Arsenico, 50 giorni a chiusura rubinetti
e Acea dà via a espropri per
nuovi acquedotti
Scade la deroga Ue, entro il 31 dicembre 9o
amministrazioni del Lazio devono mettersi in regola con i limiti massimi di
metallo nella potabile: 900 mila cittadini a rischio
ROMA - La
terza deroga concessa dalla commissione europea sta per scadere, 50 giorni allo
stop all'erogazione di potabile «inquinata», eppure i lavori sulle rete idrica
procedono a rilento. Tanto che in alcuni casi Acea sta intervenendo con
procedure di esproprio per realizzare nuove condotte idriche. E alcuni Comuni
progettano, in ritardo, 95 dearsenificatori. I Verdi chiedono al ministro della
Salute e alla commissione ambiente della Camera di convocare Renata Polverini:
in tanti comuni l'arsenico supera ancora la soglia dei 10 microgrammi litro,
limite oltre cui l'acqua - secondo l'organizzazione mondiale della Sanità - non
è ritenuta potabile. Circa 900 mila persone potrebbero restare senz'acqua se il
consumo venisse vietato per mancato adeguamento ai limiti.
LAVORI IN
CORSO - Sono i 900 mila abitanti dei 90 comuni del Lazio - in parte Roma e
Latina e tutta la provincia di Viterbo - interessati alla contaminazione di
arsenico. La terza deroga concessa dall'Unione europea - fino a 20 microgrammi
per litro il limite in deroga - scadrà il 31 dicembre 2012: neanche due mesi
per riportare i livelli della sostanza sotto i dieci microgrammi litro, mentre
i lavori di adeguamento della rete idrica, valutati in circa 100 milioni di
euro dal commissario all'emergenza acqua Renata Polverini, nella maggior parte
dei casi devono ancora cominciare. E nella migliore delle ipotesi si
protrarranno per tutto il 2013.
VITERBO SENZA POTABILIZZATORI -
A Viterbo - dove è in corso una indagine della magistratura - mancano ancora i
potabilizzatori. Nell'agro Romano si pensa di ammodernare le vecchie condotte
Arsial, a Latina la Procura ha aperto un fascicolo contro ignoti per indagare
su eventuali responsabilità da parte dei gestori e degli enti preposti alla
tutela della salute dei cittadini. I Verdi del Lazio, inoltre, chiedono a
Renata Polverini di fare una relazione alla commissione Ambiente della Camera
dei deputati.
Mentre da più parti s'invoca la
nomina di un commissario di governo in considerazione dalla situazione politica
del Lazio e dei risultati poco soddisfacenti della Regione, nei territori
interessati all'emergenza si è proceduto con interventi a macchia di leopardo e
non ancora del tutto risolutivi.
INDAGINE
EPIDEMIOLOGICA - A
Viterbo, per esempio, è solo dopo la pubblicazione della preoccupante indagine
epidemiologica che la Regione ha recuperato 24 milioni di euro per approntare
la «fase due». Lavori sulla cui ultimazione non si sbilancia nessuno. Ad oggi
si prevede la realizzazione di 33 potabilizzatori (per lo più dearsenificatori)
in 16 comuni del Viterbese. I primi 20, pari al 60% dell'opera, verranno
ultimati entro il 31 dicembre 2012. I restanti 13 potabilizzatori entreranno in
funzione entro il 31 marzo 2013. Invece «per gli interventi di seconda fase -
ha detto l'assessore Cangemi – che prevedono complessivamente la realizzazione
di 49 potabilizzatori in 35 Comuni, è in corso di espletamento la conferenza
dei servizi per l'approvazione dei progetti. Terminata la quale si procederà
con l'appalto, la cui aggiudicazione è prevista per il prossimo mese di
gennaio».
ESPROPRI NELL'AGRO - Un anno di
cantieri, almeno, si prospetta anche nell'Agro Romano. A Sacrofano, Formello e
Roma sono partiti gli espropri su oltre 50 terreni, in gran parte di privati,
per consentire ad Acea Ato2 Spa di sostituire completamente le condotte dei
vecchi acquedotti gestiti da Arsial e dell'acquedotto Camuccini. L’intervento
prevede un investimento totale di circa 5 milioni e 300 mila euro, in parte
cofinanziati dalle bollette che i cittadini pagano ad Acea. Anche qui non c'è
molta certezza sui tempi: «Concluso il procedimento espropriativo senza
particolari obiezioni ovvero atti ostativi - fa sapere Acea - sarà redatto il
progetto esecutivo e una volta approvato sarà esperita la gara per la
determinazione del contraente. Ad oggi è possibile stimare un inizio dei lavori
entro l’estate del 2013 è gli stessi avranno una durata di 12 mesi».
CAOS A LATINA - In provincia di Latina, con 9
comuni interessati, le forze ambientaliste puntano il dito contro tutti:
«L'indagine in corso delle Procure di Viterbo e Latina – fanno sapere il
responsabile regionale Nando Bonessio e quello locale Giorgio Libralato - in
seguito all'esposto dei Verdi per i dati sbagliati della Asl e per la mancata
informazione ai cittadini, ha ripreso vigore in seguito ai dati sull'aumento
dei tumori derivanti dal consumo dell'arsenico nell'acqua dei rubinetti.
Anziché informare correttamente, Asl e Sindaci hanno trascurato il problema per
anni, in seguito alle varie deroghe sul limite di arsenico nei rubinetti». Per
trovare una soluzione, a meno di 2 mesi dalla scadenza dell'ultima deroga, «c'è
bisogno di un altro esposto?», domandano.
«Serve da subito una riunione –
concludono Bonessio e Libralato - coordinata dal Prefetto di Latina con i
sindaci della provincia per informare in modo corretto i cittadini, per imporre
al gestore i giusti provvedimenti di prevenzione e alle aziende alimentari
provvedimenti di tutela della salute pubblica».
POLVERINI SPIEGHI - Dopo numerose interrogazioni
senza risposta, i Verdi della Regione Lazio hanno invitato anche una richiesta
al ministro della Salute Renato Balduzzi ed alla commissione ambiente affinchè
si convochi la Polverini per relazionare in veste di commissario per
l'emergenza. «Ci risulta che, ancora oggi - dice il presidente dei Verdi Ferdinando
Bonessio - in molti comuni tra Roma, Latina e Viterbo venga erogata acqua con
valori di arsenico superiori ai 10 microgrammi litro. Gli interrogativi sono
molti: tra i tanti, chiediamo alla Polverini a che punto siano gli interventi
previsti per ridurre l'arsenico nelle acque».
QUALI RISORSE PUBBLICHE - «Chiediamo quali siano le
risorse messe a disposizione da Regione, gestori del servizio idrico e Comuni.
Inoltre - aggiunge il presidente - vorremmo sapere quali provvedimenti si
intende prendere per quei comuni che, dopo il 31 dicembre 2012, presenteranno
livelli di arsenico oltre i 10 microgrammi per litro. Senza dimenticare che
devono spiegarci cosa è stato fatto, in ossequio alla normativa comunitaria,
per garantire l'acqua potabile ai bambini sino a tre anni di età».
DICEMBRE SI AVVICINA - Infine, Simonetta Cervellini,
presidente della Federconsumatori Lazio, rammenta che l'emergenza non può
passare sotto silenzio: «Entro il 31 dicembre 2012 i sindaci dovranno ridurre
la presenza dell’arsenico entro i limiti tassativi di 10 microgrammi al litro.
Chi non lo farà subirà le ordinanze di non potabilità, con tutte le conseguenze
drammatiche del caso. La situazione che si presenta non è affatto rassicurante:
studi seri di carattere medico hanno dimostrato le conseguenze nefaste prodotte
nel tempo a danno dei cittadini che fanno uso quotidiano di acqua inquinata. E’
indispensabile, dunque, che chi ha responsabilità al riguardo, faccia il punto
della situazione oggi, senza imporre successivamente la regola del 'fatto
compiuto', così in voga nel nostro Paese».
Michele Marangon
9 novembre 2012 | 8:37
http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/12_novembre_9/arsenico-acea-espropri-lazio-2112622242405.shtml
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