domenica 30 dicembre 2012

Beni comuni/ MANTENUTA LA REMUNERAZIONE DEL CAPITALE Acqua, arrivano le nuove tariffe e cancellano il referendum


di Roberto Ciccarelli (il Manifesto)


I profitti rimangono immutati, negato il secondo quesito votato dai cittadini. Protesta il Forum

L'Autorità per l'energia elettrica e il gas ha approvato il nuovo Metodo tariffario transitorio 2012-2013 per il Servizio idrico integrato, sancendo la negazione dei referendum del giugno 2011, quando 27 milioni di cittadini (il 54% del quorum) ha deciso che la gestione dell'acqua doveva restare nelle mani pubbliche. La decisione sui nuovi criteri per la determinazione delle tariffe del servizio idrico integrato dovranno mantenere un'articolazione per gestore ed ambito tariffario analoga a quella attuale, all'incirca il 7%. Questa decisione non convince affatto il Forum italiano dei movimenti per l'acqua perché l'Autorità ha in realtà varato una tariffa che nega il secondo referendum sulla remunerazione del capitale. Il pronunciamento popolare aveva imposto la copertura dei costi di gestione e l'ammortamento delle quote di investimento. Il metodo tariffario varato dall'Autorità non permette di incidere sostanzialmente sui profitti delle società di gestione. In compenso i costi verranno scaricati sulle spalle dei cittadini come dimostra l'andamento dei prezzi dal 1998 a oggi. Per loro il costo dell'acqua è aumentato dell'80%.
L'escalation è stata determinata anche dai costi di gestione di una rete idrica fatiscente che aumenteranno di 1,5-2 miliardi all'anno durante la prossima generazione. Secondo il Forum dell'acqua questo andamento non può essere giustificato nemmeno dall'indice dell'inflazione che è aumentato solo del 25% nel periodo corrispondente. Questo potrebbe essere invece l'effetto della liberalizzazione avvenuta nel settore che, tra l'altro, rispecchia quanto è avvenuto nel settore del gas dove i costi per i consumatori sono aumentati per il nono trimestre consecutivo. Il rincaro è stato dell'1,7%, 15 euro annui in più a famiglia.
Ma non è tutto. Per il Forum dell'acqua la decisione del governo introduce un altro elemento, ancora più insidioso. L'autorità ha infatti vincolato l'aumento delle tariffe all'andamento del mercato creditizio, cioè dei Btp decennali. È lo stesso criterio adottato dalla riforma Dini, e poi Fornero, per il calcolo delle pensioni con il metodo contributivo: a fine carriera, i lavoratori percepiranno un importo pari all'andamento del Pil nazionale, non ai contributi messi da parte in 40 anni e più. Anche nella gestione dell'acqua si sta procedendo a passi spediti con la finanziarizzazione totale della vita dei cittadini. Un orientamento che il governo Berlusconi, incurante dell'esito referendario, avrebbe voluto guidare se il decreto 138 del 2011 non fosse stato bloccato da una sentenza della Corte Costituzionale del giugno scorso. Paolo Carsetti, del Forum per l'acqua, denuncia «l'impostazione neoliberista nella privatizzazione dei beni comuni» sostenuta da ultimo anche da Monti e dalla sua "agenda".
La liberalizzazione delle tariffe è un altro aspetto della finanziarizzazione dei beni comuni gestiti dalle multiutility quotate in borsa. I movimenti per l'acqua intensificheranno la loro campagna di contro-informazione a partire dal 18 gennaio, quando andranno a Genova, in occasione del workshop organizzato da Federutility, l'associazione dei gestori del servizio idrico, al quale parteciperà anche Guido Pier Paolo Bortoni, presidente dell'autorità. Il 25 saranno a Roma e a Milano per chiederne le dimissioni. L'8 e il 9 febbraio, infine incontreranno le forze politiche in campagna elettorale. Da loro pretenderanno una presa di posizione contro la decisione dell'Autority.

Fonte: il Manifesto


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