La legge sulla riduzione della spesa pubblica passa le competenze dagli Ato all'autorità Aeeg, ma la Regione non ha emesso il decreto che trasferisce i poteri
ROMA - L'acqua non sarà più
potabile, ma nessuno potrà farci nulla. E' quanto rischia di accadere dal 1°
gennaio nel Lazio. In una regione dove 90 Comuni hanno percentuali di arsenico
fuorilegge (la sderoga Ue sui massimi quantitativi scade il 31 dicembre) negli
acquedotti, non ci sarà più un’autorità responsabile a cui rivolgersi, per
chiedere l’adeguamento e il rispetto della normativa europea: nessuno che
decida controlli, sanzioni, divieti a livello regionale.
Entro il 1° gennaio, prima
ancora di adeguare l’acqua potabile alle norme europee (meno di 10 microgrammi
di arsenico per litro) con impianti di dearsenificazione, il Lazio dovrebbe
pensare al passaggio di competenze alla nuova autorità di controllo sul
settore. La vecchia autorità Aato (Autorità Ambito Territoriale Ottimale), fino
a ieri responsabile della qualità dell’acqua, va a casa a fine dicembre 2012
(legge n. 42/2010, confermata di recente dalla Spending Review). Chi prenderà
il suo posto?
IL QUADRO NORMATIVO - Toccherebbe all’Aeeg (Autorità
Energia Elettrica e Gas) la responsabilità dei controlli: lo stabilisce la
legge nazionale che le ha affidato anche la materia acqua. «La gestione delle
convenzioni è materia che rimane agli enti locali e alle vecchie Aato» ossia la
vecchia autorità, ormai quasi decaduta, «serve una stabilità del quadro
normativo, per poter lavorare in maniera continuativa ed efficiente» spiega
l’ingegner Alessandro Piotti responsabile ufficio tecnico Aato di Roma.
REGIONE IN RITARDO IRRECUPERABILE - «Nella Regione Lazio, dove il
Consiglio non è in grado di funzionare, la situazione è grave – spiega
Salvatore Doddi, vice presidente Acea Ato 2–. La continuità dei rapporti
contrattuali siglati dalla vecchia autorità, dovrebbe essere garantita con un
provvedimento regionale datato non oltre il 31 dicembre 2012. Ma la Regione non
ha il tempo di adeguarsi al passaggio normativo nazionale, così come hanno già
fatto gli altri enti locali. Il Consiglio è fermo, e l’assessorato competente
dovrebbe intervenire entro 15 giorni. Sarà difficile riorganizzare la gestione
e il controllo dell’acqua pubblica in tempo utile».
CONVENZIONI IN SCADENZA - Cosa ne sarà delle convenzioni
siglate dai gestori con la vecchia autorità (Aato)? E cosa succederà nel
passaggio dal vecchio al nuovo regime? Queste le domande dei tre gestori
laziali: Acea Spa per Rieti Ato 3, Lazio Centrale Ato 2 e Frosinone Ato 5;
Acqua Latina per Lazio meridionale Ato 4; Talete per Viterbo, Ato 1. Serve un
provvedimento prima della decadenza della vecchia autorità, altrimenti toccherà
proprio all’istituzione regionale gestire le convenzioni. Questo secondo l’Aeeg:
«La stessa norma che ha previsto l’abolizione della vecchia autorità – spiega
l’Aeeg – ha anche affidato alle regioni il compito di attribuire a nuovi
soggetti le sue funzioni. In mancanza di una norma locale però, le funzioni
Aato verranno svolte dalle stesse regioni».
SPESA TROPPO BASSA PER L'ACQUA - «In Italia il costo medio
dell’acqua è fra i più bassi d’Europa», denuncia dell’Autorità Energia
Elettrica e Gas, che, a seguito della serie di inchieste di Corriere.it
sulla presenza di arsenico nell’acqua di Roma, Latina e Viterbo, pubblica un
report inquietante sullo stato di salute del servizio idrico italiano.«La
situazione è paradossale: da un lato il livello dei consumi del settore civile
è fra i più elevati d’Europa, con circa 44 miliardi di metri cubi all’anno,
l’88 per cento della disponibilità complessiva; dall’altro siamo al penultimo
posto in Europa, quanto a spesa sostenuta per garantire qualità e sicurezza a
questo bene prezioso».
INEFFICIENZA DEI DEPURATORI - Anche secondo Acea spa ci posizioniamo
subito prima della Grecia, all’ultimo posto in Europa, quanto a efficienza
della rete infrastrutturale. «Il gap da colmare è enorme - spiega Andrea
Bossola, direttore area idrica Acea spa. Il sistema di depurazione è fermo al
30 per cento del fabbisogno nazionale, mentre le fognature appena al 20 per
cento, e gli acquedotti al 4,5. Ad ostacolare lo sviluppo della rete c’è la
paura di inasprire le bollette» conclude.
TARIFFE A RISCHIO AUMENTO - In Italia c’è la tariffa più
bassa d’Europa, anche considerando quelle delle capitali dell’Est, Bucarest e
Budapest. Dunque, anche se l’ultima decisione sul costo dell’acqua è stata
presa il 22 maggio scorso (D.co 204/2011, D.co 290/2012) in futuro l’autorità
potrebbe ritornare di nuovo sula decisione, «perché – spiega Bossola – si dovrà
valutare il costo finanziario della fornitura e contemporaneamente rispettare
il principio, fissato dall’UE, del recupero dei costi di chi investe, secondo
la regola “chi inquina paga”».
SPENDING REVIEW E SERVIZIO IDRICO - Leggendo la Spending Review
(d.lgs 6 luglio 2012, n. 95, convertito in legge n. 135/2012) un’altra novità
balza all’occhio: alla nuova autorità per il servizio idrico Aeeg (già attiva
ieri solo per il servizio dell’energia elettrica e il gas), dovrà predisporre
«le convenzioni tipo» . Non solo. Si passerà dall’attuale «sistema contrattuale
ad un sistema con al vertice un regolatore», che sarà appunto l’Aeeg. Un
passaggio, questo, che potrebbe stravolgere l’attuale quadro di affidamento dei
servizi.
Sabrina La Stella
11 dicembre 2012 (modifica il
13 dicembre 2012)
http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/12_dicembre_11/acqua-pubblica-senza-controlli-2113117242752.shtml
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