Consiglio comunale, il Pd solleva il caso del mutuo con Depfa bank: no al pegno sulle azioni
Mansutti: non possiamo indebitare il Comune per i prossimi 30 anni
E’ stato il prestito obbligazionario di Acqualatina con Depfa Bank a farla da protagonista ieri pomeriggio nel corso del Consiglio comunale. Poco più di un’ora di discussione, terminata con il rinvio del tema dal momento che l’unico che poteva offrire risposte alle perplessità dell’opposizione, ossia il sindaco Vincenzo Zaccheo, era assente perchè impegnato a Sermoneta. Alla fine, constatata anche l’assenza del numero legale, il presidente Calandrini ha mandato tutti a casa. Nel corso della discussione c’è stato però il tempo di affrontare alcune questioni importanti legate alla società Acqualatina.
Il punto all’ordine del giorno era finalizzato a discutere, in maniera urgente, della società dopo l’arresto dei vertici. Ma visto che la parola urgente dalle parti di piazza del Popolo ha una declinazione alquanto particolare, si è arrivati ad oggi, quando il tempo ha reso l’argomento non più di attualità. Così il capogruppo del Partito democratico Maurizio Mansutti che questa convocazione aveva richiesto quattro mesi fa circa, ha fatto buon viso a cattivo gioco e ha cercato di imbastire comunque una discussione sulla gestione della società e sul ruolo del pubblico in essa.
Inevitabile, in tal senso, un riferimento al prestito da 114 milioni di euro con Depfa, a garanzia del quale il Comune di Latina dovrà decidere se impegnare o meno le proprie quote azionarie. «Auspico che il Comune dica no a questo prestito - ha detto il capogruppo Pd - Un prestito di questo tipo va fatto se la società ha la solidità tecnica e finanziaria per ottenerlo.
Se le condizioni non ci sono, si prendono altre strade. Il Comune non può indebitarsi per Acqualatina». Subito dopo il consigliere democratico Giorgio De Marchis sottolinea come «contratto di prestito alla mano, di fatto la banca si sostituisce al Comune nella società. Sono elencate diverse decisioni dell’assemblea dei soci che non si possono prendere mettendo in pegno le azioni.
Ad esempio in nostro Comune non potrebbe nemmeno discutere i punti ‘varie ed eventuali’ perchè vietato dall’accordo». Ma l’unico che può fornire risposte, ovvero il sindaco Zaccheo, è assente.
Per cui, su proposta del capogruppo azzurro Giuseppe Di Rubbo,si rinvia tutto l’argomento. Rinviata anche la Fondazione Teatro, della quale saranno cambiati tutti i vertici. Poi, mentre il presidente Calandrini fa l’appello per certificare l’assenza del numero legale, in aula entra il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Leonardo Rotondi. «Tranquilli - dice sorridendo e rivolto ai colleghi consiglieri, il capogruppo di An Cesare Bruni - è solo una visita di cortesia ».
T. O.
da www.latina-oggi.it
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