Parigi si dota di una azienda municipale per la
gestione dell'acqua
Ambiente. Il consiglieri di maggioranza criticano il vecchio contratto di gestione
stipulato nel 1984 dall'allora coalizione di destra dell'ex sindaco Chirac, e accolgono la nuova gestione in grado di garantire un servizio idrico pubblico ed economico.
Il Consiglio comunale di Parigi ha approvato, ieri mattina, la creazione di un organismo pubblico industriale e commerciale, ovvero una azienda municipale che riassumerà la gestione del servizio idrico della capitale francese, in tutte le sue fasi: produzione, distribuzione e fatturazione.
La gestione era stata in precedenza affidata a privati a partire dal 1984, attraverso una società mista di cui il comune deteneva il 70% del capitale.
Il ritorno da parte della Ville Lumière ad un servizio pubblico per quanto riguarda l'acqua ha un valore simbolico molto forte, di fronte ai limiti mostrati dalle due aziende leader mondiali nei servizi idrici, e soprattutto di fronte ad un governo che spende gran parte del suo tempo a studiare provvedimenti destinati a smantellare i servizi pubblici rimasti, in nome di una supposta efficienza ed efficacia.
La tariffa idrica è aumentata a partire dal 1985, del 260%
Al termine della riunione consiliare, l'opposizione di destra ha ben intuito la portata di una decisione che va contro i suoi principi generali. Jean François Lamour, a nome dell'UMP, ha denunciato una scelta "ideologica, da parte di chi ritiene ancora che gestione pubblica sia ancora sinonimo di una bassa tariffazione". La gestione pubblica "rappresenta il passato!", afferma seriamente Yves Pozzo Di Borgo, a nome del gruppo centrista. Ciò nonostante, ventiquattro anni di gestione privata, da parte dei due gruppi francesi Veolia e Suez, hanno fatto aumentare considerevolmente la fattura degli utenti (+260% dal 1985), senza che vi sia stata una gara per l'affidamento della gestione, da parte della giunta di destra allora presieduta da Jaques Chirac (1984), così come è stato più volte denunciato dalla Corte dei Conti, dall'ispezione generale della Città e dalla Camera Regionale dei Conti.
"Voi avete smantellato un servizio pubblico per offrire quello che l'ispezione generale della Città ha definito "Un' enorme rendita di posizione" a dei privati, ha affermato il relatore della delibera comunale, l'assessore alla risorsa idrica Anne Le Strat. Essa ricorda inoltre come gli utili stimati da parte di una gestione pubblica sono dell'ordine di 30 milioni di euro all'anno, di cui la metà rappresentano il guadagno per il gestore.
"Rivendico il carattere ideologico di questa decisione, in quanto essa rappresenta un insieme di valori" ha poi aggiunto. Si tratta proprio della "riappropriazione della gestione dell'acqua" in nome di una efficacia, di una buona gestione, in una parola: della democrazia; "una svolta epocale". Con l'impegno di stabilizzare la tariffa pagata dall'utente, al meno fino al 2014.
"Una sentiero sul quale occorre insistere"
Bertrand Delanoe ha sottolineato l'importanza di questo bene comune essenziale che è l'acqua, la quale "esige une gestione efficace e solidale, basata su di un controllo pubblico trasparente".
Aprendo il dibattito dopo l'intervento del sindaco, Ian Brossat, a nome del gruppo comunista si è detto "fiero" di aver portato a termine una battaglia duranta 25 anni da parte dei consiglieri del suo gruppo", "fiero perchè rappresenta un'occasione per tutta la sinistra di riunirsi attorno ad un progetto e a dei principi evidentemente di sinistra. Noi restituiamo un servizio pubblico ai parigini, il che rappresenta un primo passaggio verso la creazione di un blocco sociale che noi auspichiamo si costituisca. Si tratta, ha dichiarato Jean Pierre Caffet, del gruppo socialista e sinistra radicale "di un passaggio fondamentale in cui una filosofia, quella della difesa di un servizio pubblico efficiente, si unisce all'efficacia economica e alla giustizia sociale".
"Questa ripubblicizzazione ci mostra un cammino, una strada. Occorre insistere con questo stesso spirito. C'è bisogno che la sinistra assuma quest'impegno", ha sottolineato Ian Brossat.
Segno dei tempi, la destra, in maniera scorretta ha abbandonato l'aula durante le operazioni di voto. Il termine azienda pubblica per la destra rappresenta un'offesa.
Jacques Moran
www.humanite.fr
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