giovedì 2 gennaio 2014

Le nuove tariffe idriche e la restituzione della remunerazione del capitale investito








I primi di dicembre l'Autorità Garante Per l'Energia Elettrica ed il Gas ha reso noto il nuovo metodo tariffario per quanto riguarda il servizio idrico. Le nuove tariffe, che entreranno in vigore a gennaio 2014, sono rivolte a tutti quei gestori che nel 2013 non hanno presentato all'Autorità stessa un piano tariffario.

RomaA inizio dicembre il presidente dell'Autorità Garante per l'Elettricità ed il Gas; Guido Bortoni, aveva ammonito i vari gestori di provvedere entro trenta giorni alla determinazione della cifra indebitamente percepita e da restituire agli utenti del servizio idrico, in forza dell'esito del referendum del  giugno 2011. Si tratta di quel 7% di remunerazione del capitale investito  che la maggior parte dei gestori idrici continuavano indebitamente ad incamerare attraverso la bolletta dell'acqua. Per questa ragione i promotori del referendum avevano lanciato la campagna di Obbedienza Civile, attraverso cui i cittadini si autoriducevano la bolletta dell'acqua, assistiti da un pool di esperti tra cui anche numerosi avvocati.

Ebbene in alcune città, tra cui anche Roma, questa campagna aveva spinto i gestori ad attuare una politica serrata di distacchi del servizio idrico, anche di fronte ad insoluti di importo non rilevante, e spesso senza neanche il preavviso necessario, in barba alle procedure recentemente ribadite dalla stessa AEEG. 

Sempre a dicembre l'Autorità Garante aveva fissato il nuovo metodo tariffario idrico, ufficialmente per favorire costi più efficienti e per stimolare maggiori investimenti, in modo da ridurre le perdite dalla rete e l'impatto dell'inquinamento ambientale dovuto alle acque reflue. In relazione al nuovo metodo tariffario, in vigore dal 1° gennaio 2014, i criteri guida sarebbero due: "la selettività e la responsabilizzazione da attuare attraverso una regolazione asimmetrica, capace di adattarsi alle diverse esigenze di un settore molto differenziato a livello locale e nella governance". 

Ricordiamo che nel 2013 erano già state approvate dall'Autorità le tariffe di 486 gestioni, in base al precedente metodo tariffario, per un totale di 20 milioni di abitanti serviti. In relazione a quei comuni in cui erano state riscontrate nelle acque quantitativi di arsenico superiori a quelli consentiti, l'Autorità ha deliberato ulteriori verifiche sui gestori, tese a valutare l'effettiva adozione delle misure necessarie a riportare i parametri nei limiti consentiti.

Recentemente alcuni comitati emiliani hanno calcolato gli aumenti introdotti dal nuovo metodo tariffario:  in base ai calcoli la città più penalizzata sarebbe Piacenza, assieme a Bologna e Modena, con un incremento medio del 13%. Ma non solo. Altro elemento criticato dai comitati è la sostanziale riduzione degli investimenti previsti.

Ma la questione che desta più indignazione riguarda la tanto sventolata restituzione. Ad esempio in Emilia Romagna verrebbero restituiti solo 9 milioni sui 30 calcolati dai comitati. Secondo Enrico Menozzi di ATERSIR: "Ai piacentini verranno restituiti 1 milione e 500 mila euro attraverso le bollette del prossimo anno, e cioè, diviso per ogni singolo contribuente, circa il 4% di quanto si spenderebbe". 

Per il Comitato Acqua Bene Comune, la cifra che complessivamente verrà restituita, è stata calcolata sulla base del nuovo metodo tariffario anzichè sul vecchio. Ad esempio agli utenti di Bologna saranno restituiti circa 2,2 milioni di euro, ma nulla verrà rimborsato a Parma, Modena o Ferrara, in quanto non erano stati riconosciuti ai gestori i profitti finanziari. 

Per questo motivazioni, in altre regioni come la Lombardia, i comitati hanno già presentato ricorso al TAR, contro il nuovo metodo tariffario dell'Autorità Garante. Le udienze preliminari sono già attese per il 23 gennaio. (cm)


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