domenica 25 novembre 2012

Se bevi veleno a due passi da Siracusa


26/11/2012 - Davanti al mare blu della Sicilia diversi pozzi sono contaminati da idrocarburi. Le famiglie sono rifornite con serbatoi e ancora non si parla di "bonificare" l'area

Idrocarburi. E’ questo quello che contiene l’acqua di alcuni pozzi di Città Giardino, frazione del Comune di Melilli. All’interno dell’area c’è contrada Spalla, con i serbatoi della Erg a due passi. Strutture che forse a lungo andare hanno portato alla contaminazione di 9 pozzi freatici, ora sotto sequestro. Il “danno”? Non è ancora quantificabile. Il mare da una parte, i fumi degli impianti (ora Lukoil-Erg) dall’altra. Una raffinazione di circa 320 mila barili al giorno con una capacità di stoccaggio di oltre 4 milioni di metri cubi di prodotti e materie prime. E le falde si inquinano. Tutto a due passi dal mare siculo.

REVIVAL- La storia dell’acqua inquinata a Priolo Gargallo non è nuova. Ci sono video come questo, che racconta dell’ acqua al benzene. Siamo a due passi da Priolo, anno: 2002.  Il problema è che dopo i lavori di impermeabilizzazione si ritorna sempre al punto di partenza. I nuovi pozzi inquinati diventano di dominio pubblico questo aprile, tramite denuncia di un privato. Subito dopo l’Isab stessa ha avviato carotaggi nella propietà, tramite la ditta Golder. La relazione (con tutte le campionature) finisce in primavera sul tavolo della provincia. Il 2 maggio Isab invia una nota con cui ha riscontrato la presenza di prodotto surnatante al confine meridionale della proprietà. Il 3 l’Arpa individua i primi due pozzi contaminati. Nel tavolo tecnico del 29 maggio Isab  si dichiara disponibile a estendere le indagini anche al di fuori del suo perimetro. Ma non può farlo. Spetta al comune autorizzare l’azienda e coordinare altri carotaggi. Passano i mesi, ma non si fa nulla. L’Arpa continua prelevare campioni. Si scopre che il pozzo che innaffia le piante del centro commerciale, a pochi passi dallo stabilimento è contaminato. Viene chiuso subito e posto sotto sequestro. Nel frattempo come in un gioco a domino aumentano i prelievi e con loro le fonti trovate con “forte odore di idrocarburi”. Il 24 agosto Arpa e Provincia esortano il comune a prendere provvedimenti. Ancora nulla.

IL PEGGIO – A Melilli, Antonio Annino è consigliere d’opposizione. Decide di indagare e ora chiede, assieme ad altri suoi colleghi, l’istituzione di una Commissione speciale d’indagine per identificare le zone contaminate. Annino parla di ritardi di mesi da parte del comune e di altre amare scoperte: “Sono venuto a conoscenza dei pozzi ad aprile e ho presentato all’istante interrogazioni comunali in merito. La cosa incredibile è che approfondendo ho scoperto che a Marina di Melilli c’è un altro tipo di inquinamento: tricloroetano e diossina, individuati in 14 gazometri nella zona industriale”. “Trovo difficoltà a reperire documenti – aggiunge  - Ce ne sono tantissime di queste problematiche. Chiediamo una commissione per sentire in audizione diverse persone, cercando di accelerare il Mise (ovvero la messa in sicurezza d’emergenza dell’area). Alcuni nuclei familiari vengono riforniti con gli autobotti”.
I RACCONTI – Un quotidiano locale “Lanota7” ha pubblicato alcuni documenti e foto attirando di recente l’attenzione, ma i raffinati del petrolio sono ancora lì e fanno paura. Si parla ancora di mani che lavate con acqua e sapone “puzzano di benzina”:
Se lavarsi le mani significa portarsi dietro la puzza del petrolio grezzo si può anche sopportare, lo stesso non si può dire per un ristorante che deve lavare anche i piatti e le pentole. Non si può certo servire la clientela su piatti che puzzano di idrocarburi. E anche se al cliente si offre l’acqua minerale, non si può pretendere che la beva in un bicchiere sciacquato con la benzina super.
ANALISI – Una ordinanza del sindaco il 26 settembre scorso ordina di iniziare i controlli ai pozzi di Contrada Spalla, un monitoraggio fatto da Arpa Sicilia e Asp Siracusa: “affinchè la polizia ambientale del Comune si affiancasse alle altre autorità che indagavano sulla vicenda opportunamente mai specificata per timore reverenziale, presupponiamo, verso i potenti inquinatori”. Purtroppo a ottobre i risultati ottenuti non fanno sperare al meglio. Su 20 pozzi privati esaminati nove sono contaminati da benzene, etilbenzene, xileni e MTBE. Una area di 16 ettari di veleno.
“Le indagini hanno altresì evidenziato che solamente pochi pozzi erano stati regolarmente autorizzati allo sfruttamento della risorsa idrica dall’autorità preposta. A scopo precauzionale è stato altresì campionato il pozzo pubblico “Cannizzo” del Comune di Melilli, già sottoposto ai controlli istituzionali dell’Asp Siracusa per la potabilità dell’acqua e monitorato dalla stessa Arpa nell’ambito del Piano di Monitoraggio dei corpi idrici della Provincia di Siracusa. Le analisi chimiche hanno confermato la assoluta estraneità del predetto pozzo al fenomeno di contaminazione in atto in Contrada Spalla (in quanto ubicato idrogeologicamente a monte) e la conformità di tutti i parametri ai limiti imposti dalla normativa sulle acque destinate al consumo umano (legge 31/2001). Sono al vaglio della Procura della Repubblica di Siracusa le cause che hanno determinato questo fenomeno di contaminazione”.

DIPENDENZA – Augusta, Priolo, Melilli some piccole Taranto, inglobate da strutture inquinanti che danno solo quel lavoro. Da decenni gran parte dell’economia è legata allo stabilimento Isab. Ora le azioni del gruppo sono divise  l’80% da Lukoil e 20% da Erg. La crisi c’è anche qui, sopratutto in Sicilia. Già diversi dipendenti non hanno ottenuto il rinnovo del contratto, e i sindacati sono sul piede di guerra. Il 21 settembre scorso, gli operai della Sina Service, che non hanno ottenuto il rinnovo dell’appalto di manutenzione della struttura, hanno bloccato i cancelli e le riforniture. In tutto sono 110 i lavoratori esclusi dal rinnovo contratto Isab , 70 provenienti da Versalis e 20 da officine esterne.
LA PIAGA - Biagio Gionfriddo, consigliere provinciale ha reso pubblicabili i documenti e le relazioni di questi mesi. Come un film già visto, mi racconta i casi passati in cui strutture della raffineria erano “colabrodo” e inquinavano il mare siculo. “Non è una novità, che galleggiamo sopra una palude di prodotti idrocarburici. E’ già successo nel 2001 in territorio di Priolo nel pozzo Cannamela. I pozzi comunali al tempo furono forniti di filtri al carbonio attivo”.
BONIFICARE – Nel 2010 il ministero dell’Ambiente individuò il Sin (sito di interesse nazionale) all’interno del cui ha competenza diretta. Lo spazio si limita alle strutture industriali ma il problema, ora, è fuori da quei cancelli. Nel 2006 è stato attribuito il testo unico dell’ambiente, in cui chi causa la perdita, deve occuparsi delle caratterizzazioni del suolo. Nel 2007 per esempio il tracciato della fascia tubiera, che va dal pontile Isab (Siracusa) fino ai stoccaggi (Priolo) aveva perdite. E ora? “Sono venuto a conoscenza dei pozzi inquinati ad aprile. Fino ad oggi ci sono state una serie di riunioni e monitoraggi, ma nei terreni Isab. I pozzi sono in territorio di Mellili. La società ha chiesto di poter introdursi per le indagini. Da Aprile fino al mese scorso devo dire che il comune di Melilli ha un po’ deluso queste aspettative”. Ora sembra che la competenza spetti alla Regione perché l’area non è sotto competenza ministeriale. “Occorre accelerare i tempi. La zona è industriale, ma a 500 metri c’è Città Giardino e un centro commerciale. Io credo che la cosa più intelligente da fare sia allargare la zona SIN. Ho rischiato la denuncia per procurato allarme- ma non è allarme è semplicemente tenere alta l’attenzione su una problematica”. Intanto i pozzi chiudono, i mesi passano e l’acqua scorre. Come veleno.

http://www.giornalettismo.com/archives/617565/lacqua-avvelenata-a-due-passi-da-siracusa/2/

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