domenica 15 gennaio 2012


 Acqua, diritti a carte bollate
Distacco del servizio per morosità: 
il giudice del Tribunale di Terracina da torto a Acqualatina

Terracina: Utenti costretti a rivolgersi al giudice per avere chiarimenti dal gestore idrico
Se i conti della bolletta non tornano i cittadini possono far valere le proprie ragioni soltanto per le vie legali



I CONTI nella bolletta dell'acqua non tornano? Per far valere le proprie ragioni gli utenti possono percorrere soltanto una strada: rivolgersi al giudice. Da quest'orecchio Acqualatina non vuole proprio sentirci.
Il gestore idrico riconosce i diritti dei consumatori (dati per acquisiti in altri servizi come luce, telefono) esclusivamente di fronte ad una sentenza di tribunale. Trasparenza con le carte bollate, insomma. E il bello è che, quando gli utenti decidono di andare fino in fondo Acqualatina finisce quasi sempre per essere sconfitta.
Questo è quello che si evince da alcuni provvedimenti emessi dal tribunale di Terracina. L'ultimo proprio ieri. Il giudice Antonio Pennelli, inaudita altera pane, ha ordinato l'immediato riallaccio per un utente (assistito dall'avvocato Vincenzo Coccia) a cui il gestore idrico aveva staccato l'acqua per morosità. L.A. vedendosi arrivare una bolletta da 2 mila e 800 euro si era rifiutato di pagare considerandola eccessiva. Tanto è vero il giudice gli ha riconosciuto anche 440 euro di credito. A nulla erano valse le richieste di chiarimenti. «Paghi e gli eventuali crediti in più le verranno decurtati soltanto con la prossima bolletta», questo il leitmotiv di Acqualatina prima di passare alle maniere forti. E se in quel periodo una famiglia è oberata da altre scadenze e non può permettersi di sborsare quei soldi in più? Fatti loro.
Il ritornello Acqualatina lo ripete a tutti. Anche quando si tratta di un'attività commerciale o addirittura un intero condominio. Questi i casi trattati, e vinti, dall'avvocato Italo Sciscione per conto dello sportello di «Cittadinanzattiva» di Terracina. Nelle settimane scorse, sempre presso il tribunale di Terracina, già il giudice Vincenzo Catracchia, senza ascoltare il gestore, ha emesso un'ordinanza immediata di riallaccio dell'acqua nei confronti di uno stabilimento balneare. In questo caso la bolletta contestata era di 3 mila e 400 euro e il giudice ha riconosciuto un credito in più di 600 euro. Ma non solo. L'avvocato Sciscione, oltre a fare riconoscere le ragioni del proprio assistito contestando il distacco dell'acqua per morosità, ha fatto ottenere all'utente anche un pagamento dilazionato della bolletta. Un accordo ragionevole, sottoscritto in tempi brevissimi da Acqualatina. Peccato però che sarebbe stato impossibile raggiungere quel patio da galantuomini senza i! provvedimento del giudice. Va detto che l'articolo 16 del regolamento dei servizio idrico, riguardante i distacchi per morosità, stato sospeso dal tribunale di Latina. Acqualatina, dunque, per staccare l'acqua si avvale dell'articolo 1460 del Codice Civile.
Ma quanto è plausibile un atteggiamento del genere da parte del gestore? Plausibilissimo, almeno dal punto di vista di Acqualatina che in questo caso i conti sa farli benissimo: soltanto la minoranza degli utenti disposti a finire davanti a un giudice per far valere le proprie ragioni. Il calcolo delle probabilità, i bilanci di Acqualatina ne sanno qualcosa, non è un'opinione.

Pierfederico Pernarella

COINCIDENZE

Quelle che si dicono coincidenze. Nello stesso giorno in cui il tribunale di Terracina ordina l'ennesimo riallaccio immediato dell'acqua staccata per morosità, Acqualatina diffonde una nota in cui, con esultanza da barricate, sostiene di stravincere nelle aule giudiziarie. Il gestore, dopo aver ricordato genericamente questo o quel pronunciamento del giudice, conclude stizzita: «I risultati di mostrano l'incompetenza di talune associazioni e comitati sui temi idrici nonché la superficialità con la quale coinvolgono i cittadini in improbabili e spericolate azioni legali, confermando l'incapacità a tutelare i veri interessi degli utenti». Ma dai...

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