secondo la città: ridurre i propri costi di gestione, principalmente riducendo il personale  degli impianti del 25 per cento proprio mentre la domanda di acqua nelle zone di espansione urbana di Atlanta continua ad aumentare. Le riduzioni di personale erano parzialmente responsabili delle criticità  del servizio, indica il rapporto, come lo erano anche  le spese di riparazione il cui importo era superiore al previsto. L'anno scorso la UW chiese alla città altri 80 milioni di dollari per i costi di manutenzione imprevisti. L'aumento è stato respinto quando un membro del Consiglio comunale della città ha rifiutato di firmare il nuovo contratto di gestione. In metà-agosto, il sindaco Franklin  annunciò  che " La UW non si era assunta le sue responsabilità " e formalmente informava l'azienda che aveva 90 giorni per riparare i problemi in caso contrario la città avrebbe rescisso il  contratto di gestione ". Dal canto suo la UW continuava a ripetere  che loro (UW) fanno parte di una società di livello internazionale in grado di fornire un servizio di livello internazionale, " dice il sindaco, mostrando un piccolo sorriso. " Così ho deciso di dare loro una possibilità per  dimostrarlo".
La UW ha offerto di spendere 1 milione di dollari per pagare degli ispettori esterni per assicurare agli amministratori municipali  che non era vero, come sostiene il sindaco Franklin, ."che l'impresa aveva effettuato dei tagli indiscriminati".
 Non ci si aspettava che le cose prendessero questa piega. Nel 1998, quando  il Consiglio comunale di Atalanta  ha votato per subappaltare i servizi di filtrazione dell'acqua e il sistema di consegna delle bollette, i funzionari municipali pretesero  che l'amministrazione della multinazionale escludesse dal contratto qualsiasi ipotesi di crisi di budget  e di aumenti drastici del costo del servizio e che anzi i costi si sarebbero dovuti ridurre di più del 40% mentre il servizio sarebbe dovuto migliorare.. ( lo stessa Sindaco, allora  consulente di gestione, fece pressione affinchè una delle aziende facesse un offerta sul contratto). Era il più grande programma di privatizzazione del servizio idrico mai tentato negli Stati Uniti e si è pensato che esso potesse provocare un'ondata di simili contratti in tutto il paese. La privatizzazione dell'acqua sta guadagnando consenso fin dall'inizio degli anni 90, quando i fautori del mercato hanno cominciato a sollecitarla come la logica conseguenza della deregolamentazione del mercato dell'elettricità. 
Molti acquedotti della città che sono stati costruiti o sviluppati negli anni 70, ora sono in stato di abbandono ed il costo delle riparazioni necessarie è impressionante. L'agenzia per la salvaguardia dell'ambiente degli Stati Uniti valuta che le città degli Stati Uniti dovranno spendere quasi 151 miliardi per aggiornare o sostituire i tubi, i depuratori, i serbatoi e le altre infrastrutture durante le due decadi prossime. Le città dovranno spendere poi altri 460 miliardi nei sistemi fognari,  un altro settore dove le grandi multinazionali dell'acqua stanno facendo grandi profitti.

da www.motherjones.com di John R Luoma   -continua

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